L’IMPRESA È OCCASIONE DI RICCHEZZA, NON D’INQUINAMENTO

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amministratore delegato di Curti Costruzioni Meccaniche Spa - Gruppo Curti Industries, Castel Bolognese (RA), vice presidente di Confindustria Emilia-Romagna

Costituirà una freccia all’arco della Motor Valley l’innovazione che il vostro Gruppo, Curti Industries, ha messo in campo quest’anno per rigenerare la fibra di carbonio. La divisione Curti Energia, infatti, in collaborazione con il dipartimento di Chimica Industriale dell’Università di Bologna e con HerAmbiente, realizzerà in Italia il primo impianto per la rigenerazione degli scarti in fibra di carbonio, molto richiesta principalmente nei comparti automotive e aerospace. Possiamo constatare che la crisi attuale nel reperimento delle materie prime per il vostro Gruppo è stata l’occasione per poter dare risposta all’esigenza di recuperare un materiale pregiato come la fibra di carbonio. Di cosa si tratta?

Noi abbiamo messo a punto un sistema di rigenerazione della fibra di carbonio, ricavata dagli scarti di lavorazione o da quelli della materia prima scaduta, che ha le stesse proprietà meccaniche di quella vergine. Il progetto Curti Carbon FibER, infatti, risponde all’esigenza d’impiegare le fibre di carbonio recuperate nella fabbricazione di nuovi materiali compositi rinforzati in collaborazione con le aziende della filiera. Anziché limitarci a distruggere materia con lo scopo di generare energia, nell’impianto che sta sorgendo accanto alla centrale di cogenerazione di HerAmbiente di Imola, ora possiamo rigenerare la materia stessa per nuovi impieghi. Noi avevamo già avviato un impianto sperimentale a Faenza analogo a quello per il recupero della fibra di carbonio, dove dagli pneumatici usati ricaviamo le materie prime di cui sono composti. Grazie al processo di pirolisi, infatti, otteniamo olio combustibile, carbon black e acciaio. L’idea di rigenerare la fibra di carbonio è nata proprio nel laboratorio di Faenza, in considerazione del fatto che siamo in una zona come la Motor Valley dove, fra Ducati, Lamborghini, Ferrari, Maserati e Dallara, la fibra di carbonio è molto utilizzata.

A marzo, invece, avvieremo in Spagna un impianto industriale, che si estende in un’area di 30 mila metri quadri, dedicato al recupero di grosse quantità di pneumatici usati. È una scommessa perché, se abbiamo ottenuto risultati eccellenti nel piccolo impianto prototipale di Faenza, non sappiamo ancora se saranno replicati in quello spagnolo, in cui si potranno trasformare oltre 10 mila tonnellate annue di pneumatici usati in altri materiali.

Quante tonnellate di scarti all’anno potrà processare il nuovo impianto di Imola per la rigenerazione della fibra di carbonio?

Attualmente gli scarti, gli stampi e i manufatti in fibra di carbonio sono smaltiti in discarica. Nell’impianto di Imola, invece, saranno processate circa 320 tonnellate di scarti all’anno, a regime, in ciclo continuo. Il processo di rigenerazione non è inquinante, perché la fase di pirolisi avviene in un ambiente inerte, utilizzando azoto.

Quindi, l’occasione interviene facendo…

Esattamente. Il motto Carpe diem di Orazio deve essere inteso in modo differente dall’interpretazione più diffusa, ovvero: cogli l’attimo, perché dura poco. Come avviene nella massima: “Vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo”, in cui l’accento è messo sulla limitata durata del tempo. Ma, cogliere l’occasione che la vita ci offre in ciascun attimo implica invece che le cose non finiscono perché offrono sempre nuove occasioni per fare cose nuove. Ecco perché occorre proprio cogliere ciascuna occasione. In questo caso l’accento è posto sull’infinità delle cose che si fanno. L’attimo da cogliere non è nella durata del tempo cronologico, ma nell’infinito del tempo del fare. L’occasione è un regalo che offre la vita, anche se a volte non lo capiamo.

Pertanto, noi abbiamo colto più volte l’occasione d’inventare nuovi modi per trasformare la materia: per ottenere materie prime secondarie dagli pneumatici usati; per ricavare fibra di carbonio; per ricavare energia dal cippato di legno. Quindi abbiamo colto tre attimi diversi durante la nostra ricerca. Per concludere: partendo dal processo di trasformazione degli pneumatici usati, attraverso la pirolisi, recuperiamo i materiali di cui sono costituiti; abbiamo poi individuato anche un processo di piro-gassificazione per il recupero della fibra di carbonio vergine dagli sfridi e dagli scarti della stessa; infine, attraverso un processo di gassificazione del cippato di legno, otteniamo energia termica ed elettrica. E questa è anche l’occasione, per il paese, per intendere che c’è anche un tipo d’industria che non è sinonimo d’inquinamento delle città, ma può essere invece occasione di ricchezza.