LE TECNOLOGIE DELLA COMUNICAZIONE PER LA CRESCITA DELLE IMPRESE

Qualifiche dell'autore: 
direttore di CIPEA, Bologna

intervista di Anna Spadafora

Il vostro Consorzio è cresciuto molto. A venticinque anni dalla costituzione, ha cinquecento imprese associate. In che modo pensa che abbia influito la diffusione delle nuove tecnologie della comunicazione?

Lo scambio d’informazioni con i nostri associati e la possibilità di comunicare tutto ciò che concerne il nostro settore è particolarmente importante perché, attraverso le opportunità oggi date da internet, riusciamo, molto più rapidamente di una volta, a scambiarci informazioni utili all’operatività quotidiana delle singole imprese. Noi abbiamo avuto una particolare fortuna in merito, perché la regione Emilia Romagna un po’ di tempo fa ha concesso a strutture come la nostra – enti che non hanno solo scopo di lucro ma anche una forte attività morale e associativa – la possibilità di ottenere finanziamenti per sostenere le innovazioni tecnologiche e, in particolare, un progetto per mettere i nostri soci in rete direttamente con i nostri archivi. Quindi, noi abbiamo già da un po’ di tempo istituito una rete di comunicazione con i nostri associati e riusciamo a comunicare, per esempio, le informazioni per lo studio dei capitolati delle gare d’appalto; riusciamo a comunicare con tutte le imprese associate, facendo loro presenti tutte le gare che prevedono un consorzio e per le quali il Consorzio è pronto per fare l’offerta. Attraverso il nostro sito, che funziona particolarmente bene, riusciamo a scambiarci una serie d’informazioni alle quali gli associati, con una password, hanno un accesso guidato. Attualmente, in un momento in cui i nostri soci crescono molto rapidamente, abbiamo un po’ di difficoltà perché dobbiamo riuscire a comunicare con il socio che è entrato ieri già da domani. 

Quindi, la rete in CIPEA è molto utilizzata? 

Noi siamo particolarmente contenti, se pensiamo che solo qualche anno fa si lavorava soprattutto via fax o via posta, mentre ormai siamo riusciti a far sì che gran parte dei nostri soci utilizzino internet. Vorrei ricordare che, a parte poche grandi imprese, nel nostro consorzio ci sono per lo più imprese di piccole e medie dimensioni e, per l’imprenditore artigiano, non è sempre facile sedersi davanti a un computer e riuscire ad attivare tutti i procedimenti necessari per poter essere in rete con un consorzio. Anche per questo, organizziamo dei corsi per mettere in grado gli associati di utilizzare le nuove tecnologie a disposizione. E vediamo che c’è un’evoluzione, tant’è che imprese dove fino a poco tempo fa non c’era neanche il fax, oggi invece hanno un proprio computer, un indirizzo e-mail e sono in rete con il Consorzio. 

Allora, quali sono gli sviluppi auspicabili per l’avvenire?

I finanziamenti a sostegno della messa in rete dovrebbero continuare e riguardare anche i clienti con i quali un consorzio lavora in maniera continuativa. Per esempio, noi siamo in rete con l’ACER (Azienda Case Emilia Romagna), ex IACP, con cui facciamo altissimi fatturati, ma anche con il Comune di Bologna, per il quale svolgiamo attività di global service. Con questi clienti siamo in grado di tenere la contabilità non più in forma cartacea, ma, senza perdite di tempo, direttamente via computer.

La rapidità d’informazione consente un’enorme riduzione degli sprechi: per esempio, il tecnico del Comune redige la contabilità di cantiere sul terminale, noi la verifichiamo e diamo conferma, senza bisogno di prendere appuntamento e incontrarsi in ciascuna fase del lavoro. Non siamo ancora al punto in cui tutti hanno la firma digitale, ma credo che ci si possa arrivare e soprattutto che queste iniziative, anche se a volte un po’ costose, siano effettivamente di grande utilità e vadano impiegate in tutti i settori. Noi abbiamo la sede principale a Bologna e, per esempio, facciamo un lavoro in Friuli, in Veneto o in Lombardia. Riuscire a fare la contabilità senza bisogno d’incontrarsi dà effettivamente motivo per dire che le distanze si sono accorciate e le problematiche che esistono nello spostarsi da una parte all’altra non esistono più. Ma questo vale anche per l’attività legata ai pagamenti: siamo in rete con le tesorerie di questi enti con i quali lavoriamo, con le banche, ovviamente, paghiamo direttamente dai terminali attraverso l’home banking, riusciamo a verificare a qualsiasi ora le cifre presenti sui conti correnti e i bonifici dei pagamenti dei lavori che loro eseguono. Solo qualche anno fa invece le code e le attese in banca erano una triste realtà. È risaputo che i problemi principali oggi sono legati al tempo e agli spostamenti, quindi, è auspicabile che, sempre più, le tecnologie della comunicazione siano applicate per diminuire gli sprechi e favorire la crescita dell’impresa artigiana. E non è lontano il giorno in cui tutte le squadre di manutenzione che si recano a svolgere lavori per conto del Comune di Bologna, dell’ACER o di qualsiasi altro ente, saranno dotate di un piccolo palmare collegato in rete con i nostri terminali in modo tale da poter fare sul posto dei preventivi per l’esecuzione di lavori, dare informazioni utili e mandare fotografie. Riuscire a portare in breve tempo sul cantiere queste tecnologie sarebbe molto utile anche per la riduzione dei costi generali delle imprese.