LA POLITICA DEL MARCHIO

Qualifiche dell'autore: 
avvocati, soci dello Studio di consulenza in proprietà intellettuale F&M, Modena

Quanto è importante nella politica dell’impresa l’affermazione di una corretta politica di tutela della proprietà industriale (marchi, brevetti, design)?

Una tutela giuridica dei marchi d’impresa, dei brevetti e del design è necessaria per difendere gli sforzi fatti nell’investimento su un prodotto, su un brand. Investire molti euro per la creazione e la promozione di prodotti, senza porsi il problema della loro tutela giuridica, è un po’ come arredare la propria casa con mobili e oggetti preziosi e lasciare la porta aperta. Registrare marchi e brevettare invenzioni, certo non significa evitare che qualcuno s’interessi ai nostri prodotti cercando di copiarli, ma senz’altro vale a rendere meno facile la vita all’usurpatore, avendo la possibilità di reprimere l’illecito più facilmente. A parità di prodotto da violare, il contraffattore sceglie quello non protetto. E questo perché la copia di ciò che non è protetto ha meno rischi: la repressione, infatti, è più difficile e, in alcuni contesti, addirittura impossibile.

In presenza di forti investimenti imprenditoriali, dunque, non tutelarsi comporta uno rischio enorme. Spesso vale il detto “meglio tardi che mai” e così vale anche arrivare in ritardo alla tutela. Ma talvolta, nel nostro settore, tardi vuol dire mai. Se, per i marchi, indugiare comporta il (pur grave) rischio di scoprire che qualcuno ha già depositato un segno simile al proprio, così spingendoci al recupero forzoso del segno, per i brevetti, la situazione cambia notevolmente. E, infatti, il prodotto deve essere brevettato prima di essere immesso sul mercato, pena la mancata concessione del brevetto stesso da parte dell’autorità competente.

È dunque necessario pianificare questo tipo di tutela preventiva durante le fasi di studio e sviluppo di un prodotto o di un nuovo brand. Inoltre, una volta che il prodotto/marchio è stato lanciato sul mercato, bisogna pianificare l’attività di manutenzione ordinaria dei propri titoli di proprietà industriale. Costa molto meno attuare piccole cautele preventive, piuttosto che cercare di recuperare in seguito, quando il costo lievita sensibilmente, con il rischio (per di più) di non ottenere lo stesso risultato.

Un elemento di sfiducia da parte degli imprenditori nei confronti di questi strumenti deriva dall’eco di esperienze negative vissute in passato, in casi in cui non era facile un’azione di repressione della contraffazione. E, tuttavia, questo non può essere un buon motivo per non fare nulla. È meglio affrontare le difficoltà, muniti di strumenti giuridici adatti, piuttosto che subire nell’impossibilità di operare.

Il caso Parmesan è emblematico: il Consorzio Parmigiano Reggiano, infatti, grazie agli sforzi profusi ha avuto visto finalmente stabilire a livello comunitario che la parola Parmesan non può essere usata da chi non produce Parmigiano Reggiano.

In materia di marchi e brevetti è possibile fare un confronto tra le norme vigenti nei diversi paesi, europei o extra-europei?

Per la difesa dei titoli di proprietà industriale, ciascun paese ha sistemi diversi, che possono funzionare in modo da rendere più o meno facile il nostro lavoro. In alcuni contesti, sono previste forme di repressione molto efficienti e veloci e le autorità sono specializzate nell’affrontare questo tipo di problemi, mentre in altri, tutto è più complesso.

Poi esistono i cosiddetti contesti caldi, come Cina e Turchia, dove il fenomeno della contraffazione è molto ricorrente.

Per lavorare in questi ormai noti luoghi di produzione di prodotti falsi, commercializzati anche al di fuori dei loro confini territoriali, è bene affidarsi a corrispondenti locali, che forniscono lo spettro delle procedure che è possibile attuare in caso di contraffazione: da quelle più costose a quelle più economiche; da quelle più semplici a quelle più articolate. La scelta evidentemente dipenderà dall’interesse del cliente al mercato di quel paese.