L’INTELLIGENZA ESIGE L’ESPERIENZA

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presidente del Gruppo Palmieri Spa, Gaggio Montano (BO)

Il settore tunneling è strategico per le infrastrutture di un paese. Il vostro Gruppo, Palmieri Spa, interviene nei cantieri di tutto il mondo fornendo macchine e attrezzature in grado di perforare terreno e rocce di varia struttura. Quali sono i principali problemi che riscontrate nel settore?

I cantieri del sotterraneo, tunnelling e drilling, procedono con un ritmo senza sosta, specialmente nel mercato americano e sudamericano. L’iter per l’apertura dei cantieri per le grandi opere in Italia e in Europa, invece, registra ritardi sulla tabella di marcia di almeno un anno e mezzo o due. Inoltre, sono molte le imprese italiane che hanno acquisito appalti di grandi opere, ma che poi sforano i termini dei pagamenti, perché il costo del denaro aumenta sempre di più e loro hanno bisogno di ingenti capita li. Noi stiamo ricevendo molti ordini nel micro tunneling da vari paesi, in particolare dagli Stati Uniti e dall’India, ma anche da paesi europei. In particolare, in Germania le aziende sono in difficoltà principalmente perché non riescono a reperire manodopera specializzata. Fino a qual che decennio fa, infatti, era necessario impiegare tre persone per fare alcuni interventi, mentre oggi, con l’avvento della meccatronica, ne basta soltanto una, che abbia però un alto grado di specializzazione.

In questo numero della rivista apriamo il dibattito intorno all’arte del fare come arte dell’intelligenza. Quanto conta l’arte del fare nei settori in cui voi intervenite?

Noi abbiamo la capacità di progetta re macchine e utensili innovativi per ché abbiamo acquisito un’esperienza di cinquant’anni nell’escavazione meccanizzata del terreno. Oggi, le compagnie di costruzioni ci chiedo no ulteriori macchine innovative, ma in alcuni casi siamo costretti a rinunciare, perché poi è necessario che siano guidate da operatori muniti delle competenze necessarie.

Arte e ingegno sono essenziali per costruire attrezzature valide e a volte noi riceviamo richieste assurde. Di recente, per esempio, un cliente ci ha chiesto di costruire un utensile senza però fornirci dati precisi intorno alla roccia da scavare. Ma noi non abbia mo la sfera di cristallo! Il cliente ha scelto la testa di taglio di un’attrezza tura che è risultata sottodimensionata per gli scavi che doveva effettuare. E allora ha chiamato noi per cercare di utilizzare quella testa di taglio impiegando però i nostri utensili. Il problema è che il nostro intervento è stato richiesto quando questi si trovava già all’interno del tunnel, dopo aver scavato 800 metri e dovendo procedere nell’escavazione di ulteriori 900.

Quindi vi hanno chiamato mentre il lavoro era in corso…

Esattamente. Un altro caso è quello dei lavori nella metropolitana di San Paolo, in Brasile. La macchina del mio cliente non riusciva a scavare perché il materiale era talmente non conforme a quello preventivato che si rompevano tutti gli utensili della parte anteriore, dopo appena quattro giri. Allora, ci è stato chiesto cosa avremmo fatto noi in quel caso, ma li avevamo avvertiti del problema già sei mesi prima dell’apertura del cantiere. Chi deve utilizzare le macchine spesso non ha le competenze per farlo e questo problema lo stiamo riscontrando ovunque.

Oggi si parla molto di intelligenza artificiale. Lei ritiene che possa dare un apporto anche nel settore in cui voi operate?

La roccia non ha una struttura omogenea, anche dopo un metro può passare da 60 a 280 megapascal di durezza. È molto difficile che l’intelligenza artificiale riesca a valutare queste variazioni. L’intelligenza dell’uomo può essere capace di leggere la variabilità della roccia nel tempo, ma questa valutazione può avvenire soltanto a seguito di una grande esperienza e, man mano, durante il lavoro di scavo. L’intelligenza artificiale funziona davvero se chi l’ha programmata ha inserito i corretti dati di calcolo.

Nel settore, molti pensavano che lo scenario di circa cinquant’anni fa sarebbe rimasto invariato e fino al 2000 nessuno effettuava investimenti in nuove macchine. Intorno al 2010, invece, molte aziende hanno incominciato ad accorgersi che non avevano operatori dotati delle competenze necessarie. Io avevo inteso già negli anni settanta che avrebbe potuto verificarsi questo problema e ne ho subito tenuto conto per la progettazione delle nostre macchine. Oggi, un cliente storico, ap pena ha terminato l’intervento in un cantiere, ci ha chiamato per dirci: “Abbiamo scavato 7000 metri di galleria e non ce ne siamo accorti”. Noi gli abbiamo dato tutta la fornitura completa e doveva soltanto montare e smontare l’utensile che gli avevamo fornito, con un costo globale del 20% in meno di quanto aveva preventivato. Questo è avvenuto perché si è fidato della nostra parola, che nessuna intelligenza artificiale potrà mai sostituire.