LE MOSTRUOSITÀ DEL REGIME RUSSO

Qualifiche dell'autore: 
scrittore

Come considera l’avvicinamento politico di Vladimir Putin con i paesi islamici e latino americani?

Putin non è mai stato un leader democratico. Anche se dice di esserlo, non ha mai fatto nulla di democratico. Riuscendo a governare solo in questo modo, cerca altri leader che applicano lo stesso sistema. La retorica di Putin è sempre contro l’Occidente e contro gli Usa e, naturalmente, cerca alleati per il suo fronte.

Può spiegarci perché considera Putin un tiranno?

In Russia. non abbiamo un parlamento, non c’è un luogo di discussione libera. Non esistono media liberi e indipendenti, sono tutti sorvegliati dal regime. Il potere giudiziario è anch’esso sotto il controllo di Putin. Diversi giornalisti famosi sono stati uccisi, Anna Politkovskaya era la più famosa, ma non l’unica. Diciotto giornalisti sono stai uccisi negli ultimi due anni.

Ha parlato del pericolo che corrono i giornalisti. Questo vale anche per lei?

Non lo so, non so che cosa accadrà domani o il prossimo mese. So solo che alcuni miei colleghi sono stati picchiati e uccisi, e che io non sono coerente con il regime.

Esiste un’opposizione a Putin? E come si organizza?

Tutti i partiti politici che non lo supportavano sono falliti, distrutti da pressioni insopportabili e ostacoli enormi. Alcuni esistono solo di nome ma, di fatto, non possono parlare alla gente né svolgere attività. Non appaiono in parlamento, per fare opposizione, i loro militanti scendono in piazza e spesso, durante le manifestazioni, vengono picchiati e arrestati. Non c’è un modo legale per comunicare con la gente, né in televisione né alla radio. Solo in piazza o nelle strade, dove la polizia li aggredisce. È molto pericoloso dichiararsi contro il regime. I giornali nazionali che appoggiano o che solo danno voce all’opposizione sono costretti a chiudere a breve. Gli unici strumenti sono qualche sito internet e una radio. Ma prima delle elezioni il regime ha provveduto a censurare i siti internet oppositori del suo partito. La situazione non è molto differente da quella che c’è in Cina.

I primi dissidenti avevano una rete di supporter internazionali. E oggi? Che cosa possono fare gli intellettuali europei per aiutare la Russia?

La differenza tra il regime attuale e quello sovietico è che all’epoca il resto del mondo si rendeva conto della mostruosità del regime. Con Putin non c’è questa consapevolezza. Abbiamo il sostegno di alcuni intellettuali europei, ma non è abbastanza evidente per provocare effettive svolte politiche. Putin fa parte del G8, si dice amico personale di alcuni leader europei, ha numerosi conti bancari all’estero, né confiscati, né bloccati. Penso che correre il pericolo di non potere più recarsi all’estero e di vedere bloccare i propri conti in Europa potrebbe già essere un forte incentivo. Ma Putin ha il controllo, anche grazie alle sue alleanze, di grandi quantità di materie prime e questo fa desistere gli stati occidentali dal mettersi contro di lui.