PER UNA CULTURA DEI PRODOTTI E DEI VALORI DELLA TERRA

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direttore del CSO (Centro Servizi Ortofrutticoli)

Il CSO (Centro Servizi Ortofrutticoli) associa le principali organizzazioni italiane di produttori di frutta e verdura, dal Piemonte alla Sicilia, con un occhio particolare all’Emilia Romagna, culla dell’Italian Food. Quali sono i punti di forza che danno all’Italia un ruolo leader nella produzione ortofrutticola?

Spesso dimentichiamo il valore importantissimo che l’ortofrutta italiana ha sul PIL nazionale. Siamo i primi produttori al mondo di frutta e di verdura e dobbiamo questo primato in particolare all’uva da tavola, ai kiwi, alle pere, a pesche e nettarine, agli agrumi e, per gli ortaggi, ai pomodori, alle carote e ai cavolfiori, di cui produciamo enormi quantità che vengono commercializzate sia sul mercato interno che all’estero. Tra i prodotti di stagione, o quasi, merita un cenno particolare la produzione italiana di pesche e nettarine che raggiunge quasi 1 milione e 500.000 tonnellate, di cui circa 800.000 tonnellate in Emilia Romagna.

La produzione emiliano-romagnola, che è stata la prima a ottenere in Europa il riconoscimento di IGP, ha fatto la storia della frutticoltura industriale italiana. Il primo impianto di pesche industriali è stato realizzato da Adolfo Bonvicini a Massa Lombarda, in provincia di Ravenna, nel 1905. Da lì è partita la nostra frutticoltura che ancora oggi vanta il primato mondiale.

Al Centro Servizi Ortofrutticoli aderiscono consorzi che tutelano eccellenze produttive dell’Emilia Romagna, come la pera, la pesca, la nettarina, l’asparago e la cipolla, tutti rigorosamente IGP. L’Indicazione Geografica Protetta indica l’importanza della vocazione del territorio per la qualità di frutta e verdura, dando un valore aggiunto alla loro produzione.

Ci avviciniamo all’estate, che porta a mangiare più frutta. Un grande apprezzamento va senz’altro alla pesca.

La Romagna è la terra vocata per la produzione di pesca e nettarina. Qual è la differenza tra le due, quali sono le loro proprietà nutrizionali e qual è il periodo migliore per mangiarle?

Pesca e nettarina fanno parte entrambe del grande genere delle rosacee. La pesca vellutata, con l’epidermide pelosa, è la pesca normale, mentre la nettarina è una specie particolare chiamata nuci persica o persica laevis ed è caratterizzata dalla buccia liscia.

Pesche e nettarine si differenziano tra loro anche per gli aspetti sensoriali e per quelli più propriamente merceologici. La pesca vellutata ha una polpa morbida e succosa, la nettarina è più croccante e acidula. Merceologicamente, la nettarina può essere considerata la mela dell’estate. Facile da consumare anche con la buccia, piace ai giovani, è fresca e dissetante.

Dal punto di vista nutrizionale sia le pesche sia le nettarine sono frutti ideali per mantenersi in forma durante i mesi caldi dell’estate. Infatti, entrambe sono ricche di potassio, beta carotene e vitamina C, oltre ad altri microelementi che le rendono ottime per una dieta salutare. La stagione migliore per questi frutti, parlo in particolare di pesche e nettarine di Romagna IGP, è il periodo che va dal 30 giugno al 30 agosto.

S’insiste giustamente sull’importanza di mangiare frutta per combattere le malattie cardiovascolari e l’obesità. Forse, però, in quest’epoca che punta molto sull’immagine, non s’insiste abbastanza sulla sua importanza per la bellezza. Senza nulla togliere ai pregi della cosmesi o del fitness, la questione della salute come istanza di qualità e dell’alimentazione come dispositivo di qualità ha effetti importanti anche sulla bellezza. Per esempio, la pesca è un frutto ricco di vitamina A e C, due preziosi sostenitori del tono dei tessuti e dell’epidermide.

Il consumo di frutta, com’è noto, è uno degli strumenti più importanti e anche più economici per mantenersi in forma. Oggi esistono indicazioni molto precise sul fabbisogno quotidiano di frutta e verdura, che si aggira nel complesso sui 400 grammi al giorno. Si tratta di un quantitativo apparentemente non molto elevato ma la popolazione, soprattutto nei paesi occidentali, consuma sempre meno frutta e verdura freschi, a favore, invece, di altri alimenti ricchi di zuccheri complessi o grassi, come gli snack, i gelati e così via.

Il consumo di frutta deve essere considerato un toccasana per la salute e anche per la bellezza. Consideriamo appunto le pesche e le nettarine. Esse contengono una grande quantità di elementi fondamentali per la bellezza come il beta carotene, che aiuta anche ad abbronzare la pelle.

È auspicabile che ci sia un adeguato consumo di frutta nell’arco dell’anno e non solo in qualche stagione. Qual è la tendenza attuale in questo senso?

Scegliere la frutta e la verdura in base alla stagionalità è senza dubbio uno stratagemma importante per poter fare tesoro dei loro preziosi componenti nutrizionali. La stagionalità ormai è diventata difficile da riconoscere. Nell’era della globalizzazione i ritmi delle stagioni sono diventati relativi, nel senso che noi possiamo rifornirci tranquillamente di prodotti provenienti da paesi lontani, costantemente presenti nei punti vendita della grande distribuzione.

Oggi, non sappiamo più quale sia la vera stagione delle fragole nostrane, dei meloni o anche di pesche, pere, mele e zucchine. Occorre una cultura dei prodotti, un maggior legame con le conoscenze che facevano parte delle nostre radici contadine per poter scegliere prodotti più salutari e anche più economici. Questo non significa che si debba necessariamente mangiare frutta e verdura a “chilometri zero”, come va tanto di moda oggi.

Occorre, invece, avere una cultura dei prodotti e una conoscenza più stretta dei ritmi e dei valori della terra. Sarebbe molto importante che si facessero programmi e azioni di divulgazione e conoscenza sia nelle scuole primarie sia in quelle secondarie. Conoscere i frutti della terra e le nostre tipicità aiuterebbe senz’altro a mangiare meglio e in modo più salutare.