IL MODO DELL’INTERVENTO ODONTOIATRICO IN CIASCUN CASO

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medico specialista in Odontostomatologia, presidente dei Centri Odontoiatrici Victoria

I Centri Odontoiatrici Victoria si distinguono per il loro stile coordinato, persino nell’arredamento degli ambulatori, in cui i colori arancione e bianco si combinano, trasmettendo una sensazione giocosa che giova alla tranquillità dei pazienti. Ma ciò che conta di più è l’approccio che adottano i professionisti che collaborano nei Centri dislocati fra Modena e provincia e Reggio Emilia: ciascuno ha l’opportunità di utilizzare apparecchiature e materiali all’avanguardia, di rimanere aggiornato sulle metodiche più innovative e di confrontarsi costantemente con i colleghi, soprattutto nei casi di particolare complessità. Tuttavia, pur adottando lo stesso approccio, ciascun professionista è chiamato a trovare un modo differente per intervenire in ciascun caso…

La natura ci ha dato una grande virtù: nessun vivente è uguale all’altro. Pertanto, nonostante i protocolli che la medicina segue per avere la certezza di attenersi alle procedure essenziali nella pratica corrente, l’odontoiatra, come qualsiasi medico, esegue interventi tanto differenti fra loro quanti sono i casi di cui si occupa. Non c’è una bocca uguale all’altra, è il minimo che possiamo constatare nel nostro lavoro. Ne sanno qualcosa i criminologi, che utilizzano le impronte dentali ai fini del riconoscimento di un cadavere, qualora siano state prese quando la persona era in vita. Insieme a impronte digitali e Dna, i denti sono un importante metodo di identificazione. Con la documentazione ante[1]mortem, l’odontologo forense ha alte possibilità di successo. L’importanza della forma e della disposizione dei denti è consolidata. In alcune cause di morte, come negli incendi o nei disastri di massa, l’importanza della componente dentale, anche per la sua capacità di mantenere indenne il materiale genetico, è ineguagliabile.

Allora, non c’è una bocca uguale a un’altra, quindi non c’è un intervento uguale a un altro e occorre trovare il modo ciascuna volta.

Lei è specialista in odontostomatologia e si occupa principalmente di implantologia dentale. Quali sono le principali novità che sono intervenute nella sua specialità negli ultimi anni?

Le innovazioni più importanti sono di due tipi: nel materiale e nel trattamento superficiale. Per quanto riguarda la prima innovazione, si è passati dal titanio alla zirconia, un materiale biocompatibile, che non induce alcuna reazione immunitaria avversa e ha molti altri vantaggi: ha una resa estetica superiore, essendo di colore bianco avorio, non corrode e non libera particelle metalliche, è fino a tre volte più resistente del titanio, accelera il processo di osteointegrazione, soprattutto nel corso degli anni, consente di mantenere le gengive sempre sane e rosee e alito fresco, perché non favorisce l’adesione batterica e, infine, è indicato anche in pazienti a rischio come cardiopatici, diabetici e osteoporotici.

Per quanto riguarda la seconda novità intervenuta in questi anni, sono stati sperimentati liquidi per i trattamenti superficiali degli impianti che rendono l’osteointegrazione più rapida ed efficace, riducendo del[1]la metà il tempo di latenza che gli impianti normalmente richiedono prima di essere caricati: si è passati dai classici novanta a quarantacinque giorni. Le nuove superfici rese bioattive con questi trattamenti hanno la capacità specifica di attirare verso di sé gli osteoblasti: gli osteoblasti sono le principali cellule responsabili della produzione di nuovo osso. Nel caso dei tradizionali impianti lisci, gli osteoblasti producono nuovo tessuto osseo che va a trattenere l’impianto a distanza dello stesso. È stato dimostrato che a sei mesi il nuovo tessuto osseo contatta l’impianto liscio inserito solo su aree limitate (30-40 per cento) perché gli osteoblasti non hanno la possibilità di migrare verso l’impianto. Nel processo biologico innescato dalle nuove superfici bioattive, il nuovo osso prodotto dagli osteoblasti si forma direttamente a contatto di vaste aree (70%) della superficie dell’impianto.

Si sente parlare sempre più spesso delle protesi fissa su impianti Toronto Bridge a carico immediato. Che cosa sono?

La Toronto Bridge è una protesi fissa totale completa con flangia (o gengiva finta) che può sostituire fino a 14 denti (anche se solitamente ne vengono montate fino a 12 per arcata) ed è direttamente fissata, attraverso abutment (o monconi), a impianti dentali osteointegrati in titanio, utilizzando, nella maggior parte dei casi, l’implantologia a carico immediato All ON 4.

È un tipo di protesi che sta riscuotendo un notevole successo per svariati motivi. Basti pensare che, fin dalla prima sera, i pazienti possono riprendere a masticare, seppure con alcuni accorgimenti del caso, e dopo pochi giorni possono godere dei benefici di una protesi ben salda in bocca, considerando che è ancorata agli impianti integrati nelle ossa mascellari.

Un altro vantaggio estremamente apprezzato è la velocità nel ripristino estetico e funzionale: utilizzando le tecniche chirurgiche accennate, è possibile ottenere una protesi fissa su impianti dentali nell’arco di 24/48 ore dall’inizio dei lavori. In questo senso, si configura come un intervento molto meno invasivo rispetto ad altre soluzioni protesiche che necessitano di un numero maggiore di impianti e di sedute.