EDILIZIA: LA SCIENZA NUOVA PER L’AMBIENTE
Nel corso della sua attività edile lei ha
progettato e costruito edifici diversi, fra palazzine, appartamenti e villette.
Come ha constatato l’integrazione fra natura, scienza, quindi tecnologia, e
impresa?
Da quando è
stato aperto il dibattito sui temi del risparmio energetico e delle nuove
normative che disciplinano le classificazioni degli edifici, a seconda che
utilizzino una certa percentuale di energie rinnovabili, abbiamo registrato una
svolta nel nostro settore. Anche il costruttore è divenuto interlocutore nella
gestione dell’ambiente urbano. Ma la tecnologia non ha inciso solo in questi
termini nel nostro lavoro perché ha avviato un altro modo di progettare gli
edifici che tiene conto di ulteriori indici del comfort abitativo. Oggi, per
esempio, chi costruisce un edificio deve considerare anche la sua corretta esposizione
alla luce del sole. L’imprenditore deve saper integrare le risorse della natura
e quelle della tecnologia. Questo approccio alla scienza edile è assolutamente
nuovo. Non si tratta più soltanto di ridurre i consumi e le emissioni
inquinanti nell’ambiente. Un’abitazione che non ha dispersioni termiche e che
sfrutta correttamente la luce solare, per esempio, offre anche la possibilità
di vivere meglio gli ambienti interni.
L’imprenditore
edile può intervenire in comparti di riqualificazione, ma anche in quelli più
ampi come le zone di espansione. In questi casi, il progetto urbanistico
prevede la costruzione di giardini, parchi, piste ciclabili e percorsi pedonali
ancora prima di quello dell’appartamento o del palazzo che ha in programma. In
un nostro intervento nel comune di Villanova di Castenaso, per esempio, abbiamo
realizzato anche il parco pubblico e i percorsi ciclabili che collegano il
comparto al vicino centro commerciale e alla parrocchia, inaugurando un nuovo
stile di vita che consente ai futuri abitanti della zona di vivere la natura in
maniera differente. In questo caso non si tratta della natura naturalistica,
come può essere intesa quella della campagna, ma di un buon disegno urbanistico
che integra le esigenze dell’ambiente con quelle dell’uomo, valorizzando
peraltro ciò che già esisteva, come il centro commerciale e la parrocchia.
Sono due gli
aspetti che consentono di ottenere la qualificazione delle aree abitative. Uno
riguarda la progettazione degli edifici e l’altro la valorizzazione
dell’ambiente circostante. Tengo a sottolineare che ciascun comparto di
espansione è studiato e ragionato per le esigenze dell’uomo e dell’ambiente,
contrariamente all’opinione di quanti hanno inteso in modo ideologico il
contributo dell’attività edile in contrapposizione con l’ambiente. In ciascun
intervento non si tratta mai della cementificazione brutale, ma di un disegno
urbanistico che tiene conto di diversi aspetti e che per questo rappresenta una
risorsa per la collettività, anche oltre la zona di costruzione. Nel comune di
Zola Predosa, per esempio, abbiamo costruito anche un importante impianto di
teleriscaldamento che serve il comparto edificatorio e parte della cittadina.
Nell’intervento
urbanistico Residenza Porta Saffi, ci siamo avvalsi di tecnologie
all’avanguardia: abbiamo progettato un edificio energeticamente indipendente,
predisponendo un sistema che utilizza la corrente elettrica come unica risorsa.
Per ottenere questo risultato è sufficiente che ciascun appartamento sia dotato
di un proprio scambiatore idronico che scambia la corrente prodotta
dall’impianto fotovoltaico posto sul coperto del fabbricato, anche questo
indipendente per ciascun appartamento. L’illuminazione, il riscaldamento e
anche la cottura sono avviati dal medesimo processo, senza l’utilizzo di
impianti a gas o di caldaie. Questo consente maggiore libertà nella gestione
del singolo appartamento, meno spese condominiali e risparmi sui consumi, dal
momento che in questo caso si tratta di un’unica bolletta, quella elettrica.
Inoltre, abbiamo predisposto colonnine di ricarica per veicoli elettrici nelle
zone condominiali dell’edificio.
Con questo
ultimo intervento abbiamo integrato le nuove tecnologie in un contesto
abitativo in cui la maggior parte degli edifici è stata costruita negli anni
quaranta e cinquanta, senza contare quelli ancora più datati del limitrofo
centro storico, che hanno grandi dispersioni di energia.
Il privato che acquista in centro o in zone
limitrofe può trovarsi di fronte a due possibilità: acquistare un appartamento
in un edificio già esistente o in uno nuovo. Ci sono agevolazioni per chi
investe in abitazioni costruite secondo nuovi standard qualitativi?
Per decenni,
l’acquisto di un appartamento nuovo o di uno usato aveva la medesima
imposizione fiscale. Negli ultimi anni, chi acquista un appartamento usato è
tenuto a pagare l’imposta non sul valore di acquisto ma sul valore catastale,
che spesso è più basso anche della metà rispetto a quello di acquisto.
Pertanto, chi acquista un appartamento nuovo paga di più in termini fiscali e
quindi è disincentivato a investire nel nuovo rispetto all’usato. Inoltre,
questo contesto non favorisce gli sforzi dell’azienda costruttrice che si
impegna nella progettazione e nella costruzione di un edificio a basso consumo
energetico. A ciò si aggiunge un altro elemento: chi compra un appartamento
usato usufruisce delle detrazioni fiscali per la ristrutturazione edilizia, che
oggi sono dell’ordine del 50 per cento e del 65 per cento in caso di
riqualificazione energetica, ma quell’immobile non ha nulla a che vedere con i
vantaggi per l’ambiente che offre l’edificio nuovo. Ecco perché ritengo siano
poco rilevanti le agevolazioni fiscali sul rinnovo degli infissi. Una
riqualificazione energetica efficace dovrebbe coinvolgere l’intero edificio e
non un singolo appartamento. Il risultato è che la costruzione nuova non è
intesa dal privato come un vantaggio e noi costruttori, che siamo impegnati a
costruire con criteri più rispettosi dell’ambiente, non abbiamo alcun tipo di
agevolazione.
Ormai i
tempi sono maturi perché chi si occupa di ambiente, a livello sia nazionale sia
locale, e deve rispondere del protocollo di Kyoto, si confronti con chi segue
gli aspetti fiscali, in modo da incentivare l’acquisto di nuove abitazioni in
classi energetiche elevate con un’imposizione fiscale più equilibrata. Questo
tema non può più essere trascurato perché gli impianti obsoleti delle case
costruite negli scorsi decenni sono una delle principali cause d’inquinamento,
addirittura maggiore di quella degli autoveicoli, e intervenire sulla questione
casa può comportare la riduzione significativa delle emissioni inquinanti.
ANCE promuove da tempo l’apertura di un tavolo di
concertazione in questo senso, ma bisogna abbandonare ideologie e pregiudizi che
identificano il costruttore come cementificatore votato al consumo di suolo.
Oggi non è assolutamente così. I processi di riqualificazione non hanno nulla a
che vedere con questo pregiudizio, perché intervengono dove il suolo è già
utilizzato. In ogni caso, è bene ricordare che i progetti di espansione
urbanistica sono condivisi con le amministrazioni locali, perché lo strumento
urbanistico è predisposto per essere condiviso con amministrazioni e cittadini.
Ritengo per questo che si possa fare ancora molto e meglio.