COME E PERCHÉ FINANZIARE NUOVE MACCHINE

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presidente di Palmieri Spa, Gaggio Montano (BO)

Dal 1972 il vostro Gruppo investe in produzioni tecnologiche all’avanguardia, rinnovando di volta in volta l’impegno per garantire un servizio di qualità nei settori tunneling e drilling, di cui oggi siete leader mondiale. La pandemia in atto sta modificando i modi e i tempi di produzione in alcuni settori più di altri. Che cosa, invece, secondo la sua esperienza, non cambierà? Quello che non cambierà mai è l’impegno che occorre nell’impresa, sia quando è di piccole dimensioni sia quando diventano più grandi.
L’impegno che comporta il rischio d’impresa, soprattutto quando sono ampliate le sue dimensioni, condiziona tantissimo la sua direzione perché non consente ripensamenti.
Molti imprenditori che hanno delegato ad altri le decisioni, poi sono ritornati ad assumere la guida dell’azienda, in alcune di queste anche a ottant’anni, come dimostra il caso di Leonardo Del Vecchio in Luxottica.
E sono molti i casi come questo, in Italia in modo particolare. Le aziende hanno esigenze tali da richiedere investimenti sul lungo periodo, non possono limitarsi ai profitti di breve durata, come indicano alcune logiche manageriali: l’avvenire dell’impresa è una partita che si gioca con la capacità di guardare lontano, soprattutto in epoca Covid.
È in atto un cambiamento di tendenza anche nei grandi gruppi internazionali, che prolungano i tempi di consegna, per esempio, perciò oggi è vincente chi è più previdente, chi sa guardare lontano. In aprile scorso, per esempio, abbiamo ricevuto un ordine da Kawasaki con consegna a fine 2020: prima del Covid-19 chiedevano la consegna in 6-8 settimane, ora guardano lontano.
Questo orientamento incide anche in ambito finanziario? A seguito della pandemia sono stati erogati contributi economici con agevolazioni “a fondo perduto”, ma io non condivido questo approccio assistenzialista. L’imprenditore dovrebbe pagare gli interessi, anche se con piccole rate e a lungo termine.
Ogni macchinario acquistato deve essere pagato con il frutto del lavoro, per cui, se l’imprenditore ha più tempo per restituire i soldi presi in prestito, sarà orientato maggiormente ad acquisire macchine sempre più innovative e sarà in condizioni di pagare anche quando, per imprevisti come il Covid, non produce per tre mesi, perché le rate mensili saranno di piccoli importi.
Prestare soldi a fondo perduto non è conveniente, né per l’impresa né per l’economia del paese. L’imprenditore deve restituire il denaro che prende in prestito, invece, e ad un tasso d’interesse più basso, perché altrimenti non assume l’impegno fino in fondo e non sarà deciso a fare funzionare al massimo l’impianto su cui ha investito. Le cose che non hanno costi spesso non hanno valore.
Per fare impresa non serve erogare soldi a fondo perduto, ma tassi d’interesse bassi, fissi e tempi lunghi di rientro. La quota a fondo perduto, quindi, deve servire ad abbassare i tassi nel lungo periodo. In questo modo sarà più conveniente investire sulla qualità delle macchine da acquistare, ma anche sulla quantità, perché le imprese hanno bisogno a lavorare.
È necessario che i tempi di rientro siano a lungo termine: chi vuole fare impresa avrà l’interesse di pagare.
Le più grandi imprese sono nate nei momenti di crisi e quanto sta accadendo all’economia mondiale può riservare nuove opportunità, soprattutto in Italia, dove il tessuto delle PMI è allenato a gestire le difficoltà con ingegno e invenzione.
Quali sono i vostri programmi per i prossimi mesi? Noi siamo un’azienda che è sempre stata abituata a risolvere i problemi e a rispondere con rapidità alle richieste che ci giungono da ogni parte del mondo. Il mio motto è “Tempi lunghi di investimento e tempi brevi di risposta”.
Io ho sempre investito, sin dal 1988, nella produzione di utensili con tecnologia all’avanguardia per le mie macchine e poi per quelle di altre aziende, perché tutti i prodotti del Gruppo sono progettati e realizzati garantendo il pieno controllo dell’intera filiera. Con alcuni clienti importanti, infatti, abbiamo siglato accordi di questo tenore: se cercano un partner interessato alla qualità allora possiamo fare grandi cose insieme, ma se cercano un mero fornitore allora possono incominciare a cercarlo altrove. Il servizio mercenario finora richiesto dalle multinazionali, infatti, ha causato grandi problemi e questo è il momento propizio per lanciare una nuova tendenza: fare alleanze fra le aziende che puntano alla qualità.