Daniele Corticelli

  • Affrontare i problemi di una città, oggi, è materia culturale, prima che economica e politica. Bologna, per esempio, sta attraversando un momento di grande difficoltà, causata non solo da una profonda crisi in ambito economico, ma anche da un degrado culturale. Il segnale più pericoloso di questa crisi è rilasciato dal suo centro storico, che sembra essere una pesante eredità del passato più che un ricco dono della tradizione da valorizzare e rilanciare…

  • Lei, anche come presidente dell’Associazione Il Metrò che vorrei, si è sempre battuto per la riuscita della città. Può precisare perché il metrò in particolare dà un grande apporto alla riuscita di Bologna?

    Tutte le città europee di medie o grandi dimensioni hanno una metropolitana e Bologna ha bisogno di dotarsi di una strategia di mobilità dell’ultimo miglio. Bologna ha una caratteristica geografica privilegiata rispetto a tutte le altre città perché è uno snodo logistico, però quando la si raggiunge in auto, in treno o in aereo si trova un’enorme difficoltà per spostarsi

  • L’Associazione Bologna Capitale prosegue il suo lavoro di elaborazione di una progettualità straordinaria di sviluppo per rilanciare con concretezza e pragmatismo la città di Bologna...

    Il declino di oggi non consente ulteriore stasi e ulteriori rimandi: non possiamo più permetterceli, dal punto di vista sia economico che sociale.

    È indispensabile ideare e attuare un’azione politica e amministrativa che riporti Bologna al rango di eccellenza europea, ed è proprio questo il significato del nostro nome Bologna Capitale.

    Una città di 500.000 abitanti deve