PROPOSTE PER LA VALORIZZAZIONE DEL CENTRO STORICO

Immagine: 
Qualifiche dell'autore: 
presidente di Confcommercio Imprese per l'Italia Ascom Bologna e di Cofiter-Confidi Terziario Emilia Romagna

Le politiche amministrative delle città italiane dovranno tenere conto delle direttive UE nella gestione delle risorse energetiche in misura crescente nei prossimi anni. Anche l’amministrazione di Bologna pare andare in questa direzione e dallo scorso luglio ha promosso una prima modalità di pedonalizzazione con i T-days (come ricorda nella sua intervista sul numero 49 della “Città del secondo rinascimento”). Dalle dichiarazioni che periodicamente ha rilasciato al nostro giornale sembra però che la questione che si pone come urgente per il centro storico della città sia quella di una sua decisa valorizzazione. Quali sono i provvedimenti che occorrerebbe attuare in questa direzione?

Il centro storico di Bologna è qualificato dalla presenza delle attività commerciali di eccellenza che ospita e che ancora costituiscono un’importante attrattiva. Tuttavia, il contesto in cui queste attività operano non è adeguato alle loro esigenze. Per valorizzare il centro storico come vero e proprio “Centro commerciale naturale”, occorre fare investimenti in infrastrutture e favorire la comodità di accesso per chi proviene da altre città. Inoltre, è molto importante intervenire con quella decisa politica di riqualificazione che in questi anni è stata sostenuta da tanti comuni della provincia, oltre che dalla nostra Associazione, di concerto con le singole amministrazioni comunali. Questo a Bologna non è mai stato fatto. Oggi, il Comune parla finalmente di riqualificazione e di fondi regionali e nazionali calcolati in una cifra globale di circa ventitre milioni. La riqualificazione urbana, però, ci sarà solo se le singole aree destinatarie saranno disponibili a farla. Se non si procederà in questa direzione, il rischio sarà l’indebolimento del tessuto commerciale di quelle aree che, vessate da ulteriori restrizioni, difficilmente potranno impegnarsi in nuovi investimenti. Ciascuna attività commerciale, infatti, potrà accedere a un contributo a fondo perduto in percentuale sull’investimento totale, ai sensi della Legge regionale n. 41/1997, art. 11 “Interventi nel settore del commercio per la valorizzazione e la qualificazione delle imprese minori della rete distributiva”. È la stessa legge che permette di utilizzare i fondi, ad esempio, anche per l’illuminazione delle strade o per l’allestimento di panchine e altri elementi di arredo urbano. È importante che l’attività sia motivata a partecipare alla riqualificazione: in caso contrario, quando si procederà finalmente alla riqualificazione, le attività già indebolite da un sistema amministrativo che non le favorisce, non potranno dare il loro contributo.

Ascom Confcommercio ha già presentato una proposta di riqualificazione attraverso il recupero di alcune piazze e di altre aree specifiche, ma è chiaro che la direzione principale spetta all’amministrazione comunale.

Bologna ospiterà in autunno la prima fiera sulle Smart City, le città intelligenti. È una “città intelligente” anche quella che punta alla valorizzazione delle attività commerciali che la rendono viva?

È diffusa l’idea che la modernità sia costituita da investimenti in nuove tecnologie, non considerando quello che esiste già e che va mantenuto e rilanciato.

Non credo che si possa qualificare Bologna come città intelligente all’avanguardia rispetto alle nuove tecnologie non inquinanti: ha ancora tanti traguardi da raggiungere in questo senso, basti considerare che nella città finora non sono state installate colonnine di ricarica per i mezzi elettrici, per esempio.

La Smart City è una città che si adegua al nuovo, non tanto riscoprendo la tradizione della bicicletta, ma investendo anche in forme di mobilità moderna che permettano a tutti di spostarsi senza inquinare. Inoltre, la città è intelligente se si preoccupa di mantenere il verde esistente, rilanciando le attività commerciali pedecollinari, come quelle in Porta San Mamolo o nelle trasversali di via Murri e via Saragozza, che rendono vivo questo straordinario parco naturale. Quello che la città ha costruito con le sue attività commerciali nei secoli non si può azzerare, ma esige di essere adeguato alle nuove esigenze.

Anche lungo questa politica, Ascom ha avviato un progetto di “taggatura” delle vetrine dei negozi, in modo che chi arriva in città abbia in breve tempo una mappatura storica e commerciale con il semplice utilizzo del cellulare. Abbiamo incominciato con un esperimento nel palazzo della nostra sede in Strada Maggiore e ora stiamo procedendo con alcune vetrine di attività del centro storico.