LA DIMENSIONE INTELLETTUALE DELLE IMPRESE

Qualifiche dell'autore: 
presidente di So.Sel. S.p.A. (Servizi Enti Locali)

Negli interventi di Sergio Dalla Val e Anna Spadafora alla conferenza L’amore e la crisi (1° marzo 2011), organizzata dal Lions Club di Sassuolo, da lei presieduto, è emersa un’accezione nuova di economia, non più vincolata al do ut des, ma basata sulla funzione di zero, che quindi non ha più bisogno di avere per dare. L’economista per antonomasia può essere definito l’amore che, come dice il proverbio, “dà quel che non ha, e più ne dà più ne ha”. Come riscontra questo nell’esperienza della So.sel.?

Dare ciò che non si ha non è facile, ma è ciò che avviene tutte le volte in cui si crea una nuova domanda. Innanzitutto bisogna cercare di capire che cosa dare e come far sorgere una domanda, un nuovo bisogno nel cliente. Spesso le aziende propongono prodotti e servizi che hanno già, ma innovare vuol dire anticipare una richiesta che il mercato non ha ancora espresso o che è latente. Innovare vuol dire dare più degli altri competitors e quindi dare ciò che non si ha. Chiaramente, proprio qui sta la prova che le aziende non esistono in quanto tali, ma sono le persone a farle esistere e a decidere della loro riuscita.

L’esperienza della So.sel. in questo senso è emblematica, considerando che in poco tempo ha aumentato in modo esponenziale il fatturato, attraverso l’assunzione di nuovo personale a cui ha impartito una formazione specifica sui servizi che man mano si sono aggiunti a quelli precedenti, in direzione dell’outsourcing globale…

Noi partiamo dal presupposto che le persone, attraverso la formazione, creano valore aggiunto non solo perché fanno aumentare la qualità, ma anche perché danno all’azienda la possibilità di sviluppare nuovi servizi a cui l’azienda non aveva pensato, facendo nascere nuovi bisogni e nuovi mercati. Di recente, per esempio, avevamo l’esigenza d’implementare un nostro programma informatico. Ebbene, abbiamo trovato un giovane programmatore che non solo risponde perfettamente alle nostre esigenze, ma riesce ad andare oltre: con le sue idee e innovazioni sta sviluppando un nuovo programma che offre molto di più rispetto alla nostra idea iniziale. Il nostro compito è anche quello di non arroccarci sulle nostre convinzioni, ma dare fiducia e far crescere nuove idee.

Spesso si dice che le piccole aziende devono aumentare la loro dimensione per affrontare meglio le difficoltà della trasformazione. Tuttavia, molte piccole e medie aziende sono riuscite a vincere sui mercati di tutto il mondo, grazie alla loro dimensione di materia intellettuale, anziché trincerarsi dietro presunti limiti…

Anche questo è un aspetto che viviamo sul campo. La crescita dell’azienda si basa sulla valorizzazione della materia intellettuale. È chiaro che per crescere occorre fare ricerca, per cui sono indispensabili ingenti risorse economiche. Ma è anche vero che una piccola azienda può trovare sinergie con una grande che invece ha tutto l’interesse ad attingere all’esperienza di una realtà che, per quanto piccola, ha una conoscenza specifica di un settore, laddove la grande ne ha una più vasta e generica.

Possiamo fare un esempio concreto?

Attualmente, stiamo realizzando un progetto di telelettura e telegestione con un’azienda leader nella gestione del dato. La lettura dei contatori di energia elettrica, acqua e gas è da sempre il nostro core business e tuttora riveste il 40 per cento del fatturato. Con lo sviluppo delle nuove tecnologie, si tende a trasformare i servizi in direzione della telelettura e della telegestione. Se nel caso dell’energia elettrica la lettura da remoto è abbastanza semplice perché può basarsi sugli impulsi elettrici già esistenti, per i contatori del gas, per esempio, abbiamo a che fare con apparecchiature quasi meccaniche, che richiedono di dotarsi di un’infrastruttura software per la gestione delle comunicazioni, in grado di ricevere i dati della telelettura e di trasferirli nel sistema gestionale. Ecco perché abbiamo instaurato una sinergia con una grande azienda, che ha già al suo attivo la creazione di software avanzati per la gestione di servizi a distanza, mentre noi, che finora abbiamo fornito questo servizio in modo tradizionale, possiamo dare un apporto per sviluppare il programma di telelettura nel modo più adeguato alle reali esigenze del cliente.

Partendo da un progetto di tipo economico, siamo arrivati all’esigenza intellettuale di mettere insieme due patrimoni di conoscenza per dare il miglior prodotto possibile.

Dire materia intellettuale vuol dire anche formazione culturale dell’imprenditore. Quali sono le sue letture preferite?

Anche se ho una formazione tecnica, i miei interessi sono prevalentemente umanistici: mi sono da sempre dilettato nella lettura della poesia, della filosofia e della letteratura. Nel mio lavoro rievoco spesso massime contadine come questa, che mio padre mi trasmetteva: “Nella tua vita cerca di essere l’ultimo dei primi e non il primo degli ultimi”. E, in effetti, ho dovuto dargli ragione, perché quando sei il primo non hai niente da imparare e rimani dove sei, quando sei l’ultimo dei primi invece vuoi andare sempre più avanti, capire sempre di più, imparare anche cose che non sembrano interessanti, ma che poi si rivelano una base solida per la crescita.