CIASCUNO È DISPOSITIVO

Qualifiche dell'autore: 
psicanalista, cifrante, imprenditore

Intervista di Sergio Dalla Val

L’invenzione di nuovi media nell’arte, nell’impresa, nella comunicazione sembra porre il problema dell’impossibilità, per una gran parte dell’umanità, di accedervi.

Che cos’è l’accesso? È ciò che, nel discorso occidentale, sta al posto della funzione di zero. Già la fisica e la metafisica, poi l’antropologia, parlavano di accesso al simbolico, di accesso alle strutture elementari della parentela. Queste strutture erano fondate su una logica di rapporti sociali, su una genealogia. Che cosa viene proposto, da alcuni autori americani, se non una logica di rapporti sociali, la logica binaria, la logica predicativa, accanto a questioni e, qua e là, a inquietudini?

Che cosa sarebbe dunque l’accesso? L’accesso a Internet. L’accesso al consumatore, l’accesso del consumatore alla relazione, l’accesso della relazione simbolica. E la connessione. Data una genealogia, tutto si connette con tutto: la connessione è la connettività. Che cosa viene venduto? Viene venduta la connessione (o la connettività). Oppure la connessione viene data gratuitamente: hardware e software presto saranno regalati. A essere venduti saranno i servizi.

Con Internet ci troviamo dinanzi a una cosa nuova, a un utensile nuovo. Ma saremo in grado d’impiegare questo utensile per una rivoluzione della parola, della vita, della comunicazione, oppure, ancora una volta, sarà l’occasione per uniformare e per concentrare tutto?

Internet può costituire una rivoluzione nella comunicazione al punto da trasformare la vita stessa del pianeta?

Non bisogna introdurre nessuna euforia, nessuna enfatizzazione. Internet è un utensile. E se di rivoluzione si tratta, è una rivoluzione della parola, e allora non c’è nessun controllo che possa riuscire. Certamente, c’è un business mondiale organizzato nel tentativo di accentrare, concentrare, controllare, padroneggiare tutto, e per riuscire può far leva sulla moda, sulla droga, in fin dei conti, sul fatto che i giovani siano interessati a questa sostanza che viene “somministrata” – in un certo marketing si parla di somministrazione di servizi! –, ma realtà come il telefono, la radio, la stampa, Internet, il computer entrano nella parola e non c’è ideologia che possa dominare la parola o confiscarla o pianificarla!

Ma questi utenti dell’era dell’accesso sembrano in balia della chat più che della parola originaria…

Di sicuro, c’è sempre chi si lascia andare, chi non si pone mai la questione intellettuale. Non se la poneva prima di Internet, non se la pone con Internet; prima usava un’altra droga, ora usa i videogiochi, ma è sempre un “idiota”, perché nell’ideologia occidentale, in fin dei conti, sia il padrone sia lo schiavo sono idioti. Oggi, ci sarebbe il tentativo di ricostruire, di perpetuare questi due idioti sotto altre spoglie, con altri scenari: hardware e software presto saranno regalati per poter “legare, vincolare il consumatore”, non altrimenti da tutta la tradizione occidentale, dallo schiavo di Menone al parlante natio di Chomsky. I prodotti vengono dati gratuitamente in modo che, con il consumatore, si stabilisca una relazione che duri tutta la vita. A essere venduti saranno i servizi. Come sapete, la gratuità crea il debito totale; da quel momento, vengono venduti i servizi.

Il servizio sottolinea la serie, la funzione. Con il servizio si passa da un’economia del bene a un’economia del fare?

È interessante tutto questo, ma di quale servizio si tratta? Del servizio mercificato? In che modo è un servizio intellettuale? In che modo l’interlocutore non è consumatore? Qual è il dispositivo che s’instaura con ciascuno? Questo è importante. La chiocciola, il segno @, serviva per indicare “ciascuno” ed era utilizzato per gli scambi commerciali nel XV secolo. Chi ha scritto il dizionario della new economy non lo dice, ma @ è l’abbreviazione di “ciascuno”. Ciascuno non è il consumatore, è il dispositivo. È questo che sarà importantissimo: qual è il dispositivo del servizio. È così che il servizio sarà intellettuale. E non ci sarà bisogno che il “consumatore” sia preso in questa gabbia ideologica. C’è un altro modo. A me pare che un contributo essenziale possa venire dall’Europa. Io dico che l’ultimo filosofo francese, su questa materia, enuncia cose di gran lunga più avanzate del più alto filosofo americano.

In che modo sarà l’Europa, più che gli USA, a dare un apporto ai nuovi media della comunicazione?

Trent’anni or sono, ho incominciato a parlare di secondo rinascimento, il rinascimento della parola originaria, e anche il modo con cui dobbiamo restituire il testo occidentale con la lettura. Un secondo rinascimento per cui l’Europa – compresi il Mediterraneo, la Federazione russa, i paesi dell’Est, l’America latina: è questo l’europeo – non è affatto tramontata, ma è faro di civiltà nei vari settori.

L’Europa è il software del software – dicevo già nel congresso di Tokio, alla fine del marzo 1984 – e il contributo in materia di cultura e d’intellettualità dev’essere dato anche e specialmente dall’Europa. La tecnologia senza la cultura, senza l’arte è qualcosa che può servire l’uniforme, la pianificazione, il conformismo, ma non la differenza. Molte sono state le avanguardie, nel ventesimo secolo, con molte venature ideologiche, che dichiaravano l’indifferenza verso il bello. Qui, noi diciamo il bello della differenza. Che è anche il bello della scrittura, il bello della telecomunicazione. La telecomunicazione: la comunicazione da lontano, ovvero la comunicazione indiretta, una cosa che è estranea al discorso occidentale. Platone ha fondato la comunicazione diretta e cioè il dialogo. La telecomunicazione è l’assenza di ciò che si è chiamato dialogo o una variante del discorso comune. Ci troviamo qui, in maniera aritmetica, senza l’algebra, a affrontare ciascun aspetto, ciascun dettaglio di questa nostra civiltà. E, già trent’anni or sono, avevamo messo questo titolo a vari dibattiti: Il secondo rinascimento. La città planetaria. Non c’era ancora, per la divulgazione, Internet. Ma termini come internet, interweb, intertesto, ipertesto intervenivano nell’elaborazione. Era il testo della parola originaria. Il testo del secondo rinascimento.