LA SALUTE GLOBALE

Qualifiche dell'autore: 
docente di Medicina non convenzionale dell'Università di Bologna, direttore scientifico delle Terme Felsinee e del Circuito della Salute Più

Intervista di Anna Spadafora

Da alcuni giornali lei è stato definito manager della salute globale. In quale accezione la salute può dirsi globale?

 

La salute globale è la traduzione di una parola più complessa, l’olistica, quella scienza che parte da una visione completa della persona. La medicina occidentale seziona la persona nelle varie specializzazioni, per cui la affida al dermatologo, all’ortopedico, al gastroenterologo, a seconda dei casi. Purtroppo, a volte non è chiaro a quale clinica e a quale specialistica appartenga una patologia, proprio perché, segmentata la persona, non riusciamo più a comprenderla nel suo valore globale. La medicina orientale invece parte da una visione globale della persona. Se una persona dice che ha mal di testa, non si pone il problema del mal di testa come tale, ma lo considera nell’ambito della reattività del corpo e dell’impegno del corpo in rapporto al mal di testa. E allora, addirittura, quel mal di testa può derivare da un problema di squilibrio fra l’alto e il basso, vale a dire che la circolazione a livello degli arti inferiori è alterata rispetto alla circolazione a livello della testa, questione che non si pone assolutamente la medicina occidentale.

Quand’ero professore di Anatomia all’Università di Pavia, mi sono servito molto di quegli studi per vedere il rapporto che c’era fra i cosiddetti meridiani della medicina orientale, questi canali di energia, e le vie nervose. Lo studio della medicina orientale, abbinato a quello della medicina occidentale, mi ha portato nel ’75 a fondare la Scuola Internazionale della Nuova Medicina, che a Bologna ha avuto, dal ’75 al ’96, ventiquattromila persone, da tutte le parti d’Italia e anche dall’estero. È stato un fatto molto importante dal punto di vista culturale, abbiamo scritto dei libri, abbiamo portato avanti una battaglia. Nel ’75, quando inaugurammo la Scuola al Circolo della Stampa, c’erano molti medici che deridevano l’agopuntura cinese. Ebbene, oggi, da un’indagine recente, è risultato che il sessanta per cento dei medici è favorevole alla medicina cosiddetta non convenzionale. Tant’è vero che la FOM (Federazione dell’Ordine dei Medici) ne ha avallato in pieno l’anno scorso le varie proposte. Fino ad arrivare al punto che da quest’anno si avvia all’Università di Bologna, nell’Istituto di Medicina Legale, l’insegnamento, portato avanti dal sottoscritto, delle medicine non convenzionali.

 

Ma lei ha anche capito che la salute del corpo esige strutture nuove.

 

La medicina globale c’insegna a valorizzare al massimo tutte le potenzialità della persona. Ciascuno, secondo la filosofia di Bergson e di Marcel, è la sua corporeità, il mio io è il mio corpo, non c’è più la dicotomia tra spirito e materia. Nel primo millennio il manicheismo portava al dominio dello spirito sul corpo, poi, via via, l’Umanesimo e il Rinascimento hanno indubbiamente sottolineato i valori umani, e oggi siamo arrivati a un’ampia esaltazione della corporeità, ad opera del fitness, del wellness e di tutte le medicine orientali, quella ayurvedica, quella tibetana, quella cinese e quella coreana.

Allora, se il corpo è diventato il fulcro, tutti questi approcci alla persona – agopuntura, omeopatia, chinesiologia, fitoterapia, chiroterapia – sono una valorizzazione del corpo nella sua globalità. E quindi la medicina viene veramente servita alla persona nelle sue varie proposte. Per questo, oltre alla scuola, abbiamo creato strutture in cui la gente potesse vivere queste proposte. La prima grossa struttura è stata il Pluricenter, dove abbiamo creato le prime grandi palestre dedicate completamente al fitness medico. Il fitness è l’insieme delle metodiche che servono per aumentare la salute, quindi, occorre che sia fatto in una certa maniera.

 

Poi avete aperto le Terme Felsinee, come poliambulatorio dieci anni fa e come terme cinque anni fa. E il Villaggio della Salute Più…

 

Le Terme Felsinee sono l’unica struttura termale in una città. Alla fine del 2004 pensiamo d’inaugurare le Terme di San Luca, dove ci sarà un fiume lungo cento metri, profondo un metro e venti centimetri, in cui piove da tutte le parti acqua calda e acqua fredda, c’è la musicoterapia, la cromoterapia, l’aromaterapia – prima d’immergersi occorre avere superato l’esame medico –, è un gioco ma nello stesso tempo aiuta la vasodilatazione e la vasoprotezione.

Le Terme Felsinee le raddoppiamo e poi siamo d’accordo con i responsabili della città che Bologna verrà dichiarata città termale, fatto molto importante per l’immagine: tutti vedono Bologna come una città dal clima continentale, rigido, se verrà dichiarata città termale, immediatamente l’immagine cambierà. Bologna ha avuto le prime terme con l’imperatore Augusto, in via del Meloncello. Le ultime terme sono state chiuse nel ’53, in via Casaglia. Nel 1900 c’erano le Terme di Corticella. Bologna ha avuto una grande tradizione termale, che stiamo cercando di proseguire.

Noi abbiamo due tipi di acqua: una sulfurea, che ha quarant’anni, e una solfato-calcica, che ha sessant’anni. L’acqua termale ha sempre un’età, arriva da tanto lontano che impiega tutti questi anni. Le nostre acque molto probabilmente vengono dalla Toscana. L’acqua sulfurea dobbiamo tenerla tappata, perché altrimenti viene su uno zampillo di otto metri d’altezza. Le Terme Felsinee verranno potenziate e valorizzate, unitamente al lavoro degli Amici delle Acque, che contribuiscono a rendere Bologna una città d’arte e una città della salute globale.

Noi, per realizzare la salute globale, promuoviamo il “Circuito della Salute Più”, l’insieme di tutti i servizi collegati in rete, attraverso il quale siamo in grado di offrire servizi che vanno dalla medicina specialistica, alla medicina termale (in maggio inauguriamo le Terme dell’Agriturismo), alla medicina verde (il Villaggio della Salute Più), i tre grandi poli della medicina globale.