Ruggero Montanari

  • Qual è l’importanza delle piante nelle aree urbane per la salute dei cittadini?

    I benefici che le piante apportano al contesto urbano sono notevoli. Primo fra tutti l’ossigenazione che, in un ambiente altamente inquinato come quello delle nostre città, si rivela di fondamentale importanza per la salute del cittadino. Durante il periodo estivo, inoltre, le piante contribuiscono all’abbassamento di almeno due, tre gradi di temperatura, donando così un gradevole senso di refrigerio. Infine, occorre considerare l’influenza positiva che esse hanno sull’umore delle persone. Basta

  • Da oltre cento anni la vostra impresa produce e vende alberi. Dagli anni sessanta, la produzione ha riguardato anche il mercato estero, il cui apprezzamento è andato sempre crescendo fino a oggi. Come trova la situazione del verde a Bologna, data anche l’importanza del contributo che esso può dare alla salute dei cittadini?

  • Con la sua azienda e le altre facenti parte del Polo vivaistico di Cà de’ Fabbri siete giunti a organizzare, a Minerbio, un convegno dal titolo “Il vivaio protagonista nella salvaguardia dell’ambiente”. Può darcene una breve testimonianza?

    Siamo riusciti a organizzare questo convegno dopo diverse riunioni con l’Amministrazione del nostro Comune, Minerbio. Noi vorremmo stimolare l’attenzione delle Pubbliche Amministrazioni a considerare la priorità di legiferare cambiamenti nei parametri degli indici di edificabilità preposti per la tutela

  • Intervista di Pasquale Petrocelli

    Nel numero scorso di questa rivista, “La cura della città”, è apparsa una sua intervista dal titolo L’albero, l’aria della città, in cui illustrava l’apporto dell’albero nella lotta contro l’inquinamento dell’aria.

     

    La città, anzitutto, è dei cittadini. E sono sempre di più i cittadini che, quando comprano un’abitazione, la vogliono in una zona con verde pubblico attrezzato, un verde che non sia solo alberi e prato.

     

  • Intervista di Pasquale Petrocelli

    Può darci una breve testimonianza dell’esperienza del Polo vivaistico di Ca’ de’ Fabbri?