L’ANOMALIA È OCCASIONE DI RICERCA E D’INVENZIONE
Le
fasi di progettazione, costruzione e collaudo degli stampi a iniezione per particolari
termoplastici e siliconi liquidi nell’Officina Meccanica Marchetti comportano
che la ricerca e l’invenzione siano incessanti. L’anomalia, intesa come
qualcosa che non si uniforma allo standard, in che termini interviene nel vostro
lavoro? Quel che risulta
anomalo è un’occasione per avanzare nella ricerca e per inventare qualcosa di
nuovo. Il nostro lavoro è il frutto dell’anomalia, perché l’analisi del
problema del nostro cliente e la ricerca della risposta migliore alle sue
esigenze non costituiscono la fine di questo processo, ma innescano ulteriori
idee.
In molti casi,
aziende storiche del settore hanno cessato l’attività perché si sono limitate a
costruire in modo ineccepibile gli stampi che erano stati commissionati, ma non
hanno ipotizzato quali sarebbero state le esigenze future. Erano aziende che lavoravano
molto bene, ma che non avevano lo sguardo rivolto all’avvenire. Quando quel
tipo di produzione non è stata più richiesta hanno cessato l’attività. A
Bologna, a cavallo tra gli anni settanta e ottanta, lavorava un’azienda che era
fra le più avanzate nella costruzione degli stampi: l’Olivetti commissionava la
produzione di tutti gli stampi a questa ditta, che già a quell’epoca progettava
e costruiva stampi come vere e proprie opere d’arte. Ma quando l’Olivetti ha
avviato la produzione di macchine da calcolo elettroniche, la specializzazione
di quest’azienda bolognese non è più stata necessaria e l’attività è cessata.
Chi la guidava non si era mai spinto oltre la produzione richiesta all’epoca
dall’Olivetti.
Invece, fare
ricerca avrebbe comportato anche il rischio d’investire in ciò che sarebbe
stato utile in futuro, dopo due, cinque o dieci anni, anche se questo avrebbe
implicato rinunciare a una parte della tranquillità economica che garantiva un
buon cliente come Olivetti.
L’impresa deve
trarre profitto dalla propria attività, altrimenti non ha futuro. Ecco perché
l’imprenditore è chiamato, per necessità, a cercare sempre nuove opportunità.
L’opportunità non consiste nel produrre qualcosa che esiste già, ma
nell’investire nella ricerca in modo costante.
Siamo costretti a
inventare qualcosa che altri non hanno mai pensato di costruire, se vogliamo
continuare a produrre.
In Italia si
verificano alcuni paradossi.
Anche quando
aziende come la nostra investono nelle anomalie della produzione – come potrebbe
essere, per esempio, il microstampaggio – ci sono imprese che preferiscono rivolgersi
ad aziende estere, dove peraltro lo stesso servizio ha costi maggiori. Questo
accade perché sembra più facile acquistare il pacchetto completo senza aver
seguito i processi di risoluzione del problema insieme all’azienda esecutrice, anche
se ciò comporta costi maggiori. Ma la fretta limita la ricerca e spesso anche i
risultati.
L’anomalia
può essere l’occasione, quindi, per avviare la ricerca di metodi innovativi… È il caso del microstampaggio. Ho incominciato
a valutare l’investimento nel microstampaggio quando ho partecipato a un
convegno, tenutosi nel 2010, intorno al tema dei nuovi strumenti medicali
utilizzati nella medicina tecnicamente più avanzata e allora sconosciuti in
Italia.
Un medico citava il
caso di colleghi americani che fornivano il risultato delle analisi del sangue
e delle urine al paziente subito dopo averle eseguite in ambulatorio. In futuro
tutti gli studi medici avrebbero utilizzato macchine in grado di leggere i
risultati delle analisi direttamente nell’ambulatorio medico. Questa considerazione
implicava anche il fatto che i risultati delle analisi potevano essere ottenuti
utilizzando una tecnologia che aveva dimensioni tali da rientrare negli spazi ridotti
di un ambulatorio. Ho subito constatato che questi vantaggi potevano essere assicurati
dalla tecnologia del microstampaggio.
Inoltre, i medici
americani potevano impiantare nel paziente stimolatori cardiaci con un semplice
intervento ambulatoriale. Questi micro apparecchi, dalle dimensioni simili a
quelle di un chicco di riso, contenevano al proprio interno elementi in
materiale termoplastico ricavati mediante microstampaggio. Si tratta di una
tecnologia che può essere applicata per la produzione di milioni di pezzi,
assicurando la realizzazione di particolari molto precisi, che sarà utilizzata
in futuro. Noi abbiamo incominciato ad avvalercene già dal 2009, quando era
considerata un’anomalia del mercato, ma invece è diventata un’occasione per
rilanciare la nostra ricerca.
Quali
sono le differenze con la tecnologia di stampa 3D? La stampa 3D è ottenuta da macchine che
producono particolari dalla forma complessa, sia in plastica sia in acciaio. Si
tratta di una tecnologia adatta alla produzione di un numero limitato di pezzi,
che, anche se si ottengono in tempi brevi, sono però ancora poco precisi
rispetto a quelli che offre il microstampaggio.
Questa tecnica
consente la produzione di pezzi con una precisione che difficilmente si ottiene
utilizzando le macchine utensili. Nel medicale è una tecnologia molto richiesta
perché garantisce requisiti di qualità molto elevata, e perfetta aderenza e tenuta,
evitando perdite di liquidi o distacchi.
Tutto ciò che viene
prodotto oggi ha dimensioni sempre più ridotte e la miniaturizzazione sarà
sempre più richiesta.