L'UNESCO IN ITALIA

Qualifiche dell'autore: 
cifrematico, segretario dell'Associazione Culturale Progetto Emilia Romagna, responsabile a Bologna della Cooperativa Sociale "Sanitas atque Salus"

L’8 novembre 1947, nel corso della seconda sessione della Conferenza generale svoltasi a Città del Messico, l’Assemblea plenaria votò all’unanimità l’ammissione dell’Italia all’Unesco, che fu perfezionata subito dopo, il 27 gennaio 1948, con il deposito a Londra dello strumento di ratifica dell’Atto costitutivo dell’Organizzazione da parte del nostro Governo. Questo riconoscimento ebbe il valore di un primo passo verso l’ammissione dell’Italia all’ONU, che stava purtroppo incontrando proprio in quel periodo notevoli difficoltà. In Italia, ad ogni modo, una volta resa esecutiva con il Decreto presidenziale del 12 luglio 1949 la Convenzione di Londra sull’Unesco, fu istituita la Commissione Nazionale per l’Educazione, la Scienza e la Cultura con il Decreto interministeriale dell’11 febbraio 1950. La missione della Commissione è quella della promozione, del collegamento, dell’informazione, della consultazione e dell’esecuzione dei programmi UNESCO (United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization), l’agenzia dell’ONU che si occupa della promozione e della tutela della cultura, delle scienze e della formazione, dando pareri e formulando raccomandazioni ai Governi e alle Pubbliche Amministrazioni relativamente all’elaborazione e alla valutazione del Programma UNESCO e collaborando con gli Organi competenti per l’esecuzione delle decisioni prese in seno alla stessa Conferenza Generale dell’UNESCO. Uno dei compiti principali dell’Agenzia è l’individuazione dei siti, intesi come espressioni di grande valore culturale e artistico ma anche come produzione, soprattutto architettonica e urbanistica, delle popolazioni interessate, da eleggere a patrimonio dell’Umanità. In questo ambito l’Italia è prima al mondo, con 39 siti (da Venezia e la sua laguna ai centri storici delle città di Firenze, Ferrara, Siena, Urbino e Napoli, dalle necropoli etrusche di Tarquinia e di Cerveteri alle zone borromee e ai Sassi di Matera), e 40 in lista d’attesa. Con la finalità del reperimento, della riscoperta e della valorizzazione di questi siti, è sorta in Italia l’Associazione Città Italiane Patrimonio UNESCO, che si propone anche di studiare, di perfezionare e di offrire ad altre organizzazioni metodologie di lavoro scientifiche per la promozione dei patrimoni culturali e delle identità locali, anche in funzione dello sviluppo sostenibile delle aree interessate, e per la formazione al cosiddetto sentimento di appartenenza, come presupposto ineludibile alla continuità della memoria e al mantenimento delle istanze di conservazione e di tutela dei beni.