SIAMO INTERLOCUTORI DEI VOSTRI SOGNI

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Una città senza imprese è un museo circondato da luoghi e da istituzioni pubbliche. Come invece voi constatate l’integrazione fra lavoro, industria e città attraverso la vostra attività immobiliare, che, peraltro, quest’anno ha registrato il record di transazioni immobiliari?

Sono proprio le città turistiche a dimostrare l’integrazione fra lavoro, industria e città. L’industria italiana del turismo, per esempio, è l’emblema di questa constatazione: la città pullula di visitatori quando l’industria del turismo lavora offrendo servizi sempre più qualificati. Bologna ha una fortuna naturale: la posizione geografica, perché non si può non passarvi per andare da Roma a Milano. E se passi da Bologna, non mangi anche i tortellini? Se il nostro Gruppo sta crescendo di anno in anno è anche grazie a questa fortuna.

Nel suo libro L’intelligenza del lavoro, Pietro Ichino scrive che in Italia ci sono giacimenti occupazionali inutilizzati. Come riscontra questo nella sua attività?

Nei colloqui di lavoro ho constatato che in questi ultimi mesi c’è come una disaffezione al lavoro da parte dei candidati. Anche nel colloquio più approfondito, per esempio, mi viene chiesto spesso se il sabato sia giorno lavorativo. Ma come si fa a chiedere a un imprenditore se oc[1]corre lavorare anche il sabato? Io rispondo che sì, se ne abbiamo l’opportunità lavoriamo anche la domenica notte. Se sei un imprenditore, devi cogliere il momento dell’affare e la sensibilità per coglierlo può intervenire anche alle tre del mattino. Oppure a volte interviene l’idea durante la notte. In quell’istante io sto lavorando. Chi si attiene alla tabella di marcia – anche alle regole che si è dato – e procede senza lamentarsi poi ottiene risultati.

È Freud, all’inizio del Novecento, a definire il sogno come frutto di un lavoro inconscio, sottolineando come il sogno esiga un lavoro. Voi lavorate con clienti che spesso cercano la casa dei propri sogni…

Noi siamo soliti chiedere ai nostri interlocutori quale sia esattamente il loro sogno in modo da trasformarlo in un obiettivo da raggiungere, in qualcosa di tangibile. Il sogno può materializzarsi, per esempio scrivendolo. Ciascuno di noi sogna, però spesso i propri sogni restano come sospesi nel pensiero. Possono essere i sogni più vari, per esempio fare volontariato o donare una somma di danaro a un’associazione. E allora: scriviamo su dei fogli i nostri sogni e appendiamo ai muri questi bozzetti di avvenire! Anche in questo caso scopriremo che abbiamo bisogno del mattone. E poi non c’è niente che sostenga di più la materialità dei sogni come la casa. Noi siamo quindi interlocutori rispetto ai sogni.

Alcune volte capita d’incontrare clienti che non hanno le idee chiare sulla casa da acquistare e allora il nostro compito è proprio quello di aiutarli nella valutazione. Talvolta ciò che hanno in mente è ancora un sogno, per esempio perché è la prima volta che cercano casa. Un cliente si è rivolto a noi dicendo: “Sto cercando un bellissimo attico con terrazzo”. Bene, noi gli abbia[1]mo venduto una bellissima villa al piano terra e con giardino. Quindi, qualcosa è successo da quando ha parlato con noi.

La parola produce effetti pragmatici e il brainworker interviene proprio tenendo conto che la parola agisce…

Noi confermiamo questo, ecco perché non abbiamo mai creduto nell’efficacia di quei metodi terrificanti di acquisto della casa tramite la modalità online. Lei capisce già da questo racconto che, comunque, quella persona non avrebbe mai comprato la casa che gli abbiamo venduto, perché, pur continuando a cliccare, il computer avrebbe sempre offerto attici con terrazzo che non gli sarebbero mai andati bene. Questo signore aveva un cane e chissà come avrebbe ridotto il terrazzo. Quindi, il sogno è diventato un obiettivo pragmatico. In questo caso si è trattato di realizzare un intento che il committente, prima di incontrarci, credeva di raggiungere acquistando un attico, mentre invece abbiamo trovato la soluzione in una villa al piano terra.

Vede, noi abbiamo un’altra fortuna: vendiamo parole. Sono parole pragmatiche e decisive, perché, nel momento in cui convinco l’aspirante compratore di un attico con terrazzo a comprare invece una villa con giardino, evidentemente quelle parole sono state utili a giungere alla realizzazione del sogno. Ecco perché il cliente è disposto anche a pagare le nostre parole. Quindi, per tornare al tema che lei poneva, intorno all’importanza dell’integrazione fra lavoro, industria e città, occorre ricordare una volta di più che, se l’industria va a gonfie vele, chi è responsabile dei suoi vari comparti acquisterà o venderà casa, investirà nel mattone e noi saremo nel mezzo dello scambio, pronti ad aiutare nella realizzazione del proprio sogno.