LA TENSIONE
In Cina, la maggior parte della gente, a parte i pittori, è molto poco sensibile all’arte astratta. Nella grande mostra dell’arte italiana organizzata a Chongqing dal Museo del secondo rinascimento, gli spettatori ripetevano: “Quest’arte è difficile da capire, però c’interessa molto”. Ho letto e riletto le opere di Antonio Vacca e alla fine ho capito che la sua arte astratta è un’arte concreta, perché riflette la tensione che regna nel mondo. La tensione è un fenomeno generale, c’è tensione dappertutto. Oggi c’è la tensione in Georgia, in Afghanistan, e certamente in Iraq. In Cina c’è la tensione sociale e Vacca descrive la tensione che regna nel mondo umano: così, ho capito che la sua arte, per quanto astratta, riflette la realtà.
Il modo di trattare la questione della tensione è differente in Europa e in Cina. Il pittore Vacca tende a dissipare la tensione, cerca la distensione. Ma in Cina il problema della tensione si dissolve nella relazione. C’è una grande differenza tra come si scrive la tensione e come si scrive la distensione. Vacca cerca la distensione cogliendo la figura dell’aquilone. Per lui è una figura retorica fondamentale. Nella misura in cui il mondo è saturo, ecco l’aquilone che vola verso il cielo. Dunque si tratta di un involarsi, ed è più spirituale di una foto.
Ho ammirato anche l’arte di un altro pittore italiano, Silvestro Lega. Nel diciannovesimo secolo ha dipinto la dolcezza della vita italiana, che è il contrario della tensione. Il mondo moderno è carico di tensione. Come si spiega questa tensione, come si spiega il progresso? C’è un rovescio nella medaglia. Il nostro mondo non è più contemplativo. Il mio paese, la Cina, era un paese molto bello, ma oggi non si riesce neppure a fare tanto turismo perché c’è troppa gente, soprattutto quando c’è un bel sito da visitare. Ecco la tensione! Il progresso della società moderna ha fatto sì che oggi, a Pechino, ci siano i giochi olimpici. Lo slogan delle Olimpiadi, com’è noto, recita: “Più alto, più veloce, più forte”. Come delegato cinese al Forum di Losanna organizzato dal Comitato Olimpico Internazionale, una volta ho tenuto un discorso in cui ho criticato questo motto, ho sostenuto che non è possibile andare sempre più in alto, più veloce, più forte, perché, secondo il pensiero cinese, il tempo nel suo movimento produce sempre un’idea contraria. Ogni essere, giunto al suo apogeo, incomincia a cadere. Prendiamo l’esempio della montagna. Arrivati alla sua sommità, non si può andare più in alto, si è obbligati a scendere. A Losanna, in quell’occasione, Maurice Herzog, ministro dello Sport nel governo del generale De Gaulle, intervenne dopo di me come moderatore. Ricordo che Herzog ha scritto un libro famoso, tradotto anche in Italia, intitolato Annapurna. I primi 8000. Herzog aveva scalato una delle cime più alte dell’Himalaya, l’Annapurna, di 8078 metri, battendo l’allora record mondiale di alpinismo. Annapurna è il nome della regina di Shiva, dio indù della distruzione. In quel Forum di Losanna Herzog ha raccontato la sua storia e la sua scalata dell’Annapurna. Ha detto che il suo primo amore è stato la montagna. Ha affermato anche che, vista da lontano, una montagna assomiglia al seno di una donna: “Con un’eleganza indescrivibile, mi metto ad accarezzare i suoi bei seni”, ha aggiunto. Tutto ciò è molto francese! Sono cose da dire agli occidentali. Ma ecco che, giunto alla cima tutta bianca dell’Annapurna, tutti i suoi voti più cari sono stati esauditi. “Ho dato il mio sangue alla dea”, ha concluso, “e tra le sue braccia ho ottenuto la vita eterna”. Comunque, l’ha pagata a caro prezzo, perché ha perso tutte le dita, comprese quelle dei piedi. La cosa sorprendente è che, durante il banchetto che si è tenuto alla vigilia del Forum, mangiava con tale abilità con coltello e forchetta che, nonostante fossi nello stesso tavolo, non mi sono accorto della sua infermità. Il giorno seguente, dopo il suo discorso, ha mostrato le mani senza dita. L’ha pagata molto cara: questo per dire che andare “sempre più alto, sempre più veloce, sempre più forte non è possibile”. Pensiamo, rispetto al “sempre più forte”, alle partite di calcio. Quand’ero ragazzo giocavo a calcio. Due anni fa, nel 2006, si è tenuto il torneo per la Coppa del Mondo. Nel calcio francese, notoriamente, Zidane ha dato un “colpo di testa”, e il calciatore italiano è caduto all’indietro! Evidentemente, Zidane ha fatto questo per essere più forte. Secondo il Tao, tutte le cose conducono al loro contrario. O, per dirla con un concetto occidentale, devono vedersela con l’alienazione. Perché dico questo? Perché c’è tensione nel mondo, e per questo ho potuto apprezzare le opere di Vacca.
L’arte astratta per i cinesi è difficile. Io, per esempio, all’inizio non amavo le opere di Picasso, ma in Francia, a poco a poco, ho imparato ad amare la sua arte. All’inizio mi chiedevo cos’era la pittura cubista, poi ho capito che riflette molto bene la realtà, perché il mondo ha più dimensioni. Dunque noi cinesi dobbiamo fare molti sforzi per capire l’occidente. Nella mia gioventù sono stato educato a pensare che, in occidente, tutto era male, a cominciare dall’arte borghese. Invece bisogna fare uno sforzo per comprenderla. Dobbiamo capire molte cose a proposito dei pittori occidentali e dei pittori italiani contemporanei in particolare. Per questo, penso che il lavoro di Dong Chun e mio sia interessante. Scrivendo, abbiamo potuto imparare molte cose. Anche i giornalisti francesi che sono andati in Cina, una volta tornati, hanno cambiato completamente il loro modo di pensare rispetto alla Cina. L’incontro è essenziale per non demonizzare un paese e per capirne la trasformazione e il mutamento.