LA CAMERA DI COMMERCIO PER LA CULTURA D'IMPRESA

Qualifiche dell'autore: 
consigliere della Camera Commercio di Modena, presidente di ModenaFiere

Questo Forum è di straordinaria attualità, posto che il dibattito intorno alla politica dell’impresa si colloca in un momento in cui l’impresa sta navigando in acque completamente inesplorate, inimmaginabili in passato, sia per quanto riguarda i problemi organizzativi interni, sia per gli scenari esterni che sono totalmente modificati.

Non c’è dubbio che, dal punto di vista organizzativo, la cultura della qualità, sia che si operi nei prodotti che nei servizi, costituisce l’obiettivo centrale dell’impresa. L’imprenditore è chiamato quotidianamente a dare vita a un’organizzazione che in passato non aveva le connotazioni attuali e le difficoltà di tipo competitivo connesse alla globalizzazione dei mercati.

La cultura d’impresa è come una lingua parlata, si evolve nella quotidianità e cambia notevolmente a seconda degli ambiti, dei territori, dei luoghi e delle caratteristiche merceologiche nelle quali si esercita. Da questa differenza e varietà linguistica di cultura e tradizioni ritornano di grande attualità le intuizioni e le innovazioni che già cinque secoli fa avanzarono menti elette come quelle, appena citate in questo Forum, di Leonardo da Vinci e Niccolò Machiavelli. Giova sicuramente sottolineare che – allora come oggi – il vero motore all’interno del quale si crea la virtuosità nell’impresa sta nel rapporto fra chi guida e motiva il capitale più prezioso dell’impresa, cioè il fattore umano e la creazione di nuovo valore: la molla che consente all’impresa di intercettare le nuove traiettorie di successo sta nella capacità di percepire i cambiamenti esterni, di trasferirli all’interno di una compagine che dev’essere molto coesa e di farne cultura della qualità come risultato di una sinergia, di una circolazione di conoscenza da e per il vertice e gli elementi terminali, che, nel corso della corresponsabilizzazione oggettiva dei singoli movimenti, porta a far sì che un prodotto connotato da un brand possa costituire un segno visibile di garanzia e affidabilità agli occhi del consumatore. Questo è il capitale di un’impresa, all’interno di qualsiasi area competitiva.

Fra i grandi cambiamenti che stiamo vivendo e che in passato non avremmo neppure immaginato, spicca la globalizzazione un vero e proprio passaggio epocale da cui non si può prescindere. Ma dev’essere governata, non può essere selvaggia, perché si deve competere a parità di condizioni, non si può fare una gara fra atleti che utilizzano strumenti e percorsi diversi e hanno regole e potenzialità diverse. Solo così le virtù e la cultura d’impresa si esercitano all’interno del processo produttivo, ma anche in una competizione fra territori, in condizioni che rendano possibile fare emergere la meritocrazia, il vero nome di una democrazia competitiva. Se dall’impresa emerge questo e se nei mercati efficienti questo aspetto viene salvaguardato, allora si ha anche la possibilità di ottenere risultati importanti. Quali? Attrarre le risorse umane più qualificate, perché da queste e dall’apporto che esse sanno dare alla nuova produzione di ricchezza dell’impresa, si determina la capacità competitiva di un territorio.

Da questo punto di vista, la Camera di Commercio di Modena ha innalzato l’orizzonte per il sostegno alle imprese, tanto che, su un bilancio di 18 milioni di euro per il 2008, ne destina oltre 6,5 alla formazione, all’assistenza e ai servizi all’impresa. Si può fare di più e forse anche meglio, ma già questo è un segnale di attenzione che va in direzione della politica dell’impresa di cui discutiamo con il conforto di autorevoli specialisti e con la testimonianza di prestigiosi e illuminati imprenditori oggi in questo Forum.