l’ACCOGLIENZA E l’ASCOLTO NELL’ AZIENDA

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presidente di Sefa Holding Group Spa, Sala Bolognese (BO)

In oltre cinquant’anni di esperienza nella siderurgia, che raccontiamo lungo gli appuntamenti con “La città del secondo rinascimento” e che si possono leggere anche accedendo al vostro sito www.sefa.it, quali sono gli elementi che hanno consentito al vostro Gruppo S.E.F.A. Acciai S.p.A., con le consociate TIG Titanium International Group e S.E.F.A. Acciai Lavorazioni Meccaniche, di avviare il processo di qualificazione? Prima di tutto ho avuto la fortuna di godere di buona salute fisica e intellettuale, e questa è una base importante per portare a maturazione le acquisizioni di anni di ricerca e pratica nella siderurgia. Inoltre, per me è sempre stato importante sperimentare nuove tecniche: questo è lo stesso spirito con cui abbiamo indagato e sviluppato la nuova tecnologia in 3D dell’Additive Manufacturing (AM), che trasforma le polveri metalliche d’acciaio, titanio e leghe in particolari meccanici. Stiamo avviando lo studio di questa tecnologia, la sua promozione e diffusione con la collaborazione del nostro concessionario e produttore Uddeholm: il nostro compito è quello di trasmettere i vantaggi di questa tecnologia a altre imprese, che supportiamo prima e dopo la vendita. Nel 2000, quando abbiamo incominciato a diffondere la cultura tecnica dell’applicazione del titanio, pochi ne conoscevano i vantaggi. Oggi siamo diventati l’azienda di riferimento nel settore. La proposta di migliorare le proprie performance, unita alla preparazione tecnica, fa della nostra azienda un interlocutore di fiducia e di riferimento anche per altri aspetti. Quando ho deciso di affrontare la nuova sfida dell’AM, qualche amico si è meravigliato della mia esigenza di cimentarmi in nuove scommesse, ma l’obiettivo dell’imprenditore è dare prova di riuscita, trascinando anche altri, collaboratori e clienti, nella scommessa che compie e nel progetto in cui crede. La forza costante della nostra impresa sta nel trasmettere qualcosa di utile e di costruttivo che arricchisca chi ascolta, non solo in senso materiale, ma anche intellettuale. Le conversazioni più interessanti spesso si sono svolte davanti a un caffè, raccontando a altri imprenditori le esperienze del settore maturate all’interno delle aziende clienti. Senza la trasmissione della propria esperienza, attraverso il racconto di quel che facciamo e di quello che abbiamo in programma di fare, il mondo produttivo continuerebbe a crescere, ma il patrimonio di conoscenze tecniche, e non solo, sarebbe perduto per sempre, dando adito a luoghi comuni che non corrispondono alla realtà tecnologica in cui viviamo. Sono ancora tanti, per fortuna, i giovani che hanno l’esigenza di ascoltare chi ha maturato una lunga esperienza nel settore: questa trasmissione di testimonianze e di esperienze alle nuove generazioni oggi è importante e resta il modo migliore per integrare passato e futuro. Lei ritiene che tale approccio giovi all’immunità dell’azienda? La ricerca della qualità e della perfezione è sempre stata essenziale nel Gruppo. L’immunità è costituita dal modo in cui interveniamo nel nostro lavoro: un modello che favorisce l’emulazione. Inoltre, è importante rendersi disponibili, in modo da non far pesare a chi ci ascolta la fortuna di essere nati in un periodo in cui il paese registrava un’economia in crescita, come nel mio caso. Oggi non sono tanti coloro che possono dare testimonianza di cinquant’anni di storia nel settore e di fiducia da parte dei clienti. Quali sono le armi vincenti per nutrire questa tensione verso la riuscita? È sempre stato essenziale esercitarmi nell’accoglienza costante. Fra i miei collaboratori, per esempio, non freno chi propone nuove idee, lo valorizzo e lo incito a migliorare. Lo sostengo e lo difendo da chi invece preferirebbe mantenere lo “status quo”. Inoltre, offrire piccole e grandi responsabilità favorisce il coinvolgimento di ciascuno. Il nuovo reparto di lavorazione meccanica, S.E.F.A. Machining Center, è nato così. Poi, a qualcuno abbiamo anche riconosciuto l’impegno profuso. Ciascuno partecipa con le proprie capacità e con il proprio impegno alla crescita dell’azienda e a tale scopo registriamo in un’apposita bacheca gli obiettivi raggiunti e quelli che abbiamo in programma di raggiungere. In questo modo ciascuno è sollecitato a abbandonare i propri personalismi per procedere con più decisione nella direzione da intraprendere. Ci siamo sempre attenuti a questa regola: accogliere e ascoltare chi entra in azienda, perché ciascuno ha sempre qualcosa da donare e noi abbiamo sempre qualcosa di nuovo da imparare. Talvolta non interviene la logica del dono e dello scambio… Questo accade a chi vuole un ritorno immediato e ha sempre un interesse personale, quindi soppesa ciò che dà. Noi non pesiamo quello che facciamo. Quello che facciamo per gli altri è valutato nel senso che dobbiamo sicuramente perseguire un risultato economico, ma la ricchezza degli incontri avviati con ciascuno non è pesabile. Nella nostra azienda vige la logica dello scambio: chi dà, sicuramente, riceve. Ma riceve non secondo la logica del puro e semplice valore economico, perché c’è soddisfazione quando interviene una novità, qualcosa cresce e fa crescere, scardinando le barriere dei personalismi. Ciascun giorno siamo debitori e grati verso chi continua a dare il proprio contributo collaborando in un contesto di gruppo. Chi si lamenta, invece, non è grato per quello che ha avuto e è egoista perché pensa soltanto al “proprio mondo”. L’imprenditore è aperto alla novità, non può chiudersi in se stesso, perché quello che impara e governa esige di essere condiviso con gli altri, in senso tecnico e anche umano, altrimenti l’impresa non è una comunità pragmatica rivolta alla costruzione della città. Il valore dell’impresa è spesso valutato in denaro, ma il denaro viene poi usato per offrire beni utili alla comunità, come strade, asili, ospedali e strumenti culturali rivolti a migliorare la vita dell’uomo. All’impresa dev’essere riconosciuto questo valore, invece di essere sottovalutata, emarginata e lasciata nell’indifferenza o addirittura considerata con fastidio. Quali sono i progetti per il 2017? Stiamo investendo oltre il 10 per cento del nostro fatturato in progetti per la costruzione di nuovi uffici dotati di impianti alimentati con energia da fonti rinnovabili, ma anche nella formazione di nuovi collaboratori. Dal 2008, anno della grande crisi, a oggi ne abbiamo assunti dieci in più: dieci famiglie e dieci stipendi in più. Ma proseguono anche gli investimenti in nuove macchine automatiche, in programmi informatici e impianti telematici. Vogliamo aumentare il fatturato del 7-8 per cento in più rispetto all’anno scorso e auspichiamo che il nostro sforzo sia apprezzato dalla comunità in cui operiamo.