QUEL FILO SOTTILE DAL DESIGN ALL'ARTE

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titolare di Victim Design, Bologna

Dal 1989, la galleria Victim Design ricerca e seleziona le produzioni di design e artistiche maggiormente rappresentative del periodo fra gli anni cinquanta e ottanta. Come nasce questa proposta?

Innanzitutto per hobby: come collezionista, ho sempre acquistato oggetti che poi cerco di fare apprezzare anche agli altri. Oggi, alcuni elementi d’arredo, che fanno parte di un periodo e di una cultura che risale alla nascita del design, sono considerati storicizzati. Anche se non è facile trovare persone che capiscano il filo sottile che lega il design all’arte, farlo capire è diventato la mia missione: oggetti non più in produzione o in produzione limitata sono già una forma d’arte. Per fare un esempio, basti pensare ai Replicanti, di Mimmo Rotella, “figure” luminose disegnate per Venini, in vetro soffiato e lavorato a mano (in due colorazioni, rosso e zaffiro), sostenuto da una base in cromo lucido. Nel progetto della serie Replicanti, Rotella è riuscito a “scorticare” un viso lasciando intravedere i suoi connotati più resistenti: occhi, naso e bocca. Le teste diventano un catalogo tridimensionale di tipologie umane, arricchite da elementi tecnologici: occhiali, maschere, fari e antenne. Realizzati in edizione limitata (novantanove esemplari), i Replicanti sono opere d’arte che preferiscono abitare le case piuttosto che i musei, perché la casa stessa oggi può divenire casa dell’arte, museo vivente. E Victim Design vuole dare un contributo a questo processo di diffusione dell’arte e della cultura proponendo elementi d’arredo come questi.

Lei ha rilevato durante la sua esperienza che il design è cultura, ben oltre la logica della funzionalità…

Non ci si può avvicinare al design senza apprezzarlo o averne conoscenza. Anche per questo, per contribuire alla formazione del cliente, offriamo a privati, attività commerciali e chiunque ne faccia richiesta servizi di consulenza e di ricerca nei settori del design d’arredo.

La collezione Victim si compone di arredi, oggettistica e artefatti che portano la firma dei maggiori designer del panorama internazionale, con uno sguardo attento alle tendenze e agli sviluppi del design contemporaneo. Qual è l’elemento che l’appassiona di più nel suo lavoro?

Trovare oggetti che mi emozionano, anche se all’inizio non hanno molto seguito. Quando ho incominciato a proporre oggetti dell’architetto Ettore Sottsass, per esempio, tutti disprezzavano la mia scelta, come se un architetto dovesse seguire le mode dell’epoca. Ritengo, invece, che Sottsass sia uno degli architetti del novecento più innovativi nel campo del design, di rottura rispetto al cosiddetto design “istituzionale”.

Il design per me è altro, è un oggetto che parla, comunica, perché ha un suo percorso, a prescindere dalle mode. Ecco perché mi piace la possibilità che mi dà il mio lavoro di cogliere con largo anticipo opportunità di acquistare firme che, nell’arco di soli cinque o dieci anni, raggiungono quotazioni improponibili per il mio negozio.