IL VENTO DELL’INNOVAZIONE NEGLI STAMPI PER L’INDUSTRIA CERAMICA

Qualifiche dell'autore: 
presidente di Gape Due S.P.A., Sassuolo (MO)

Gape Due, da oltre mezzo secolo, si adopera per portare ventate di novità nella produzione di piastrelle, lungo un processo di ricerca e innovazione costante. Quando è incominciata la svolta che ha dato maggiore impulso alla vostra crescita? Nei primi anni novanta, quando abbiamo avviato la progettazione di nuovi stampi “a trasferimento”.
Sono stati anni irripetibili: un’innovazione e una ricerca incessanti, che solo chi l’ha vissuta può capire. È stato un miglioramento crescente a tutti i livelli sia per l’indotto sia per le industrie ceramiche.
In che termini un’azienda produttrice di stampi come la Gape Due ha anticipato le risposte da dare alle industrie ceramiche, rispetto a esigenze che sarebbero divenute urgenti a breve? Noi abbiamo sempre ascoltato le esigenze particolari dei clienti per raccogliere i loro suggerimenti e, in questo modo, inventare prodotti e processi nuovi. Nel nostro distretto l’invenzione era a tutti i livelli: basti pensare che abbiamo dovuto inventare un mestiere, considerando che, fino a qualche anno prima del secondo dopoguerra, eravamo dediti all’agricoltura e non c’erano scuole che potessero insegnarci l’arte, a parte l’Acal di Don Dorino Conte (come ho raccontato nel n. 71 di questa rivista), che dal 1952 ha formato alcuni fra i più importanti industriali del comprensorio nei settori della meccanica e della ceramica.
Può citare una delle innovazioni che avete introdotto nei primi anni di attività? La prima modifica importante che abbiamo compiuto ha contribuito a velocizzare il processo produttivo in modo incredibile. I punzoni inferiori e superiori dei primi stampi erano completamente in acciaio. Almeno tre addetti impilavano sui carrelli le piastrelle che poi venivano messe in forno per la cottura. Ma, poiché prima della pressatura l’argilla è umida, si attaccava all’acciaio. Per cui, ogni dieci minuti, una o due operaie fermavano la pressa per pulire lo stampo, rallentando cosi la produzione. Un artigiano, mio ex compagno di scuola, ebbe l’idea geniale di applicare un rivestimento di plastica antiaderente sui punzoni: fu una vera rivoluzione, che noi mettemmo in pratica immediatamente, conquistando molti clienti che prima preferivano mantenere i loro fornitori consolidati. Chissà quanto avrebbe fruttato questa innovazione, se fosse stata brevettata, da noi o dal suo inventore. Invece, abbiamo lasciato ingenuamente che ciascuno la copiasse e, da lì a poco, le presse di tutte le fabbriche del distretto potevano lavorare ininterrottamente per un giorno intero, senza bisogno di alcuna manutenzione. Ci resta l’orgoglio di essere stati i primi ad adottarla.
A questa sono seguite tante altre innovazioni, che si sono tradotte in un minor numero di persone occupate. Quando quasi tutte le operazioni erano manuali, le fabbriche erano popolate di addetti alle presse, alla smaltatura, alla decorazione, alla stessa manutenzione delle macchine, che non erano affatto perfette, nonché al controllo di ciascuna fase del processo produttivo. Oggi, se si entra in un reparto di una ceramica moderna, si vedono pochissime persone, due o tre, e non sono operai, ma ingegneri che assistono i robot nelle fasi di produzione completamente automatizzata.
Adesso si parla addirittura di forno laser per la produzione di ceramica, ma io ricordo quando non c’era ancora il forno a rulli: le operaie impilavano le piastrelle sui carrelli con grande cura e attenzione, per evitare che crollassero. Gli ingegneri della Marazzi furono i primi a pensare a un forno a rulli che trasportasse le piastrelle su un nastro fino all’uscita, ruotando in continuazione: così, la cottura avveniva in pochissimi minuti, contro un giorno o due che richiedeva quando le piastrelle venivano messe nel tunnel.
Tra gli ingegneri che promossero questa novità c’era anche un mio amico, che si avvalse della tecnologia tedesca. All’epoca, la Germania aveva un primato che sembrava imbattibile nella costruzione di macchine per ceramiche, ma ben presto noi li avremmo letteralmente sgominati, mettendo a frutto l’ingegno italico.
Lei all’inizio diceva che dall’ascolto delle esigenze dei clienti sono nate le innovazioni. Quali sono i dispositivi di ascolto che instaurate? Tre nostri tecnici commerciali di lunga esperienza nella produzione degli stampi e soprattutto delle piastrelle sono perennemente e quotidianamente, a rotazione, all’interno degli stabilimenti dei nostri clienti nel comprensorio, ma anche all’estero, se occorre, perché la ceramica ha bisogno di assistenza continua e il nostro lavoro incomincia, non termina, nel momento in cui vendiamo lo stampo. Nella produzione delle piastrelle possono intervenire i problemi più disparati, provocati dalle cause più impensabili, tra cui, addirittura, le variazioni climatiche, anche perché l’argilla è terra viva. Le visite dei nostri tecnici, oltre al collaudo e al rigoroso controllo qualità che effettuiamo prima della consegna, sono fra i nostri principali punti di forza. Dedichiamo due persone esperte al collaudo, per cui, quando il nostro stampo arriva dal cliente, siamo tranquilli, la funzionalità è garantita. E abbiamo acquisito una tale fama d’infallibilità che, se una volta capita che si verifichi un piccolo errore, sembra la fine del mondo: “Ma, com’è possibile, la Gape ha sbagliato?”, si meravigliano.
Quindi, i vostri stampi sono una garanzia di affidabilità, con il valore aggiunto dell’assistenza costante… C’è tanto valore aggiunto, nell’assistenza, nell’esperienza e nell’approccio.
Ho sempre raccomandato ai miei collaboratori: siate onesti, non raccontate fandonie al cliente, non trovate scusanti perché poi le presse, le piastrelle, alla prova di realtà e alla prova di verità, vi smentiscono. Se capita un errore, è umano, l’importante è risolvere il problema e cercare di non ripetere l’errore. L’onestà intellettuale paga sempre. Se siamo i primi produttori di stampi del distretto, in termini di fatturato, è anche perché i clienti cercano proprio il nostro approccio collaborativo, in cui la disposizione all’ascolto è al primo posto. A volte, i proprietari delle aziende chiedono ai loro tecnici come mai comprano sempre da noi. E loro rispondono che, per realizzare un buon prodotto, ottime piastrelle, senza avere troppi problemi, devono acquistare gli stampi dalla Gape Due.