Brando Michelini

  • L’avvento dell’intelligenza artificiale, AI, nei vari ambiti del quotidiano per alcuni comporta la rappresentazione della fine dell’uomo. Ancora una volta interviene l’idea che l’uomo sia sostituibile dalla macchina. Questa idea è presa nell’alternativa fra l’umanizzazione della macchina e la tecnologizzazione dell’uomo. Anche nel vostro settore immobiliare l’AI sta muovendo i primi passi, ma lei non sembra preoccuparsene…

  • Lei ha incominciato poco più che ventenne il suo itinerario imprenditoriale in un settore, come quello immobiliare, che poteva sembrare già saturo perché tradizionale. Inoltre, ha incominciato la sua scommessa in una fase dell’econo mia mondiale molto difficile, nel 2007, proponendo l’immagine della Santo Stefano Immobiliare come una casa che navigava fra i flutti del mare in tempesta. Quali sono le novità che lei ha colto proseguendo nelle difficoltà lungo il suo programma?

    La novità, anche in un periodo di crisi, per noi è sempre

  • In questo numero della rivista discutiamo del tempo che interviene nel fare. Facendo, ciascuno giunge all’infinito del fare, fa molte cose in cui interviene la tolleranza dell’Altro. La tolleranza del tempo è la tolleranza del fare. Lei in che modo riscontra intolleranza rispetto al fare, per esempio, lungo la sua pratica nel settore immobiliare?

    Noi diventiamo o raggiungiamo non ciò che desideriamo, ma ciò che tolleriamo, ciò in cui accettiamo di limitarci. Quando noi accettiamo ciò che ci sta attorno, quando accettiamo ciò che stiamo

  • Nella vostra attività avete constatato in più occasioni come per ciascun immobile sia imprescindibile la valorizzazione che interviene nel processo di vendita. Questa valorizzazione avviene lungo una vera e propria arte del fare, in cui lei e i suoi collaboratori vi mettete alla prova. Dal dibattito che apriamo nella rivista intorno all’arte del fare emerge come essa esiga l’intelligenza…

  • Se in Italia “il mattone” rischia di essere sempre più un peso per gli alti costi degli oneri di gestione, la casa continua a costituire il principale bene rifugio degli italiani, con il 70,8% di proprietari (Censis 2022). Un trend questo che si conferma in crescita e concorre con gli investimenti in ambito finanziario, ma anche molto esposto alle cosiddette “notizie del diavolo”, più note come fake news. I professionisti delle vostre agenzie come intervengono rispetto a questo problema?

  • Accumulare dati e conoscenze, questo è il modo comune di intendere l’esperienza. L’esperienza sarebbe qualcosa di sostanziale, quindi a partire dall’idea di avere o di non avere, utile a quantificarne il valore. Certamente, la gestione delle occorrenze della vostra impresa immobiliare tiene conto di un itinerario di quindici anni nel settore, ma non basta. L’esperienza è pragmatica se si attiene al rischio e alla scommessa in atto. Oggi è anche possibile avvalersi di nuovi strumenti e, per esempio, dell’intelligenza artificiale generale (AGI) anche nel vostro settore.

  • Nell’antica Grecia l’entusiasmo era considerato un demone, perché è incontenibile e per questo è stato assimilato alla follia. In che modo l’entusiasmo è essenziale in un settore come quello immobiliare in cui operate e che oggi in Italia è in grande rilancio?

  • Come si conclude una trattativa? Parlando. Il modo della parola con cui intervenite nel settore immobiliare è molto specifico, perché le vostre agenzie vendono immobili, considerati beni tangibili. Ma voi li vendete grazie a qualcosa di insostanziale: la parola. Diversamente dall’idea comune, la parola sfugge alla padronanza. In alcune occasioni, infatti, il modo di concludere può intervenire grazie a un’obiezione...

  • In questo numero apriamo il dibattito intorno al cervello dell’industria, ai dispositivi da instaurare con i vari interlocutori dell’impresa. In che modo questi dispositivi contribuiscono a innovare il settore immobiliare in cui operate?

  • Se lei avesse tenuto conto di statistiche e pronostici, nel pieno della crisi finanziaria 2007-2008, non avrebbe avviato la sua impresa immobiliare. L’atto arbitrario, tema che discutiamo in questo numero della rivista, indica che non c’è modo di arginare qualcosa che incomincia per la necessità assoluta della riuscita. La scommessa dell’impresa si attiene all’occorrenza, non è guidata dal cosiddetto atto volontario. Come si è instaurata per lei la necessità d’intraprendere questa scommessa?