L’INTELLIGENZA NELL’INTERVENTO ODONTOIATRICO

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medico specialista in Odontostomatologia, presidente dei Centri Odontoiatrici Victoria

L’intelligenza come arte del fare nell’odontoiatria non si avvale soltanto degli strumenti che le nuove tecnologie digitali offrono, ma sta anche nel capire qual è l’intervento da eseguire in ciascun caso.

I Centri Odontoiatrici Victoria sono rinomati per le competenze dei professionisti che collaborano nelle sei sedi dislocate tra Modena e provincia e Reggio Emilia, ma anche perché sono dotati delle più moderne e avanzate tecnologie odontoiatriche che permettono di affrontare con intelligenza, sicurezza e predicibilità dei risultati ogni branca della moderna odontoiatria. Può fare qualche esempio?

Soprattutto oggi, le armi a disposizione dell’odontoiatra per contrastare le malattie del cavo orale sono tante e svariate, l’intelligenza sta nell’adottare e nel privilegiare quelle più adatte e idonee in ciascun caso, quindi nella valutazione delle condizioni del paziente e nel capire quali sono le sue esigenze. A volte, l’odontoiatra deve fare i conti con varie discipline che contrastano l’una con l’altra e, applicarne una piuttosto che l’altra, cambia il risultato e anche la prospettiva di riuscita dell’intervento. Per esempio, un paziente può chiedere l’inserimento di un impianto di denti fissi o stabili, anche in presenza di un’atrofia ossea. In questo caso possiamo proporre o una rigenerazione ossea, per ottenere un aumento della dimensione verticale dell’osso, op pure l’immissione di impianti short, cioè corti. Addirittura abbiamo una terza via che si è aggiunta negli ultimi anni, ovvero quella dell’implantologia iuxtaossea, effettuata tramite ancoraggi dei denti con viti endossee all’osso umano, sia nel mascellare superiore sia nel mascellare inferiore. Quindi per un unico problema abbia mo tre soluzioni da poter applicare al paziente. L’intelligenza dell’operatore dell’odontoiatra sta nell’individua re la soluzione migliore per quel tipo di paziente.

In che modo avviene la valutazione della terapia più idonea?

Prendiamo in considerazione l’età del paziente, eventuali patologie – come diabete, malattie sistemiche, ipertensione, insufficienza cardiache o altre malattie che possono rendere più o meno idoneo un trattamento – e l’importanza che il paziente attribuisce all’estetica, visto che in alcuni casi riusciamo a garantire soltanto la funzionalità.

Quando arriva un paziente predisponiamo una cartella che raccoglie l’anamnesi a livello sistemico e generale, perché tante malattie possono interferire o con le terapie correlate alla nostra attività o con le attività stesse.

In quale tipo dei tre interventi citati riuscite a garantire soltanto la funzionalità?

Nel caso in cui adottiamo impianti short, in quanto la dimensione verticale dell’osso è abbastanza ridotta, quindi s’inseriscono gli impianti di lunghezza ridotta per consentire comunque un ancoraggio in un osso atrofico.

Attraverso una rigenerazione ossea, invece, oltre alla funzionalità, si può arrivare ad avere un’altezza pari o comunque di poco inferiore a quella degli altri denti del cavo orale e la resa estetica sarà notevolmente migliore.

E la rigenerazione ossea come avviene?

Avviene mediante una griglia in titanio realizzata in maniera customizzata, basandosi sulla tac dell’osso del paziente. Dopo sei o sette mesi dall’istallazione di questa griglia, che mantiene l’osso in posizione, ri coperto a sua volta da una membrana che evita l’inserimento di cellule gengivali e del periostio, si forma l’osso nuovo su cui poi vengono inseriti gli impianti.

Che cosa può dirci invece della terza via, l’implantologia iuxtaossea?

L’implantologia iuxtaossea è l’ideale per chi ha una dentatura molto compromessa e ha poco osso per sostenere gli impianti. Con questa tecnica l’impianto è modellato proprio sull’osso, in quanto non sarebbe stato possibile agire diversamente a causa della mancanza di osso o della sua scarsa qualità. L’utilizzo di questa tecnica consente di circondare la cresta ossea senza penetrarla e senza bucare l’osso. Ancorandosi sull’osso esterno, che è più consistente rispetto a quello interno, può essere utilizzata anche nei casi in cui l’osso si trova nelle condizioni più difficili.

Prima di sottoporre il paziente a un’implantologia iuxtaossea, viene effettuata una TAC, che consente di avere un quadro completo del la situazione. Successivamente, si procede con la realizzazione di una griglia in titanio, materiale molto apprezzato per la sua biocompatibilità con l’osso e per l’assenza di fenomeni allergici. Sulla base del modello dell’osso rilevato, la griglia viene poi fissata con delle viti in titanio (tipo mini impianti). In questo modo l’impianto risulta estremamente personalizzato e può essere testato prima della sua applicazione, permettendo di valutarne la stabilità. Una volta testato il modello, sarà più facile procedere con il suo posizionamento in modo estremamente preciso e mirato. Grazie alla sedazione co sciente, si procede con lo scollamento della gengiva e al posizionamento dell’impianto su cui poi verrà caricata la protesi dentale. Dopo alcuni mesi, si potrà poi procedere con la produzione e l’inserimento della protesi dentale fissa.