Carlo Monaco

  • Io credo che il punto di partenza del libro di Vittorio Mathieu, Le radici classiche dell’Europa, sia di estrema attualità, perché si chiede se il processo di unificazione europea sia un dato possibile, desiderabile e realizzabile e in quali modi questo percorso possa riuscire ad avere un’eventuale spinta, dal momento che siamo un po’ stanchi di un’Europa declamata e inneggiata che poi, di fatto, non sembra approdare a risultati sufficientemente convincenti. È pensabile che l’unificazione politica europea, a seguito dell’unificazione economica, possa approdare in tempi brevi a

  • La prima cosa che vorrei dire del libro di Gianni Verga, Come avere cura della città, è che questo libro è dichiaratamente e programmaticamente migliorista. Chi ha i capelli bianchi ricorda con quanto disprezzo veniva usata questa parola nella cultura italiana: io stesso ne sono stato vittima designata, perché per una decina d’anni sono stato accusato di essere migliorista. Qual era la colpa del migliorista? Quella di rinunciare a una trasformazione radicale del sistema, di accontentarsi di piccoli cambiamenti. Solo recentemente si è capito che le alternative al

  • Fin dalle origini dei tempi, la filosofia discute se la realtà è ferma o si muove, se l’essere è o tutto diviene, cioè se debba essere prevalente una visione statica del mondo, dell’universo, oppure se si debba considerare il mondo come un grande sistema dinamico. L’interrogativo, applicato alla vita degli uomini, cioè alla categoria dell’etica, immediatamente diventa se la vita saggia non sia quella di chi se ne sta immobile, a meditare su se stesso: “Non andare fuori, stai dentro di te” era la direzione indicata da Sant’Agostino.

  • Devo fare un ringraziamento a Sergio Dalla Val perché da molti anni s’impegna con tenacia e capacità a organizzare a Bologna numerose iniziative culturali di prim’ordine; in particolare c’è un filone di iniziative, da lui e dalla sua associazione promosso, che ha sempre prestato particolare attenzione al problema del mondo e della cultura sovietica e ha portato nella nostra città un numero considerevole di intellettuali russi. Quindi, un ringraziamento non formale va a Sergio Dalla Val per l’intenso lavoro culturale da lui svolto.