MATERIALI STRAORDINARI CON LE NANOPARTICELLE
Quando la nostra piccolissima azienda, Star, si è costituita come spin-out dell’Istituto Nazionale per la Fisica della Materia – che a Modena ha un centro d’eccellenza sulle nanotecnologie, ospitato nel Dipartimento di Fisica dell’Università –, allo scopo di offrire servizi, sviluppare, progettare e industrializzare soluzioni tecnologiche per l’impresa nel settore della scienza delle superfici, i timori del nostro paese verso i paesi dell’Est asiatico come Cina e India erano dovuti principalmente alla concorrenza sleale che derivava dalla manodopera a basso costo. Oggi, nel 2008, dobbiamo ammettere che questi stessi paesi hanno anche potenzialità tecnologiche avanzatissime, disponibilità di capitali e strutture di ricerca tali che la loro produzione scientifica ormai supera di gran lunga quella di altri.
È in questo contesto che si situa la politica della nostra azienda, nell’esigenza di dare risposte tecnologiche sempre più avanzate alle nostre imprese, che devono misurarsi a livello globale.
Allora, Star è uno dei pochi esempi in Italia di laboratorio che ha fatto dell’innovazione e della ricerca nella microscala, che possa funzionalizzare i prodotti nella macroscala, la propria attività.
Star, come altri laboratori operanti nel resto del mondo, dimostra come lavorando sul piccolo si possono ottenere grandi cose. Una nanoparticella ha dimensioni inferiori a un miliardesimo di metro e, per il fatto di essere così piccola, ha sulla sua superficie tantissimi atomi in rapporto al suo volume, quindi una potenzialità molto elevata d’interagire con ciò che la circonda. Lo stesso materiale ha proprietà totalmente diverse a questa scala: una nanoparticella di ferro ha proprietà totalmente diverse rispetto a quelle di un pezzo di ferro.
Le applicazioni di questo settore sono inimmaginabili. Prendiamo il problema dell’attrito, che riguarda tutti i paesi industrializzati: si è calcolato che ridurre l’attrito di due superfici attraverso un trattamento particolare nella microscala – pensiamo al sistema motore di un auto – comporta la possibilità di evitare una perdita dell’1,6% del PIL. Star può fornire questo trattamento attraverso una delle collaborazioni internazionali che ha attivato con altri paesi del mondo, in questo caso con Israele.
Più andiamo avanti nella nostra attività e più possiamo dimostrare che le nanoparticelle non sono solo una moda, ma una grande opportunità, che può veramente rappresentare una nuova rivoluzione industriale come l’information technology negli ultimi anni, perché le nanoparticelle hanno la capacità di cambiare totalmente le proprietà di un sistema, se mescolate al suo interno.
Il fatto di essere all’interno dell’Università ci ha consentito di accedere a banche dati e informazioni che difficilmente un laboratorio privato ha a disposizione, quindi la nostra competenza nel settore dei trattamenti superficiali innovativi e delle nanotecnologie cresce ciascun giorno, insieme alla capacità di attingere quotidianamente alle esperienze di altri paesi – oltre che con Israele, lavoriamo gli Stati Uniti, l’Inghilterra e la Russia –, fino al punto in cui, nei confronti delle imprese, siamo lo sportello unico nel settore della surface engineering.
Si parla tanto dell’importanza del prodotto Made in Italy, ma oggi non basta più il gusto del bello per vincere le sfide della competizione: se i nostri prodotti vogliono rimanere competitivi, devono aggiungere innovazione. Sono veramente pochi i nuovi prodotti del nostro paese negli ultimi anni e diventa sempre più evidente che il settore delle nanotecnologie può dare risposte rivoluzionarie all’esigenza d’innovazione: lavorare nelle piccole dimensioni consente d’inventare nuovi prodotti.
Allora, dopo anni di lavoro e di sacrificio, la nanoimpresa Star ha deciso di comportarsi proprio come una nanoparticella e di dare il proprio valore aggiunto a una matrice, contribuendo così alla nascita di una nuova realtà che possa portare grande innovazione per le nostre imprese e per il nostro paese.
Dopo avere bussato alle porte dei venture capital e a tante altre porte, dinanzi a cui ha trovato limiti e difficoltà, oggi Star è riuscita a trovare la matrice in cui può svilupparsi, crescere e contribuire a sua volta alla crescita di questo paese, nel settore delle nanotecnologie: Tec-Eurolab, uno dei più innovativi laboratori di testing dei materiali in Europa, che, lavorando nella macroscala, con l’ingresso di chi può lavorare nella micro e nanoscala, acquisisce completezza e consente all’innovazione di fare un passo avanti. Con un approccio di tipo anglosassone, rarissimo in Italia, Tec-Eurolab risulterà nella nuova società – che annunciamo qui per la prima volta – amplificatore delle competenze e delle conoscenze di Star, rischiando in prima persona, ma senza pretendere la maggioranza. Ma, quello che è ancora più importante, sarà parte attiva per fare crescere la nuova impresa.
In conclusione, questa nuova società, che nascerà entro l’anno, formata da Star e Tec-Eurolab, darà alle imprese un servizio che va dalla nano alla macroscala nell’analisi dei materiali, delle superfici, e avrà un settore completamente dedicato alla produzione di nanofiller, nanoparticelle multicomponente, da utilizzare come ingredienti aggiuntivi per ottenere nuovi materiali. Per fare un esempio banale, potremo avere un bicchiere di plastica che, in un incendio, rimane un bicchiere di plastica e, se viene calpestato, non si spezza perché ha proprietà meccaniche aggiuntive. Il portellone posteriore dell’Hammer, per citare un caso già esistente, è composto di materiale plastico più nanoparticelle, che danno al materiale plastico proprietà meccaniche che altrimenti non avrebbe avuto: un oggetto, che mantiene la leggerezza della plastica e, nello stesso tempo, la resistenza del metallo, è veramente rivoluzionario.