LA FORMAZIONE NELL'AZIENDA È UN VANTAGGIO PER LA COLLETIVITÀ

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presidente di Officina Meccanica Marchetti Srl, Sala Bolognese (BO)

Negli ultimi anni, le moderne tecnologie hanno favorito la diffusione dei materiali termoplastici, in alternativa o in sostituzione dei metalli. La ricerca e l’applicazione di questi materiali speciali ha richiesto di avvalersi sempre più dello stampaggio a iniezione, di cui la vostra azienda è leader. Qual è il contributo che la vostra Officina Meccanica offre alla comunità?
Il contributo principale viene dal modo in cui nostri collaboratori vivono all’interno dell’azienda, dove ciascuno è libero di alimentare le proprie aspirazioni. Nelle piccole e medie imprese locali, non si trasmette soltanto la formazione tecnica, ma anche un modo di vivere, lavorando fianco a fianco. Il tempo che l’imprenditore trascorre accanto ai propri dipendenti non può più essere inteso soltanto come un rapporto di lavoro, ma ha effetti anche nella comunità: quando gli individui si abituano a vivere in questa logica della fiducia, anche la società ne trae beneficio, perché ciascuno è teso a ragionare prima di parlare e di fare. E credo che questa pratica sia il compito principale che svolgono le nostre aziende, offrendo una formazione che non rilascia diplomi, ma effetti pragmatici nella città, che vanno oltre le aspettative lavorative.
In che termini la formazione si svolge nelle aziende?
Attualmente, non possiamo interpellare gli apprendisti per quello che hanno imparato a scuola, perché in essa manca l’ascolto delle necessità delle imprese. Come si può pretendere che la scuola offra una formazione all’avanguardia, se ignora quel che incontreranno gli studenti nel momento in cui entreranno in azienda? Spesso i docenti non sono curiosi di sapere che cosa c’è oltre l’ambito scolastico, eppure, essi svolgono la difficile funzione di educatori e dovrebbero avere una preparazione elevata e continuativa. Inutile aggiungere che dovrebbero essere retribuiti di conseguenza, perché lavorano su una materia speciale che non dà i suoi frutti in tempi brevi.
Siamo noi imprenditori ad assumere, invece, l’onere di formare questi giovani a nostre spese. È un investimento più costoso dell’acquisto di nuovi macchinari, perché occorrono almeno dai tre ai cinque anni perché l’apprendista riesca a dare il proprio contributo all’azienda. Questa considerazione vale anche quando vengono da noi ragazzi che hanno conseguito il diploma o la laurea. Circa cinque anni fa, per esempio, abbiamo assunto un ingegnere che soltanto adesso incomincia a dare i primi risultati rispetto a ciò che ha imparato finora.
Quali sono le novità nel settore?
Noi siamo costruttori di stampi per la produzione di particolari in termoplastica o in silicone liquido e fino a pochi anni fa il mercato ci chiedeva soltanto di costruire stampi sulla base delle informazioni che i clienti ci fornivano, mentre la fase successiva alla costruzione, il collaudo, era loro compito. Adesso non è più così. La fase successiva alla costruzione dello stampo, di pre-campionatura e preserie di produzione, è attuata nella nostra officina. Per assolvere alla nostra nuova funzione, dobbiamo avere competenze tecniche ulteriori, per questo abbiamo assunto un dottore in chimica. Le è mai capitato di notare che l’automobile nuova, rimasta al sole per alcune ore, ha presentato qualche disfunzione momentanea nel momento in cui è stata messa in moto? In questi casi, per esempio, i comandi elettrici non funzionano e questo accade per ragioni precise. La struttura dei componenti in plastica delle apparecchiature dell’automobile varia a seconda che sia soggetta a fonti di calore più o meno alte o ad altri fattori. È importante conoscerne le caratteristiche per certificare se lo stampo che abbiamo costruito sia idoneo alla sua funzione. Nella maggior parte dei casi, infatti, i materiali termoplastici non sono amorfi, ma soggetti a modifiche. È necessario prevedere queste trasformazioni della materia nel momento in cui si procede alla stampa, in modo da ridurre al minimo le trasformazioni che intervengono negli anni successivi alla produzione dell’articolo. Se un pezzo di plastica si rompe appena lo tocchiamo, questo non significa che la plastica non sia di qualità, ma dipende dal fatto che il materiale non è stato processato in modo corretto. Le catene polimeriche presenti al suo interno non sono state disposte in modo preciso durante la fase di stampaggio e ciò ha prodotto un difetto nel particolare. Questo difetto non è subito evidente, ma si produce nel lungo periodo.
Ecco perché i nostri dipendenti non possono più essere considerati operai non qualificati, perché l’opera che prestano esige una manualità che si integra con le conoscenze tecniche acquisite in anni di pratica.
In Francia, a Oyonnax, è attiva l’università delle plasturgie per la formazione di ingegneri che intervengono in queste fasi di collaudo. In Italia, invece, è l’azienda a farsi carico di questa specializzazione. Ma ciò non viene inteso e spesso, per esempio, le aziende vengono accusate di sfruttare l’apprendistato. Come se assumessero apprendisti senza insegnare loro alcunché. Nella maggioranza delle imprese, l’apprendistato ha un valore specifico. È necessario insegnare il mestiere all’apprendista per fare in modo che sia in grado di contribuire alla produzione. Ma non solo: in questi anni, quell’apprendista imparerà molte altre cose che non sono soltanto tecniche, ma qualcosa di più, come lo spirito collaborativo, per esempio. La scomparsa delle chiavi degli armadietti è fra le cose che apprezzo di più nella nostra azienda: fino a quindici anni fa, i nostri migliori collaboratori, poi andati in pensione, avevano l’abitudine di chiudere gli attrezzi ciascuno nel proprio armadietto, custodendoli gelosamente perché erano intesi come segreti del mestiere. Adesso, invece, non c’è più questo timore, e nemmeno quello di trasmettere ai colleghi diverse informazioni, di cui ciascuno farà un uso diverso a seconda della propria funzione nell’azienda. Si è instaurato un clima di fiducia reciproca che aiuta l’individuo a formarsi. L’apprendistato che si svolge nelle piccole e medie aziende è una risorsa inestimabile per la comunità.