Carlo Sini

  • Nel corso dei secoli e dei millenni, l’arte figurativa si è sempre più specializzata, determinando un mestiere preciso, con le sue tecniche, le sue tradizioni e la sua storia. Dietro l’arte figurativa ci sono centinaia di migliaia di anni di attività umana. Noi lo dimentichiamo, ma sono due milioni di anni che gli ominidi, i nostri antenati, parlano, e noi con loro. Che cosa vuol dire che “parlano”? Vuol dire che muovono il corpo, muovono le mani, incominciano a opporre il pollice alle altre dita, incominciano a usare un sasso per fabbricare un altro sasso. Gesto

  • Quando si parla d’impresa, anche d’impresa intellettuale, si parla di produzione, di qualcosa che prima non c’era e poi c’è. Ma come si produce quello che comunemente si chiama merce? Che cos’è, innanzitutto, una merce e come può essere valutata sia in un ambito strettamente economico, sia in un ambito più ampiamente umano? La produzione, in particolare della merce, si annoda strettamente con il problema del tempo. Si  ha merce in quanto si ha un geroglifico temporale o, per dir così, un’incarnazione temporale, un coagulo di tempo. Qualunque cosa sia stata prodotta

  • Se dovessi attribuire una nascita simbolica alla modernità in Europa, sceglierei una data che forse non avete in mente: il 529, anno in cui viene fondato il monastero di Montecassino. Piaccia o no a Chirac, è lì la nascita dell’Europa, quando San Benedetto lancia per tutta Europa i suoi monaci per costruire una rete che da allora non è più venuta meno ma che prima non c’era. Lancia i suoi monaci sulla base di un motto che tutti noi ricordiamo: “Ora et labora”. E si tratta di capire bene cosa vuol dire “orare” e “laborare”, per un benedettino. Aggiungerò un particolare che non è marginale

  • Un punto di partenza interessante per la nostra conferenza potrebbe essere un evento culturale che ha tre secoli e che suscitò molto scalpore a Londra, in Inghilterra, e poi in Europa: la pubblicazione di una breve favola, scritta da un olandese che si era trasferito a Londra, medico di grande successo e anche filosofo, che si chiamava De Mandeville. In questa favola, che divenne rapidamente famosa, si parlava di un alveare dove le api, che erano simili agli uomini, avevano organizzato una società estremamente complessa, dinamica e imprenditoriale, sempre più ricca, sempre più potente,

  • La più potente scrittura che l’uomo abbia mai inventato è la scrittura matematica, la scrittura della modellizzazione totale di ogni cosa. Nessuna scrittura potrebbe rendere un tavolo come la scrittura matematica. Apparentemente, sembrerebbe meglio un’immagine, meglio dipingerlo, però solo la matematica è in grado potentemente d’impadronirsi di questo movimento rappreso che è un tavolo. E questa verità potremmo illustrarla con la grande intuizione cartesiana dell’algebra e degli assi cartesiani: si tratta sempre di stabilire due coordinate cercando di cogliere dove si trova il punto che si

  • Nel mio libro La libertà, la finanza, la comunicazione, la questione del politico e del desiderio viene affrontata a differenti livelli, anche mettendo in gioco il mito greco e il libro la Repubblica di Platone. Qui si tratta della questione del potere, rappresentata nel libro dalla figura di Trasimaco, l’autoritario. Ognuno esercita un potere, come diceva bene Foucault, ognuno incarna il desiderio del potere. La vera questione, dibattuta da Platone a Hobbes sino ai giorni nostri, è che l’uomo è un ramo storto, come diceva Kant: desidera il potere, fino a

  • Che cosa intende Socrate quando dice che i filosofi sono gli unici che possono governare con giustizia, cioè garantire una scienza politica che tolga i lutti e le violenze dalle città e dalle generazioni degli uomini? In sostanza vuol dire, a mio parere, una cosa molto semplice: vuol dire che soltanto l’incarnazione dell’ultrasensibile in una piccola comunità di uomini ultrasensibili può sollevare la politica a teologia, cioè alla “scienza” della vita eterna.