UN'ALLEANZA PER LA SALUTE TRA PUBBLICO E PRIVATO

Qualifiche dell'autore: 
segretario della Sede Regionale delle Marche dell'A.I.O.P.

La sanità – soprattutto quando non è disgiunta dalla salute come istanza di qualità – è un aspetto importantissimo per l’individuo, per la società e per lo stato. Da sempre, nell’età moderna, gli stati hanno il compito di occuparsi della salute dei cittadini, in concomitanza con l’attività privata di medici e d’imprenditori che in tale campo creano strutture e dispositivi che costituiscono quella che viene chiamata ospedalità privata. Tali strutture oggi sono organizzate nell’associazione A.I.O.P., di cui lei è segretario per la Sede Regionale delle Marche.
Può dirci com’è strutturata quest’associazione e come opera?

L’A.I.O.P. assiste e tutela i diritti delle imprese associate, sviluppando la loro qualificazione e sostenendone la collocazione e l’attività nell’ambito dell’organizzazione sanitaria nazionale. Tratta inoltre le problematiche riguardanti i rapporti di lavoro del personale medico e non medico e ne stipula i relativi contratti. Oggi rappresenta 509 case di cura private, operanti nel sistema sanitario per un totale di 555.448 posti letto. La sede centrale è a Roma e dispone di diversi uffici, tra cui uno a Bruxelles, e di diverse sedi periferiche regionali e provinciali. Le sedi regionali hanno una propria organizzazione con competenza in materia di questioni a carattere locale e curano il collegamento e la collaborazione con i competenti organi delle Regioni e delle Unità Sanitarie Locali. È presente anche la sezione A.I.O.P. Giovani, che ha lo scopo di fornire al mondo imprenditoriale un contributo in termini di crescita e di formazione dei giovani imprenditori in questo settore.

Cosa distingue, oggi, la sanità privata da quella pubblica, e quali difficoltà incontra?

La sanità privata lavora e rischia in proprio, fa impresa e compete con la concorrenza affrontando le difficoltà che comportano gli iter burocratici – basti pensare che per aprire una casa di cura occorrono circa cento permessi –, paga le tasse e copre in proprio le eventuali perdite d’esercizio. Il privato non gode di privilegi né di incentivi e non ottiene finanziamenti a fondo perduto. Il privato accreditato, di cui fa parte la maggior parte delle case di cura, viene pagato solo in ragione delle prestazioni erogate e concordate con la Regione di appartenenza, con tetti di spesa il più delle volte invalicabili. Il sistema di remunerazione è diverso da quello degli ospedali pubblici, che hanno di norma tariffe più alte e, per di più, a differenza del privato, non devono più sottoporsi al sistema di accreditamento, riguardante i requisiti minimi strutturali, tecnologici e professionali, sebbene debbano attenersi ad altre normative.

Che vantaggi offre la sanità privata?

L’attività sanitaria privata è più snella e molto meno burocratizzata, ma deve fornire prestazioni rigorosamente secondo norme e parametri vigenti e produrre documentazione a tutela degli utenti. Ha la funzione, oggi insostituibile, di abbattere sia le liste d’attesa per le visite ambulatoriali sia per i ricoveri, che penalizzano così tanto gli utenti della sanità. Dà inoltre la possibilità – e anche questa rappresenta una funzione insostituibile – di fare lavorare al proprio interno, anche con attività libero professionale, medici illustri ancora nel pieno dell’attività e con una forte clientela che ha ancora fiducia in loro. Alcune case di cura private offrono prestazioni talmente elevate in termini di offerta strutturale e tecnologica e di qualità professionale dei propri operatori da configurarsi come centri d’eccellenza. Inoltre, nel privato è molto diffusa la cultura dell’ospitalità, che comprende, oltre alla cura, all’assistenza e alla gentilezza degli operatori, il confort, cioè quello che definiamo il settore alberghiero dell’attività sanitaria.

Quali sono le proposte della vostra associazione per affrontare l’attuale congiuntura economica, tutelando la qualità delle prestazioni sanitarie?

La crisi finanziaria internazionale attuale è estremamente grave: siamo già entrati in una fase di recessione tecnica e, per di più, l’Italia deve ancora affrontare l’annosa questione del debito pubblico, che penalizza in modo particolare la sanità e il sociale. L’A.I.O.P., per l’ambito in cui opera, suggerisce di sviluppare un effettivo sistema di terziarietà nei finanziamenti e nei controlli, con l’istituzione di un’Authority garante del sistema pubblico e privato, eliminando il paradosso che l’erogatore e il controllante siano la stessa persona giuridica, per cui il solo controllato è il privato accreditato. Questo porterebbe a drenare risorse da utilizzare verso la qualità e l’adeguatezza delle prestazioni, modificando criteri che rappresentano una grande fonte di spreco. Noi proponiamo anche di eliminare o ridurre l’invalicabilità del budget per il privato accreditato, in modo da assicurare un’efficace competizione virtuosa tra pubblico e privato, anche al fine di portare un miglioramento continuo della qualità. Inoltre, la nostra Associazione auspica una vera “alleanza per la salute” tra pubblico e privato, per promuovere la partecipazione delle strutture private allo sviluppo dei servizi e concertare programmi per il contenimento della mobilità passiva e della riduzione delle liste d’attesa. Infine, da sempre cavallo di battaglia dell’A.I.O.P. è il diritto alla libera scelta – nei fatti, oltre che nei principi – della struttura ospedaliera, nell’interesse dei cittadini.