Emilio Fontela

  • Fare impresa è un’arte più che una scienza. Gli autori dell’economia classica, Marx compreso, intendevano per impresa l’attività che deteneva il capitale, ossia la finanza: gli imprenditori erano i capitalisti. A poco a poco, con la scuola neoclassica, l’economia introduce una figura d’imprenditore come gestore che applica la tecnologia alla produzione. Poi, in seguito alle teorie di esperti di scienze sociali e di psicologi, non più di economisti, emerge un’altra idea d’imprenditore come innovatore, che ha quella che ho chiamato la funzione di leadership, non tanto nel

  • Intervista di Sergio Dalla Val

    Quando nella teoria microeconomica si parla della funzione dell’imprenditore, il concetto chiave utilizzato per descrivere il comportamento imprenditoriale è la razionalità. Lei spesso ha dichiarato che questo criterio non è adeguato all’impresa della modernità. Perché?

    L’impresa s’inscrive in uno scenario di decision-makers che operano utilizzando la loro razionalità in un sistema di mercato contraddistinto dall’efficienza. In questo contesto, la razionalità è l’ispiratrice di tutte le azioni dell’imprenditore, in direzione della

  • Il mio intervento si svolge in tre parti: la prima parla di transizione, la seconda di convergenze e la terza di costruzioni.

  • La nozione di lavoro in economia sta cambiando. Occorre ormai distinguere tra un lavoro puramente strumentale, nel quale un determinato sforzo umano è messo in relazione con un risultato produttivo, e un lavoro in cui la produttività s’identifica con l’apporto umano e ciò che viene prodotto è un servizio personale. Questa è la nozione di lavoro-prodotto, che deriva dalla trasformazione della produttività per l’introduzione di criteri qualitativi. È il prodotto che qualifica il lavoro. Partendo da questa idea, ci sono grandi categorie di attività che possono essere

  • Nel mio libro Come divenire imprenditore nel ventunesimo secolo, ci sono tre capitoli dedicati a tre grandi funzioni del cambiamento: il primo si occupa della società post-economicista e della società dell’informazione, il secondo della globalizzazione della finanza e il terzo dell’Europa e del suo futuro, importante per il futuro delle imprese europee. Dunque, è un libro di prospettiva, si occupa di cose che stanno già accadendo ma che dovrebbero avere importanza sopra tutto fra qualche anno.