CAVALCHIAMO L’ONDA DELLA NOVITÀ CON ENTUSIASMO E FORZA

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presidente di SCE Group, della Fondazione ITS Maker e della Scuola Politecnica dell’Emilia-Romagna

Nella sua esperienza di quarantacinque anni come imprenditore e fondatore della S.C.E., in che modo ha constatato l’importanza dell’entusiasmo per raggiungere risultati soddisfacenti?

La prima cosa che chiedo ai candidati nei colloqui di assunzione è se sono consapevoli di ciò che li aspetta in azienda da noi e se questo appartiene al “proprio desiderato”. Se qui potranno mettere a frutto i propri talenti e avere soddisfazione attraverso lo svolgimento del compito per cui si candidano, allora, andiamo avanti nella verifica della parte tecnica esecutiva cui verranno chiamati.

Quando c’è entusiasmo, non ti accorgi neanche che è arrivato il termine della giornata e non vedi l’ora di tornare il mattino dopo per capire come puoi sviluppare il tuo progetto, cosa puoi escogitare con le tue idee e con il valore aggiunto che puoi offrire. Senza l’entusiasmo vivi alla giornata e poi vai a cercare soddisfazioni altrove. Se il lavoro risponde a una tua esigenza specifica, allora, sei nelle condizioni di dare il massimo e di fare squadra con le persone che hai intorno, valorizzandole e raggiungendo risultati importanti.

Dalle indagini sulle motivazioni che inducono un giovane a rimanere nell’azienda in cui lavora, emerge che il valore dello stipendio è sempre meno prioritario rispetto invece all’interesse per la materia, per il campo nel quale ci si cimenta. Io mi sento espressione delle materie tecniche e, se non avessi svolto questa mia professione, avrei voluto fare l’insegnante. Stando in mezzo ai giovani e accogliendo l’influenza che scaturisce dalla loro energia, possiamo contribuire alla trasformazione della società mentre avanza il tempo.

I risultati degli ITS sono noti: il 90% degli allievi trova un lavoro coerente con i propri studi. Questa è la prova del fatto che, se un giovane si cimenta nella formazione teorica e pratica, in uno dei corsi post-diploma ITS, ha modo d’innamorarsi del mestiere che svolgerà al termine dei due anni di corso. Che cosa può dirci invece del suo impegno nell’ambito dello sport?

Per tredici anni ho organizzato un torneo di basket riservato alle otto nazionali giovanili (15/16 anni) più forti in Europa. Arrivata a essere la manifestazione cestistica più importante a livello continentale in quella fascia di età, sui campi di gioco modenesi si sono presentati in tempi successivi quattro “ragazzini” approdati poi nel campionato NBA.

Dal 1998 al 2008 ho presieduto la Società di ginnastica e scherma Panaro (società ultracentenaria nata nel 1874) trasformando completamente la struttura societaria, dandole un vestito, un’organizzazione tale che siamo passati da 350 a 800 giovani iscritti alle differenti discipline. Chiaramente, con questi numeri, abbiamo dovuto introdurre strumenti di gestione informatizzata, allora inesistenti in quel tipo di attività, realizzando software personalizzati, con l’aiuto di giovani entusiasti di dare un contributo a quella svolta.

Lei dà tanto ai giovani, ma che cosa danno i giovani a lei?

I giovani sono l’anticipazione delle trasformazioni che stanno per intervenire a vari livelli. Il loro entusiasmo è la condizione del viaggio dell’uomo.

L’entusiasmo è la condizione del viaggio di ciascuna impresa, ma poi occorre anche mantenere la tensione, non cedere nei momenti di difficoltà…

L’imprenditore ha una missione e un compito per cui non può permettersi di non dare il massimo. Non può rinunciare a mettere in atto tutte le energie che l’azienda richiede e, in un momento storico in cui le trasformazioni saranno sempre più rapide, ha il dovere di portare al massimo la tensione per affrontare ciò che sta accadendo. La digitalizzazione dei processi e l’intelligenza artificiale ci porteranno novità vertiginose. Se negli ultimi vent’anni sono intervenuti grandi sconvolgimenti nella nostra società, quelli che arriveranno nei prossimi cinque saranno ulteriormente accelerati, perché l’intervallo fra un’innovazione e l’altra si sta riducendo in modo esponenziale e ci porterà a una vera e propria rivoluzione fra il 2025 e il 2030. Il futuro della tecnologia è già in atto, ma le innovazioni ci vengono dosate, consegnate man mano, per fare in modo che ciascuna di esse trovi espressione in un business che viene portato a maturazione, prima di lasciare il posto a un’altra. È sempre stato così, ed è un motivo in più per mettere a terra la forza ed essere sempre attivi con il massimo delle capacità, per affrontare queste enormi trasformazioni che possono anche turbare lo status quo delle nostre aziende e delle nostre famiglie. È impossibile prevedere come verremo coinvolti in questa trasformazione, però la trasformazione avverrà. E cosa ci troveremo davanti dipenderà anche da noi, da come ci lasceremo coinvolgere e dalla nostra capacità di valorizzare il nostro approccio in ciascun ambito della vita, in modo da proseguire sempre nel migliore dei modi.

“Come vivere” farà la differenza: non possiamo limitarci a constatare la trasformazione, semplicemente adeguandoci…

Chi si lascia trainare da ciò che ha intorno non vive allo stesso modo di chi, invece, attraverso la forza, le idee e l’entusiasmo, riuscirà a cavalcare l’onda della novità e sarà protagonista, sempre mettendo a disposizione il massimo dell’energia per andare incontro ai propri sogni.