LA TESTIMONIANZA DI UN MEDICO DI FAMIGLIA

Qualifiche dell'autore: 
oncologo, medico di medicina generale

Riprendendo quanto diceva Giuseppe Martorana a proposito della scelta specialistica dell’urologia, come tutor medico sia per la Regione sia per l’Università, posso confermare che i giovani sono confusi e il motivo sta nel fatto che spesso il tirocinio pratico è rinviato molto avanti nel tempo. Il fatto di non avere mai visitato un paziente è uno degli elementi che impediscono agli studenti una scelta rapida ed efficace. Ecco perché devono essere guidati ed è necessario dare loro consigli, anche se occorre dire che, altrettanto spesso, molti di loro difettano dell’umiltà di chiedere.

Ma, venendo alla mia esperienza di medicina generale, che cosa viene richiesto oggi a un medico di base? Partirei da una considerazione. Come pazienti, ci si può iscrivere da un medico di base anche quando si è molto giovani o addirittura bambini, ma oggi capita sempre più spesso di avere pazienti che superano i cento anni. Tuttavia, ultimamente, stanno aumentando percentualmente i pazienti che definisco giovani, dai venti ai cinquant’anni. Si è sempre supposto che i giovani di questa fascia d’età siano i più sani. Non è più così. Oggi hanno più problemi, a partire, indubbiamente, da quelli psicologici. Ma hanno anche veri e propri problemi di salute perché sono aumentate le patologie, da quelle definite medie a quelle considerate più gravi. Questo problema richiede molta attenzione da parte del medico e, soprattutto, occorre ricordare che, quando il paziente si reca dal medico spesso mente, quindi è indispensabile farlo parlare per potere capire qual è, nella realtà, il problema che lo sta portando a farsi visitare e che viene mascherato dalle sue paure. Ascoltando con molta attenzione, bisogna arrivare a capire qual è il punto focale. Oggi, anche nei giovani, sono sempre più frequenti le patologie neoplastiche, che comportano seri problemi da affrontare quotidianamente con molta applicazione.

Per quanto riguarda le patologie più frequenti d’interesse urologico, posso dire che delle cistiti, in particolare nelle donne, soprattutto di quelle ricorrenti e recidivanti, ancora non si riesce a capire l’origine, nonostante l’impegno nella pratica e nella ricerca mediche. E lo stesso vale per le cistiti interstiziali. Questo comporta il vagare di molti, e soprattutto molte, pazienti, in vari ambulatori in cerca di una risposta terapeutica al loro problema. Si possono effettuare cistoscopie, ma le liste d’attesa sono lunghissime. Con l’età, altri problemi di ordine metabolico, come diabete, obesità e altre patologie producono come effetto l’incontinenza urinaria, con i problemi psicologici connessi. Negli ultimi anni, si aggiunge un altro problema: le persone straniere che vengono nel nostro paese senza conoscere la lingua italiana rendono la diagnosi ancora più difficile. Talvolta questa difficoltà permane, anche dopo dieci anni che vivono in Italia, tanto che spesso il medico deve fare ricorso alla gestualità. Comunque, la visita, per il medico di medicina generale, comporta sempre difficoltà, sia dal punto di vista psicologico sia da quello medico legale, soprattutto in casi delicati come nel sospetto di patologie prostatiche. In questi casi occorrerebbe praticare l’esplorazione rettale per valutare lo stato della prostata, ma non è così semplice, perché questa pratica non è accettata facilmente dal paziente, soprattutto nell’ambulatorio del medico di base, per cui è necessario inviarlo dallo specialista urologo. Per lo screening, si possono richiedere esami ormai classici come l’ecografia, gli esami del sangue e in particolare i marcatori, come il PSA, che tuttavia non è strettamente specifico per segnalare la presenza di tumori, per cui i pazienti non devono allarmarsi se i valori del PSA risultano elevati: l’aumento può essere causato anche da altre patologie prostatiche. Potrebbe poi essere effettuato un esame citologico urinario. Ma sono essenziali l’attenzione nella visita e la tempestività nell’indirizzare il paziente allo specialista, quando il medico ne avverte la necessità. Inoltre, il medico di base deve valutare le terapie che un paziente sta seguendo e i farmaci che sta assumendo per la cura di altre patologie. In particolare, negli ipertesi possono sorgere problemi di compatibilità con alcuni farmaci antiipertensivi. Un problema sottovalutato a questo proposito è l’osteoporosi nell’uomo causata dalle terapie ormonali.

Un altro settore di grande importanza è quello delle patologie sessuali, oggi molto frequenti soprattutto nei giovani. Per quanto riguarda le neoplasie vescicali, invece, occorre ricordare che molto spesso sono occulte e “esplodono” all’improvviso, magari in persone apparentemente sane. Oggi, anche se le tecniche chirurgiche, che hanno una grande capacità conservativa, sono eccezionali e vanno sempre più affermandosi le immunoterapie, spesso purtroppo si deve ricorrere a interventi mutilanti. Comunque, per il futuro abbiamo molta fiducia nell’individuazione e nella preparazione di vaccini. Ritengo infine che, per gli endoteli delle vie urinarie, come per qualsiasi altro endotelio, sia importante l’alimentazione e la farmacointegrazione con prodotti antiossidanti. Tutto ciò, naturalmente, tenendo conto di un aspetto primario come la qualità di vita, che comporta sempre anche il supporto psicologico.