CHIRURGIA BARIATRICA, LA CURA PER L’OBESITÀ

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chirurgo bariatrico, Casa di Cura Madonna della Salute e Clinique Saint Michel Toulon (Francia)

Come si è svolto il suo itinerario formativo? Il mio percorso è incominciato a Porto Viro nel 2007. Nel 2011 mi sono trasferito all’Hôpital Saint-Pierre di Bruxelles, dove sono rimasto fino a novembre 2012 e mi sono specializzato in chirurgia laparoscopica. In seguito all’esperienza belga, mi sono trasferito a Parigi, dove ho lavorato come assistente in un ospedale universitario.
Com’è sorto il suo interesse per la chirurgia bariatrica? Prima del mio arrivo nella capitale belga, la mia esperienza in questo settore era limitata e superficiale. All’ospedale di Bruxelles, invece, ho notato che questi interventi costituivano circa il cinquanta per cento dell’attività. Si trattava di una chirurgia nuova, molto interessante, che richiedeva una solida formazione, ma che permetteva di cambiare in meglio la vita dei pazienti.
Considerando i risultati eccezionali, ho deciso d’iniziare a praticarla anch’io e, una volta trasferitomi a Parigi, ho trovato un ospedale in cui si praticava la chirurgia bariatrica.
Invece, a Porto Viro, quando ha incominciato a praticarla? Ho incominciato a parlarne nel 2015 con il dottor Andrea Sartori, primario del reparto di chirurgia. Inizialmente, il progetto era quello di venire a Porto Viro una volta ogni tanto per eseguire interventi di chirurgia bariatrica.
Poi, grazie alle capacità organizzative dello stesso dottor Sartori, del dottor Massimiliano De Palma e soprattutto del dottor Mazzuccato, direttore della clinica, che ci ha appoggiato e motivato, abbiamo iniziato a costituire un percorso bariatrico sempre più efficace ed efficiente, anche con l’aiuto di professionisti di altre specialità.
Il primo paziente è stato operato nel marzo 2016.
Attualmente, mi reco alla Casa di cura una volta al mese. Quest’anno ho trattato una novantina di pazienti ma, a causa della pandemia, sono state sospese tre o quattro sedute. In una situazione normale, vengono effettuati circa 120 interventi all’anno. Altrettanti interventi vengono eseguiti dal dottor De Palma e dal dottor Sartori.
Quanti pazienti all’anno opera in Francia? Quest’anno c’è stata una diminuzione dovuta al Covid-19, ma in genere ne opero circa 250-300 all’anno.
Quali sono i principali problemi legati all’obesità? Soprattutto nei paesi occidentali, credo che alla base dell’obesità ci sia un grande problema di sovralimentazione o di alimentazione scorretta.
In particolare, in questo periodo di limitazione degli spostamenti, molte persone rischiano di riversarsi nei supermercati e di riempire i carrelli della spesa con eccessive quantità di cibo. A questo va aggiunto l’aumento della sedentarietà, che non aiuta, soprattutto in presenza di un fattore genetico. Ma il vero problema dell’obesità è che raramente si sviluppa come unica malattia.
A partire da una certa età, l’obesità è accompagnata da ipertensione, da malattie cardiache e da una fortissima predisposizione ad alcuni tipi di tumore, come quelli del colon retto. L’uomo tende a sviluppare tumori alla prostata, mentre la donna sviluppa tumori al seno e agli organi riproduttivi. Inoltre, l’obesità va a braccetto con il diabete e, di conseguenza, con tutte le complicanze che il diabete porta con sé.
L’obesità è una patologia cronica che dà origine a tantissime altre patologie.
In genere, le persone si rivolgono a un chirurgo bariatrico per una questione estetica oppure per trattare una patologia cronica? Direi che esistono due tipi di pazienti: c’è chi si rende conto di non stare bene perché presenta diverse patologie associate all’obesità – e questo tipo di pazienti, solitamente oltre i quarant’anni, è veramente preoccupato per il proprio stato di salute – e poi c’è chi, invece, non si apprezza più da un punto di vista estetico e decide di rivolgersi alla chirurgia bariatrica per riacquistare stima e voglia di vivere.
Sono pazienti che presentano problemi di tipo sociale e relazionale.
Esistono pazienti obesi che non possono sottoporsi all’intervento? L’affinamento delle capacità degli anestesisti ha permesso di ridurre in modo significativo l’impossibilità di alcuni pazienti di accedere all’intervento a causa delle loro condizioni di salute. Tuttavia, esistono pazienti per i quali sussistono controindicazioni all’intervento. Secondo le linee guida internazionali, coloro che hanno tra il 30 e il 35 per cento di indice di massa corporea, e che quindi risultano in una fascia di obesità moderata, non vengono considerati di pertinenza chirurgica. In questi casi, allo stato attuale dell’arte, vengono proposte tecniche endoscopiche come il pallone intragastrico (una tecnica temporanea dove il pallone va tolto dopo sei o nove mesi) oppure la cosiddetta “cucitura gastrica” (endosleeve), una tecnica molto recente con pochi risultati a lungo termine. Anche pazienti molto anziani o i minori di 18 anni non possono essere sottoposti a tali interventi.
Questi interventi sono tutti coperti dal Sistema Sanitario Nazionale? Sì, se rientrano nei criteri. Noi sottoponiamo il paziente a un percorso pre-operatorio completo, coperto dal Sistema Sanitario Nazionale, per aumentarne la sicurezza.