Shen Dali

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    La Cina sta cambiando e abbiamo diversi indizi per affermarlo. Sta cambiando il giudizio nei confronti degli occidentali, dei gesuiti italiani, per esempio, che hanno avuto un ruolo davvero molto importante in Cina. Basti pensare che Matteo Ricci era considerato un grande reazionario e, nel cuore della rivoluzione culturale, veniva rappresentato all’Opera di Shangai come spia. Ebbene, oggi è stato eretto un monumento in suo onore a Pechino, cosa impensabile fino a qualche tempo fa, ma questa è la dimostrazione che la Cina sta cambiando. L’Italia aveva una sola concessione coloniale in Cina

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    Lei è poeta cinese, ma conosce anche la poesia europea e, in particolare, quella italiana. Qual è, a suo parere, la differenza tra i due modi d’intendere la poesia?

    Nella poesia cinese classica sono molto importanti il ritmo e la rima, due aspetti a cui noi cinesi siamo molto sensibili. Senza ritmo e senza rima, per noi, non c’è poesia. A noi cinesi interessa la musicalità, invece, in Occidente, soprattutto da qualche decennio, trionfano i versi liberi.

    Lei è celebre per avere scritto vari saggi tradotti in più lingue intorno alla pittura europea e, specificatamente,

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    In Cina, la maggior parte della gente, a parte i pittori, è molto poco sensibile all’arte astratta. Nella grande mostra dell’arte italiana organizzata a Chongqing dal Museo del secondo rinascimento, gli spettatori ripetevano: “Quest’arte è difficile da capire, però c’interessa molto”. Ho letto e riletto le opere di Antonio Vacca e alla fine ho capito che la sua arte astratta è un’arte concreta, perché riflette la tensione che regna nel mondo. La tensione è un fenomeno generale, c’è tensione dappertutto. Oggi c’è la tensione in Georgia, in Afghanistan, e certamente in Iraq. In Cina c’è la

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    Esattamente un anno fa, in questa stagione, Dong Chun e io abbiamo intervistato lo scultore Günther Roth nel suo atelier di Milano. Ci mostrò, in modo particolare, una foto della Pietà Rondanini di Michelangelo e ci disse che questo capolavoro michelangiolesco era stato, per lui, fonte di miracolosa ispirazione.

    Grande ammiratore dell’arte figurativa italiana, Günther Roth si trasferisce in Italia, “Musa dei pittori”, e segue l’esempio di Michelangelo, faro del rinascimento.

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    Nel nostro lavoro comparativo, come ha detto Dong Chun, abbiamo cercato di offrire uno sguardo orientale sull’arte occidentale da un punto di vista estetico. Più precisamente, si tratta della percezione di un’opera straniera di pittura o di scultura, da parte di un cinese e di una cinese. Ciò che ha attratto la nostra attenzione è l’esotismo, che genera naturalmente “un’estetica del diverso”, com’è stata indicata dallo scrittore francese Victor Segalen, definito il “poeta cinese”. Ai suoi tempi, Segalen deplorava la degradazione del diverso, constatando che “il diverso decresce”. Nel

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    intervista di Sergio Dalla Val

    Nei tre libri Marc Chagall e Antonio Vangelli, Henri Matisse e Alfonso Frasnedi, Pierre-Auguste Renoir e Grigorij Zejtlin (Spirali edizioni, collana “L’arca. Pittura e scrittura”), scritti insieme a Dong Chun, lei legge le opere di questi artisti confrontandoli a due a due. Non tenta una storia dell’arte ma un confronto tra la pittura europea e la poesia cinese, una combinazione inaspettata.