C'È BISOGNO DI RINASCIMENTO

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presidente di Fregni & Calzolari S.r.l.

Specializzata nell’editoria tessile dal 1977, Fregni & Calzolari veste le più belle case degli italiani, e non solo, attenti alle tendenze della moda, ma anche al pregio di tessuti che fanno di una semplice tenda un elemento d’arredo con una storia da raccontare. Un marchio come il vostro in che modo fa onore al made in Italy?

È risaputo che utilizziamo da sempre fornitori di tessuti italiani, e nei tessuti per le tende gli italiani sono i primi al mondo, insieme a Francia e Germania. I negozi di tende per interni, biancheria per la casa e accessori per l’arredamento – che sono nostri clienti da anni in Italia, Francia, Germania, Olanda e Russia – sanno che possono trovare, nelle cinque o sei collezioni che proponiamo all’anno, il massimo della ricerca e della combinazione tra il mondo dei tessuti, quello della tecnica e quello della sartoria. Scegliere i tessuti che rispondono maggiormente alle esigenze del mercato e alle tendenze moda vuol dire anche conoscere tutte le possibilità che offre la materia prima per proporre finissaggi, stampe o abbinamenti nuovi. Per questo collaboriamo costantemente con i fornitori, che incontriamo quattro volte l’anno, anche quando magari non ci sono novità, perché le idee nascono dal confronto. 

Ci sono nuovi tessuti che sono nati in seguito a vostri suggerimenti?

Sì, per esempio, un lino stropicciato, realizzato utilizzando una macchina per stropicciare permanentemente, o un tessuto che può andare sia all’interno che all’esterno e resiste alla salinità, ai raggi UVA, alle intemperie e all’acqua di piscina, rivoluzionario perché in precedenza per l’esterno si potevano utilizzare solo tessuti plastificati e acrilici.

Inoltre, di recente avevo notato che le tende a rullo stavano tornando fortemente di moda negli ambienti moderni, anche se dovevano essere realizzati in tessuto tecnico, per un’esigenza di rigidità. Ma il tessuto tecnico non ha mai incontrato il gusto del pubblico italiano di fascia medio alta. Quando segnalai il problema al fornitore, mi disse che stavano lavorando proprio alla possibilità di rendere rigidi, attraverso un particolare finissaggio, i tessuti fashion in lino, lana e seta. E presto il risultato sarà sotto gli occhi di tutti.

Come riesce ad anticipare le tendenze moda?

Osservando quelle persone che capiscono prima degli altri che lo stile di vita sta cambiando e che anche loro devono cambiare abbigliamento, colori e accessori di arredo. Sono consiglieri inconsapevoli, che captano il cambiamento e lo trasmettono con il loro stesso stile di vita.

Oggi si parla tanto di ecologia e sostenibilità. Lei pensa che questi temi influiscano anche sull’arredamento e i suoi accessori?

Assolutamente sì, non solo per le tendenze – con un’attenzione crescente ai tessuti naturali come il lino, la lana e la seta, e ai colori della terra, agli ecru, ai sabbia –, ma anche per la sostenibilità dei prodotti e la loro tracciabilità. In questo senso, è piuttosto rilevante che il prodotto sia “fatto in Italia”, per le garanzie che dà al cliente. Oggi le persone di vent’anni sono molto sensibili ai temi dell’impatto ambientale, quindi recepiscono il messaggio dell’ecologia anche nella moda. Ecco perché nel nostro settore sono molto importanti le ricerche che consentono di trasformare un tessuto naturale al cento per cento per un utilizzo nella casa moderna.

Come nelle botteghe del rinascimento, lei e sua moglie Patrizia Zani, insieme ai vostri collaboratori, siete impegnati in una costante ricerca della combinazione degli elementi che contribuiscono a produrre collezioni made in Italy. Considerando che il nostro paese non ha mai avuto disponibilità di grandi quantità di materie prime, forse la nostra cultura e la nostra arte, oggi come nel rinascimento, stanno proprio nella combinazione… 

Nel rinascimento le botteghe assemblavano, elaboravano, combinavano prodotti che venivano da altri paesi. Anche le nostre tende sono frutto della combinazione e dell’elaborazione dei tessuti che riusciamo a trovare dai vari produttori italiani. La filosofia è la stessa del rinascimento: inventare qualcosa che dia soddisfazione prima di tutto a chi lo realizza. Per questo i prodotti copiati non sono altrettanto belli, e il cliente dotato di sensibilità lo riconosce.

Di rinascimento ci sarebbe bisogno in tutti i settori, anche come rinascita intellettuale. Sarebbe un volano molto importante se ricominciassimo a pensare in termini di rinascimento. Invece, mi sembra che si proceda a rilento, nonostante nel nostro paese abbiamo tante persone preparate. Un esempio evidente è Milano, capitale della moda, che anche per il settore dei tendaggi ospita fiere importanti. Il fatto che, in vista dell’Expo 2015, stia rinascendo nel suo centro storico ci fa capire come, quando c’è l’urgenza, siamo capaci di fare cose straordinarie, mentre di solito, dinanzi a un’idea grandiosa, intervengono tanti freni dettati soprattutto dalla paura delle speculazioni, delle ideologie dominanti o dei cosiddetti poteri forti. Anziché realizzare nuovi progetti, ci si arena dietro l’ideologia. Ma se, per esempio, dobbiamo costruire delle botteghe, non possiamo fermarci dinanzi alla paura che l’artigiano potrebbe darsi una martellata sul dito e quindi il suo non sarebbe un lavoro abbastanza sicuro. Può capitare che con la colata del ferro fuoriesca qualche vapore, ma se indossa una maschera protettiva non corre grandi pericoli.