COME FARE LA FASCIA BOSCATA

Qualifiche dell'autore: 
assessore all'Urbanistica del Comune di Bologna

Da anni a Bologna si discute della costruzione di una fascia boscata, duecento ettari di piante attorno alla tangenziale, perché l’inquinamento del suo traffico non giunga in città. Cosa può dirci a questo proposito?

La mancata attuazione di circa duecento ettari di verde denominato “fascia boscata” attorno alla tangenziale è, secondo me, il deficit più grande della città di Bologna rispetto ai programmi del piano del 1985. Per essa s’è fatto nulla o molto poco, e non per una particolare incuria da parte degli amministratori pregressi, che pure non spetta a me difendere. Quella fascia non è stata fatta perché è assolutamente impossibile reperire le risorse adeguate, essendo la proprietà tutta di natura privatistica, e non essendo stata fornita ai proprietari alcuna possibilità di soluzione, non dico di profitto, ma economicamente sufficiente. Se questo non è possibile c’è una sola alternativa, che è quella dell’esproprio. Però provate a calcolare cosa vuol dire espropriare duecento ettari: vedrete che non bastano le risorse intere di dieci anni di un comune per pagarle. Quindi, non possiamo più raccontare la favola che lì si può realizzare quella struttura attraverso il finanziamento pubblico o l’esproprio con denaro pubblico.

A parte questo, io vorrei che la fascia boscata di Bologna si realizzasse. Ma per potere realizzarla, se le risorse pubbliche, come di regola, non sono adeguate, bisogna che noi forniamo ai privati proprietari un’opportunità per ragionare in termini economici sull’operazione. Tradotto in termini politici significa: io preferisco avere l’80% di una fascia boscata vera, piuttosto che il 100% di un disegno verde che resterà sulla carta per altri vent’anni.