QUANTO LA PAROLA CONTRIBUISCE ALL’EFFICACIA DELLE CURE ODONTOIATRICHE

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medico specialista in Odontostomatologia, presidente dei Centri Odontoiatrici Victoria

Il titolo di questo numero della rivista è La civiltà della parola. In che misura sono essenziali la parola e la comunicazione nell’organizzazione dei Centri Odontoiatrici Victoria, con sei sedi dislocate in diverse città dell’Emilia (Modena, Carpi, Sassuolo, Castelfranco Emilia, Formigine e Reggio Emilia) e, ora, una anche a Lecce, la sua città natale?

La parola e la comunicazione sono indispensabili per l’efficacia delle cure che prestiamo ai nostri pazienti, perché, prima di eseguire qualsiasi trattamento, dobbiamo capire quali sono le effettive esigenze del caso e intervenire in quella direzione. E, siccome non esiste un caso uguale a un altro, soltanto parlando riusciamo a capire la differenza. Poi, il tipo di organizzazione dei nostri Centri – con tanti professionisti che collaborano fra loro per offrire ai pazienti le metodiche e le tecnologie più avanzate di tutte le specialità – non può fare a meno della comunicazione. Tanto più perché ciascuno dei nostri Centri non è semplicemente uno studio che riunisce vari professionisti associati, ma un vero e proprio team con una struttura di lavoro in cui ciascuno segue gli stessi criteri, riceve una formazione costante e ha l’opportunità d’incontrare i colleghi in riunioni periodiche o anche giornaliere, laddove si affrontano casi particolarmente complessi che richiedono l’intervento di più specialisti.

Per quanto riguarda l’allestimento del Centro Odontoiatrico Victoria a Lecce, poi, abbiamo avuto la prova tangibile che la parola è imprescindibile quando si devono affrontare le difficoltà legate alla burocrazia, che nel nostro paese è veramente esasperata. Se a questo aggiungiamo che la legislazione in ambito sanitario varia da regione a regione, possiamo immaginare il motivo per cui l’apertura è stata rimandata per diversi mesi. E, per non farci mancare niente, al ritardo ha contribuito anche il Covid, perché durante la pandemia è stata bloccata la produzione di macchinari che stiamo ricevendo soltanto ora, dietro diverse suppliche.

Purtroppo la burocrazia in Italia non incoraggia l’impresa...

Capisco l’esigenza di regolamentazione da parte degli enti pubblici, però l’eccesso rischia di andare a scapito della libera iniziativa e della crescita economica: ciò che dovrebbe essere a salvaguardia dell’impresa e della libera professione si ritorce contro di esse.

In pratica, aprire uno studio odontoiatrico non è come aprire un negozio di abbigliamento…

Non lo è anche per un altro motivo: tutto ciò che sta dietro a una poltrona odontoiatrica non è minimamente avvertito dai pazienti, né potrebbe esserlo, perché persino un addetto ai lavori fa fatica a capirlo. Chi ha seguito con me i lavori per l’apertura di una delle nostre sedi ha imparato che cosa occorre fare per arrivare a un gesto apparentemente così semplice come quello che si fa dicendo al paziente: “Prego, si accomodi”. A cominciare dalla sistemazione, all’interno delle pareti divisorie in cartongesso, dei cavi relativi ai differenti impianti: elettrico, idrico e di aspirazione, radiologico e internet. Non è facile progettare le posizioni dei cavi, tenendo conto delle normative e delle esigenze pratiche del nostro lavoro, soprattutto se pensiamo che il vano interno di una parete divisoria misura soltanto 10 cm. e i corrugati che contengono i cavi devono occuparne al massimo 8, in modo da lasciare un centimetro per lato. Tutte le predisposizioni passano da quegli 8 centimetri della parete tecnica e devono seguire un ordine ben preciso, che soltanto chi lavora nello studio è in grado di indicare. E anche la poltrona ha la sua complessità perché occorre progettare la posizione di tutti gli attacchi, in base al modello scelto a priori, tenendo conto del fatto che l’ingombro è completamente diverso a seconda che lo schienale sia alzato o abbassato. Lo spazio dell’odontoiatra a schienale abbassato è spostato di circa un metro rispetto a quando la poltrona è in una posizione normale. Le posizioni del braccio, della luce, degli attacchi devono essere calcolate attraverso simulazioni, avvalendosi prima di proiezioni AutoCAD e poi di dighe di carta che consentono di verificare fisicamente i movimenti.

Voi vi avvalete di aziende specializzate per questi servizi di montaggio e installazione oppure di singoli artigiani?

Nell’allestimento di uno studio odontoiatrico si può provare tutt’al più a interpellare uno studio di architettura che dia indicazioni dal punto di vista estetico, ma non ci sarà mai chi possa essere delegato a consegnare l’opera completa “chiavi in mano”, perché soltanto chi lavora all’interno dello studio è in grado di capire effettivamente che cosa possa servire e se una differenza che interviene tra il progetto sulla carta e la sua realizzazione possa essere accettata oppure no e essere basilare o meno. Per non parlare della sterilizzazione: chi non svolge la nostra professione non può sapere quali sono i criteri da seguire per assicurare che la stanza adibita a questo unico scopo sia allestita secondo le normative e le procedure corrette.

Ecco perché, come diceva lei, aprire uno studio odontoiatrico non è come aprire un negozio di abbigliamento.