UN RISCALDAMENTO PIÙ ECONOMICO E SALUTARE

Qualifiche dell'autore: 
presidente della Gianni Fantoni S.p.A. Costruzioni Edili, Bologna

Dal 1946, l’impresa di costruzioni Fantoni opera a Bologna nel settore dell’edilizia residenziale. Quali sono attualmente le opere a cui state lavorando?

Stiamo ormai concludendo i lavori in un edificio del centro storico di Bologna, dove abbiamo realizzato anche un tipo di impianto, che sfrutta un nuovo concetto di riscaldamento. Stiamo iniziando anche un altro lavoro, ma continuiamo a imbatterci negli aumenti dei prezzi delle aree edificabili, che tendono sempre più al rialzo, rendendo i costi per costruire le case come si deve, o come si dovrebbe, veramente impressionanti. Anche i componenti per l’impianto di riscaldamento come quello che abbiamo appena concluso, con caldaia a condensazione, pannelli solari centralizzati, contatermie, contafrigorie, e tutta una serie di dispositivi nuovi, costano almeno il cinquanta per cento in più di un impianto tradizionale a radiatori. Poiché solo pochissime imprese fanno questo tipo di impianto, è ovvio che siano al momento penalizzate.

Come si differenziano i vostri impianti da quelli che già conosciamo?

Si basano su un concetto diverso di riscaldamento. Nel normale impianto, si utilizza un elemento, il termosifone, che produce calore in un punto in ogni vano. Il riscaldamento dell’ambiente si ottiene perché questo punto di calore crea una circolazione di aria e di polvere, quando l’aria calda si scontra con quella fredda, crea un vortice. In una stanza, l’aria si sposta dal punto in cui viene riscaldata, verso l’alto e allontana l’aria fredda, che, incontrando la resistenza delle pareti, a un certo punto si sposta verso il basso, fino a passare per il punto in cui si trova l’elemento termosifone, che la riscalda a sua volta. Ma, in questa circolazione, l’aria porta con sé anche polvere e batteri, nocivi alla salute. Per non parlare dei consumi di questo tipo di impianti. Nei radiatori dell’impianto di riscaldamento tradizionale, normalmente, l’acqua deve essere portata ad una temperatura di sessanta gradi, se non di più, perché solo così è assicurata la circolazione dell’aria nell’ambiente. Oppure, per produrre calore, spesso nelle case si usano i termoconvettori che, per consumo energetico, sono ancora più tragici, perché il riscaldamento s’innesca solo quando questi raggiungono una temperatura di settanta, ottanta gradi, il che vuol dire che la caldaia, per far giungere al termosifone, o al termoconvettore, l’acqua calda a settanta gradi, per esempio, deve riscaldarla almeno a ottanta.

Come funzionano invece i vostri impianti?

I nostri impianti – come quello che abbiamo appena concluso – sono a pannelli radianti a pavimento: sotto il pavimento di tutta la casa vengono installati dei tubi, a una distanza di venti, quaranta centimetri tra loro, a seconda della richiesta di calore. Per riscaldare un ambiente, occorre che l’acqua che passa in questi tubi, sia riscaldata ad un massimo di 30 gradi, quindi è più che sufficiente che la caldaia fornisca acqua a 40/45 gradi, contro gli 80 di quella utilizzata nel metodo tradizionale.

Questo tipo d’impianto ha però un’escursione termica di ventiquattro ore: dal momento in cui viene messo in funzione – anche se bastano poche ore per incominciare a sentire il tepore – entra a regime dopo ventiquattro ore, perché deve riscaldare prima tutto il cemento che copre i tubi, poi il massetto e infine il pavimento. Dopo questa prima fase, però, il tepore si diffonde uniformemente, senza bisogno della circolazione d’aria. Senza contare che la caldaia lavora a soli 40/45 gradi, anziché a 70/80 con un grande risparmio nei consumi, perché portare l’acqua ad una temperatura di 45 gradi è molto meno oneroso che portarla a 70 gradi, partendo dall’acqua fredda che avrà una temperatura di circa 10 gradi. E’ molto diverso passare da 10 a 45 gradi che da 10 a 80 gradi, perché più si alza la temperatura, più aumenta l’energia necessaria per alzarla di un grado . Dunque, non c’è più proporzione quanto a risparmio energetico.

Un altro vantaggio di questi impianti è dato dai regolatori di calore che installiamo in ciascun ambiente, consentendo così all’inquilino di ciascun appartamento di decidere per ciascuna stanza la temperatura che vuole raggiungere, attraverso un apposito termostato. E questo vantaggio diventa ancora più evidente nei condomini in cui si utilizzano caldaie centralizzate. Se una volta, infatti, la caldaia centralizzata consumava, per esempio, cento metri cubi di gas, il consumo veniva suddiviso fra i condomini secondo le dimensioni di ciascun appartamento, e, se c’erano dieci appartamenti di pari dimensioni, ciascun inquilino pagava dieci metri cubi; con il nostro impianto, già la caldaia consuma meno, ma il consumo energetico del singolo inquilino è misurato da un contatore. Se un inquilino scalda il suo appartamento a diciotto gradi anziché a venti, per esempio, consuma una minore quantità di energia e fa risparmiare la caldaia, ma il risparmio si rifletterà sui suoi costi che diminuiranno decisamente. È questa la grande novità: chi ha meno freddo non ha bisogno di riscaldare eccessivamente e paga di meno.

Ad aumentare il risparmio energetico, comunque, in futuro contribuiranno sempre più anche i pannelli solari, che potranno aiutare la caldaia anche a riscaldare la casa o almeno a portare in temperatura l’impianto nella mezza stagione; per fare questo però ci sarà bisogno di un doppio impianto e quindi una spesa ancor più elevata. Nella ristrutturazione dell’edificio che abbiamo da poco concluso, abbiamo installato i pannelli solari solo per il riscaldamento dell’acqua potabile. Abbiamo calcolato che per quasi dieci mesi all’anno l’acqua calda per l’uso quotidiano non costa niente al condominio perché, grazie ai pannelli solari, la caldaia non ha bisogno d’intervenire.