LA CITTÀ, L'AMBIENTE, LA SALUTE

Qualifiche dell'autore: 
docente di Medicina non convenzionale all'Università di Bologna, presidente delle Terme Felsinee e del Circuito della Salute Più

Per affrontare gli argomenti del titolo del libro di Sergio Mattia, L’ambiente, la città, i valori, dal punto di vista del medico, dobbiamo subito notare che il valore assoluto si traduce nell’importanza della persona, nella sua salute a livello fisico, psichico e intellettuale. Per questo, bisogna che l’ambiente risponda alle esigenze della persona. Cosa che oggi non avviene. Per esempio, un problema che regolarmente non viene sottolineato è il deficit dell’energia vitale. Oggi, la gente, dal punto di vista della forza, dell’energia, è molto più debole e meno resistente di quella di una volta, proprio perché c’è un deficit di energia vitale. Voi pensate che tre fattori fondamentali – vitamine, enzimi, oligominerali – ci vengono dalla natura e che tutte le sostanze che mangiamo in genere oggi hanno dal venti al trenta per cento di deficit di questi elementi rispetto agli anni cinquanta. C’è un deficit di energia vitale perché l’ambiente oggi non risponde più alle esigenze della persona.

Pensate al problema dell’età biologica. Noi abbiamo un’età anagrafica e un’età biologica. L’età biologica è data dal sistema nervoso centrale, dalla sua reattività, dalla pompa sodio-potassio delle cellule, che non è più così attiva com’era una volta, proprio perché il potassio è molto meno ingerito di una volta; e questo, tra l’altro, è uno dei motivi per cui la gente si sente regolarmente più stanca. Così, sempre per quanto riguarda l’età biologica, esaminiamo il sangue. Con l’utilizzo di nuove strumentazioni, troviamo che il sangue della persona umana non è mai stato tanto invaso dai batteri e dai funghi e non ci sono mai state tante alterazioni degli eritrociti come oggi. Quando quei fiumi che sono le arterie non permettono la circolazione corretta degli eritrociti e degli elementi fondamentali del sangue, c’è gente che, dal punto di vista anagrafico, ha quarant’anni ma, da quello biologico, ne ha cinquanta o sessanta. Un’età data dallo stile di vita, dal modo in cui mangia e da quello in cui vive.

Un altro problema cui regolarmente non si pensa è il baricentro posturale. Cosa vuol dire baricentro posturale? Che devo pesare tot chili davanti, tot dietro, tot a destra, tot a sinistra. Ebbene, regolarmente, l’ottantacinque per cento della popolazione non ha il baricentro posturale a posto. Perché? Perché l’ambiente non favorisce il training fisico, perché non stimoliamo tutti i propriocettori, perché viviamo in un ambiente che non è vitale. Allora entriamo nel problema del baricentro posturale: chi pesa dieci chili più a destra che a sinistra, quando avrà una certa età avrà più male al ginocchio destro, avrà la coxalgia, avrà moltissimi dolori sulla parte destra. Chi pesa più davanti che dietro, soffrirà di cervicalgia, dorsalgia, lombosciatalgia, eccetera. Chi poi ha un baricentro posturale che è sbilanciato, e tutto il suo sistema nervoso è impegnato a mantenere quest’equilibrio instabile, consuma più energia e morirà prima. D’altra parte, se è vero che abbiamo la capacità di vivere centoventi anni e regolarmente non ci arriviamo, c’è qualche ragione, e dobbiamo andare a cercarla, se c’interessiamo veramente della salute della gente!

Allora, ecco il problema. Dobbiamo vedere la persona calata nell’ambiente, il quale deve entrare in sinergia con le esigenze della persona, e l’ambiente oggi è rappresentato, per tanta gente, dalla città. Allora, bisogna che noi creiamo una città dove possa esserci la fotosintesi clorofilliana, cosa che, in genere, non troviamo. Spesso si parla di socializzazione. Ma, com’è possibile socializzare quando nelle nostre città il traffico c’impedisce di muoverci? Parliamo di socializzazione e continuiamo a costruire, non pensando minimamente a questo problema fondamentale della persona umana, che, se vuole socializzare, ha bisogno di muoversi e, se vuole muoversi, ha bisogno di muoversi in modo umano.

Pensando alla città, non si può non pensare alla sanità del futuro. Purtroppo, noi viviamo ancora sulla sanità di fine ottocento, inizio novecento, dove tutto è centrato sull’ospedale! Ma questo sistema di vita non può continuare, perché è insostenibile dal punto di vista economico e non dà i servizi che dovrebbe dare. La vera sanità del futuro è quella che sarà distribuita sull’ambiente, dovranno esserci zone della città in cui le persone troveranno la medicina generale, la medicina specialistica, gli esami di laboratorio, il pronto soccorso, eccetera. Perché mai tutto il pronto soccorso deve essere concentrato nell’ospedale, quando ci sono tanti ambulatori nella città che hanno fisiatri, ortopedici, radiologi, risonanza magnetica e tanto di più? Perché una persona che si fa male a un dito deve correre al Sant’Orsola o al Maggiore? E poi, dove corre se, a causa del traffico, non si corre?

Purtroppo, i politici hanno ancora la mentalità di cento, di cinquanta anni fa, mentre bisogna cominciare a ragionare in termini di futuro. Allora sì che la città può diventare veramente un ambiente al servizio della persona.