SCOMMETTIAMO SULL'APPORTO INTELLETTUALE DI CIASCUN LAVORATORE

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presidente di Officina Meccanica Marchetti Srl, Sala Bolognese (BO)

Nella vostra Officina Meccanica, la carta vincente per la progettazione e la produzione di stampi a iniezione è costituita anche dalla capacità d’inventare nuove combinazioni, che rendono unici i vostri stampi. In che modo la vostra realtà manifatturiera è anche una realtà intellettuale?
La realtà dell’impresa è costituita da chi s’interroga ciascun giorno intorno alle modalità e alle tecnologie su cui investire, in modo che l’azienda offra un prodotto sempre più all’avanguardia nel mercato e risponda con efficacia alle richieste dei clienti più esigenti. In questo senso, prima che stampi su misura, noi vendiamo un servizio che deve risolvere i problemi del cliente. Per ottenere questo risultato, occorre che l’impresa attui un processo di aumento, non tanto delle sue dimensioni, quanto nei termini d’investimenti in tecnologie e nella formazione dei collaboratori. Non sono soltanto le agevolazioni economiche che sollecitano l’impresa a migliorare le sue performance, ma è determinante che siano favorite le condizioni culturali per il suo avvio e per il suo sviluppo. Queste condizioni sembrano invece ostili negli ultimi anni.
In che modo il vostro servizio su misura è frutto della realtà intellettuale dell’impresa?
La fase della progettazione è molto importante perché si avvale dell’ingegno di ciascuno dei nostri collaboratori. Ma lo è anche la fase della costruzione dello stampo, quella in cui bisogna attuare il progetto in modo che risulti redditizio anche per la nostra azienda, senza diminuire la qualità della produzione.
Questo lavoro comporta che non ci siano più operai, intesi come meri esecutori della produzione?
Oggi, nelle nostre aziende, occorrono lavoratori di cervello, non operai che lavorino in modo esecutivo, come invece accadeva in passato. Prima di avviare la produzione, ciascuno è interpellato per valutare la maniera migliore di produrre lo stampo. Ecco che allora il “come fare” viene deciso non più da un operatore, che poi distribuisce le mansioni ai dipendenti, ma è il frutto del lavoro intellettuale dell’intera squadra. Per questo riconosciamo un premio a coloro che adoperano il loro ingegno per ottenere risultati efficaci. Nella logica sindacale i premi di risultato andrebbero distribuiti in maniera uniforme in azienda, ma nella logica dell’impresa, invece, il premio ha la funzione di valorizzare l’ingegno del singolo.
Nella vostra azienda premiate lo sforzo intellettuale…
Noi premiamo chi partecipa alla costruzione dello stampo con vantaggio per l’azienda e anche per il cliente. Ma non è tanto la prospettiva di ricevere un premio a stimolare i nostri collaboratori a ingegnarsi, quanto quella di divenire protagonisti della riuscita della nostra impresa. I nostri collaboratori sono operatori di cervello, che troverebbero subito un impiego in un’altra azienda, se dovessero trovarsi disoccupati, perché nella nostra Officina hanno ricevuto questo tipo di formazione: mettere a frutto il proprio l’ingegno. È chiaro che spetta a me raccogliere tutti i suggerimenti, perché la decisione spetta a chi rischia di più nell’azienda.
Bisogna sollecitare lo sforzo intellettuale dei collaboratori, che implica anche che io possa non ritenere sempre utile il suggerimento. Ma in tal caso non è sminuito l’apporto di ciascuno, perché nella nostra azienda conta questo modo di ragionare. Ne parlavo di recente con uno dei miei figli, che suggeriva di organizzare la fase della produzione in modo standardizzato, per evitare dispersioni. Ma i produttori di stampi non sono riusciti neanche a livello di associazione a trovare una maniera uniforme per progettare gli stampi. Ciascuno stampo è unico e il risultato finale si ottiene soltanto mettendo a frutto la capacità intellettuale di ciascun collaboratore. Stabilire un sistema di produzione uguale per tutti gli stampi comporterebbe invece dispendio di tempo e denaro, dal momento che il nostro lavoro consiste nel produrre prototipi.
Quali sono gli effetti pragmatici di questo approccio nella vostra Officina?
Se leggessimo quanto ho appena indicato in termini di numeri, arriveremmo presto a formulare alcune conclusioni: se non avessimo adottato una logica di produzione che tiene conto dell’approccio intellettuale di ciascuno, non potremmo continuare a operare nel mercato. Ma facciamo pure un conto economico: per svolgere il nostro mestiere noi acquistiamo centri di lavoro, costituiti dalle complesse macchine che utilizziamo in azienda, per centinaia di migliaia di euro. Se calcolassimo il costo di ammortamento secondo parametri standard di produzione, non investiremmo. Invece, noi scommettiamo sulla capacità intellettuale dei nostri collaboratori che programmano quei centri di lavoro, per esempio, in modo che lavorino anche di notte. E, per fare una cosa del genere, la qualità intellettuale di chi gestisce e controlla queste macchine è indispensabile. Ora, è chiaro che posso calcolare l’ammortamento dell’investimento soltanto considerando il contributo intellettuale dei miei collaboratori, dal momento che, per esempio, l’impiego continuato della macchina implica anche un risparmio nei loro turni di lavoro. Inoltre, questo modo di lavorare si traduce in un vantaggio per la società, perché chi è abituato a usare l’ingegno nello svolgimento del proprio lavoro farà lo stesso anche nel resto della sua giornata.
Ecco alcuni vantaggi della realtà intellettuale dell’impresa…
Bisogna ammettere che ciascuno di noi ha interessi diversi e intende in modo differente la realtà, per questo è essenziale che concorra a costruire la città con la propria capacità intellettuale, come in un secondo rinascimento. L’unica maniera perché questo modo di produrre riesca è che ne parliamo e favoriamo le condizioni per l’ingegno di ciascuno.