Szasz Thomas

  • Intervista di Sergio Dalla Val

    La prima domanda riguarda la parola mind (“mente”, in italiano): lei ha affermato che nella lingua inglese, fino al XVI secolo, c’era solo il verbo (to mind, in italiano: “avere intenzione”). Perché?

    Il termine “mente” è nato come nome per sostituire la parola “anima”. Prima esisteva in latino con l’originario significato legato a “intenzione”. Oggi si usa l’espressione “La mia mente mi dice”, ma la mente non dice assolutamente nulla! Noi diciamo a noi stessi!

    Se il paziente ha una malattia nel cervello, per esempio un tumore,

  • Perché lei dice che la malattia mentale non esiste?

    Dobbiamo risalire alla moderna definizione materialista di malattia. La malattia può colpire soltanto i materiali, le sostanze, le entità come le piante, gli animali o il corpo umano, non una persona o la mente. Per questo motivo, dico che è una metafora. La malattia mentale è come quella che nell’economia si chiama depressione, quella da cui scaturisce la disoccupazione. Quindi, è una metafora, non una sostanza.

    Lei dunque non pensa che si tratti di curare la

  • Incominciamo dal principio che sta alla base della mia tesi: la malattia mentale non esiste. Ora, per avere chiaro il senso di questa tesi, bisogna sapere esattamente che cos’è una malattia. In italiano si dice “malattia”, mentre in inglese esistono parole diverse che si usano come sinonimi, ma non sono veri e propri sinonimi: disease, illness, malady, sickness. La parola malady è la più generica e può includere di tutto, mentre la parola desease è più specifica, se usata nel senso moderno. È bene tenerlo presente, poiché