IL NOSTRO SLOGAN? "NOI NON ABBIAMO PAURA DI SPORCARCI LE MANI"

Qualifiche dell'autore: 
direttore generale di LALA Lavorazione Lamiera, Corlo di Formigine, Modena

Da oltre trent’anni, le Officine Lala sono specializzate nella lavorazione conto terzi della lamiera, con un target di imprese medie e grandi che costruiscono impianti nei più svariati settori, fra cui l’alimentare, il biomedicale, l’edile e il ceramico. Due anni fa, l’incertezza nel vostro settore era tale che molte aziende hanno chiuso, non riuscendo a sostenere gli aumenti repentini del costo della materia prima. Ma la vostra politica è sempre stata quella di rivolgervi ai mercati in via di sviluppo, come quello navale, negli ultimi anni. Con quali risultati?

Per cercare di dipendere sempre meno dalle oscillazioni di mercato per l’acquisto di materiale, ci siamo rivolti a settori che possono dare una maggiore redditività legata al know how, aumentando il valore aggiunto del prodotto.

Con l’apertura di una sede a Piombino nel 2007, per la costruzione di imbarcazioni finite (relativamente alla parte di carpenteria), siamo riusciti a ridurre del 15 per cento l’incidenza del valore della materia prima sul nostro fatturato, che in due anni è passato da 8,5 a 16 milioni di euro.

Ci riteniamo fortunati per avere scelto il settore attualmente di maggior crescita in Italia come quello dei mega yacht e delle imbarcazioni da diporto. La nostra serietà ci consente un buon riconoscimento da parte dei clienti, i quali hanno anche la possibilità di apprezzare la filiera che la nostra azienda ha sviluppato: dalla progettazione e dalla fase di engineering, passando per l’acquisizione, il collaudo dei materiali, il taglio, la formatura e la costruzione, fino alla consegna del prodotto finito.

Questo sia nel settore navale sia in quello dei grandi condotti e impianti di raffreddamento.

In che cosa consiste l’attività di engineering, in particolare?

L’attività di engineering è quella ci permette – partendo da un modello strutturale di un architetto, approvato dal registro navale – di sviluppare il prodotto e costruirlo. Il fatto di occuparci noi stessi dell’engineering rende certamente più semplici le fasi successive di carpenteria e di costruzione.

Lei ha parlato di fortuna, ma forse contano anche le decisioni strategiche in un’azienda come la vostra…

Evidentemente, non si può parlare solo di fortuna, nel tempo, dopo ripetute analisi di mercato, abbiamo deciso d’investire in questo settore. Ma nessuno si aspettava una crescita di questa entità, pari cioè al 60 per cento annuo. Non si ci aspettava nemmeno che questa crescita così repentina portasse i cantieri costruttori ad avere necessità di spazi più ampi e un maggior numero di fornitori in così poco tempo. Sempre a Piombino, recentemente abbiamo anche acquisito il 24 per cento di una società di trasporti e movimentazioni portuali, sia per presenziare in maniera coordinata e costruttiva sull’area geografica sia per confermare il nostro interesse per un settore, quello nautico, nel quale i trasporti sono una parte fondamentale. Vorremmo continuare a crescere e, fino al 2010, credo che abbiamo buone prospettive, nonostante l’economia attualmente viva un momento di crisi.

Nella nostra precedente intervista, era emersa l’esigenza di una maggiore comunicazione e coesione fra imprese del settore, in modo da affrontare le difficoltà e contrastare le crisi con un aumento dell’informazione e del potere contrattuale verso i fornitori di materie prime. È cambiato qualcosa in questa direzione?

Non è cambiato molto, in generale, ma noi abbiamo trovato partners che possono darci una mano nelle nostre battaglie: dall’inizio del 2008 siamo associati a Fondazione Promozione Acciaio, prettamente dedicata al settore delle costruzioni civili, che ha obiettivi affini ai nostri. La Fondazione, in forte sviluppo, ha come soci Assofermet, Arcelormittal, il Gruppo Beltrame, il Gruppo Marcegaglia, la Siderurgica Gabrielli, Arvedi, Sidercom e Stefana, tanto per citare alcuni fra i principali. Oltre a essere onorati di far parte di un gruppo così nutrito e importante, abbiamo constatato già nell’ultima assemblea del 16 aprile, dove è stato approvato il bilancio 2007, un forte interesse e un forte orientamento verso le tematiche da noi affrontate.

Partendo da una realtà italiana che conta nel settore delle costruzioni in metallo e in cemento una quota di mercato del 18 per cento circa – rispetto ad altri paesi come la Germania, dove le percentuali ruotano intorno al 68 per cento circa –, è emersa la volontà d’individuare il modo per incrementare le percentuali, agendo su quelli che risultano gli anelli deboli della filiera. Evidenziando anche i motivi per cui alcuni cali di redditività si sono verificati e cercando il modo con cui, da una parte, calmierare eventuali oscillazioni molto forti che potrebbero mettere in difficoltà i buyer e i trasformatori e, dall’altra, riuscire a ragionare in un’ottica di cooperazione su alcune fasi dell’attività. Eliminando alcuni passaggi, si avrebbe un aumento dei margini di reddito, senza scontrarsi sul mercato.

Il vostro slogan “Noi non abbiamo paura di sporcarci le mani” è frutto della cultura della bottega rinascimentale, dov’è nato il vero made in Italy, ovvero dove il cervello e la mano non possono essere separati. Il vostro prodotto è opera del lavoro di una mano che è erede di un patrimonio culturale, non è una mano automatica, ma lavora con ingegno…

Il motivo per cui la cantieristica italiana è leader nel mondo dipende proprio da questo. L’ossatura della barca che noi costruiamo, per esempio, incide soltanto per il 7-8 per cento sul prodotto finito. Il vero valore aggiunto, quello che crea un ampio margine sul prodotto all’interno della catena produttiva, è dato dall’attività di ricerca e sviluppo, quindi dall’arte e dalla cultura.