L'ARTE NELLE NOSTRE CASE CON L'AFFRESCO DIGITALE

Qualifiche dell'autore: 
presidente di Graphic Report S.n.c., Conselve (PD)

L’arte contemporanea è spesso mossa da una furia iconoclasta erede dell’arte concettuale, dove non importa tanto l’immagine quanto l’idea, che si suppone preesista all’opera. In questo approccio, lo spazio è inteso come un contenitore da riempire o da lasciare vuoto, ma sempre partendo dal presupposto che l’artista sia colui che lo trasforma, il demiurgo che plasma la materia attraverso un percorso di sofferenza soggettiva, di cui rimarrebbe traccia nell’opera, che perciò assume un carattere di reliquia. Eppure, il nostro paese vanta l’ottanta per cento del patrimonio artistico mondiale proprio grazie alle immagini che il rinascimento ha prodotto, alla pittura come scrittura dell’esperienza, come la intendeva Leonardo da Vinci, immagini che hanno incominciato anche a viaggiare, con l’invenzione della tela.
Oggi, gli strumenti per la produzione, lo sviluppo e la diffusione delle immagini artistiche in tutto il mondo hanno raggiunto traguardi impensabili, come testimonia anche l’arte digitale. Allora qual è il contributo che Graphic Report sta dando in questa direzione con l’invenzione della tecnica Tattoowall®, il digital murales brevettato nel 1999?
Il terzo millennio non ha ancora un’iconografia di riferimento come quelle che hanno caratterizzato epoche precedenti: se il rinascimento ci sembra troppo lontano, basti pensare allo stile liberty, all’art déco e allo stesso futurismo, la cui impronta rimarrà per sempre su piccoli oggetti come su grandi palazzi. La nostra epoca invece finora ha privilegiato immagini da consumare in breve tempo, nate per le campagne pubblicitarie, che non lasciano traccia nella nostra memoria. Ebbene, credo che sia venuto il momento di trarre il massimo vantaggio dalle nuove tecnologie per fare entrare l’arte nelle nostre case, oltre che attraverso le tele, anche con l’affresco digitale, che dovrà sempre più contribuire all’iconografia del terzo millennio. Questo vale tanto più se pensiamo che gli stessi artisti oggi utilizzano le tecnologie informatiche nella loro produzione e rendono così infondato quel pregiudizio che qualche anno fa contrapponeva la mano al computer.
Forse si considerava più facile e alla portata di tutti l’invenzione di un’immagine attraverso un programma di grafica…
Chi non conosce le difficoltà legate alla grafica pensa che basti impostare un programma perché il computer faccia tutto da sé, tende a classificare l’arte digitale come secondaria e ad assumere l’atteggiamento nostalgico di chi si ostina ad ascoltare i dischi in vinile, senza pensare alla perdita di qualità del suono. Nella bottega in cui ho iniziato a lavorare trent’anni fa, avevo il compito di rompere le pietre per ricavarne la polvere da mescolare alle resine per ottenere i colori. Oggi, per trovare il colore adatto a una decorazione o per ritrovare il colore della riproduzione destinata a un digital murales, i nostri collaboratori utilizzano il mouse e lo scanner che visualizza sul monitor l’immagine originale, e occorrono diverse ore di prove di stampa prima di raggiungere il risultato ottimale. L’obiettivo è lo stesso, anche se si ottiene con strumenti differenti, con il vantaggio che il colore, una volta identificato, si può conservare e utilizzare per altre opere. Inoltre, la tecnologia consente all’architetto che progetta un’immagine di trasmetterla con grande precisione al grafico che la compone, il quale a sua volta la invia al decoratore che la applica.
Oggi, la mano è sempre più collegata al cervello tramite la macchina e le moderne rappresentazioni di immagini fanno percepire molto bene questo modo operativo. Pensiamo a opere come quelle di Alessandro Taglioni. È impossibile immaginare la realizzazione di opere come queste – bellissimi esempi del modo in cui il segno nel terzo millennio combina lettere, numeri, colori e prospettive – con le tecniche classiche; senza la tecnologia, è impossibile che la mente umana da sola riesca a pensare immagini simili e un artista riesca a trasformarle in materia. La tecnica di Tattoowall® consente di riprodurre le opere d’arte su pareti o interi palazzi e di utilizzarle come se fossero affreschi, quindi, nuove opere. Questo vale a maggior ragione per le opere digitali, perché partiamo dal file creato dallo stesso artista, che può anche applicare modifiche o ulteriori ritocchi all’opera, una volta riportata sulla parete. Ma la cosa più importante è che in questo modo l’artista può andare oltre il piccolo supporto per arrivare, come in passato, alla materia e ai muri.
Se all’inizio fornivate ai decoratori gli affreschi già stampati, oggi fornite la vostra carta speciale agli stampatori digitali, che sono diventati i principali divulgatori della tecnica Tattoowall®. Questo comporta una maggiore diffusione dell’arte sulle pareti di tutto il mondo…
All’ultima edizione della Viscom Italia, una delle più importanti fiere europee della comunicazione visiva, che si è tenuta lo scorso novembre a Milano, abbiamo presentato il prodotto di una ricerca iniziata nel 2007. Adesso siamo in grado di spedire la nostra carta neutra, in modo che ciascun decoratore e ciascuna azienda in possesso di un impianto di stampa digitale possa personalizzare il lavoro. Sono già tante le richieste da vari paesi come la Russia, gli USA, l’Europa e la Cina, dove l’utilizzo della nostra tecnica contribuisce alla divulgazione dell’arte in generale. Far crescere il nostro mercato mondiale ci permette di proseguire nella ricerca per il miglioramento di questa carta che sarà la sfida dei prossimi anni.