Leonardo Celestra

  • Intervista di Anna Spadafora

    Prendendo spunto dal libro di Massimo Mola, Come ascoltare gli edifici, che cosa può dirci della sua esperienza di ristrutturazione? Ha incontrato casi in cui alcuni interventi erano improponibili rispetto ad altri, non tanto per i vincoli e le normative che li impedivano, quanto per le esigenze strutturali dell’edificio stesso?

    Capita spesso d’incontrare committenti non preparati all’approccio del restauro o della ristrutturazione. Spesso, chi intende restaurare, o addirittura ristrutturare, un bene architettonico, si carica di

  • intervista di Anna Spadafora

    Il libro di Marco Maiocchi Archestesie esplora le opportunità di un’esperienza estetica, per dir così, globale, in cui l’architettura, la musica, la poesia e le arti visive s’intersecano per offrire effetti inediti e inusuali. In che modo lei riscontra, nella sua attività di imprenditore edile e nella sua ricerca in architettura, l’importanza della bellezza, specialmente oggi, in un’era in cui la comunicazione si avvale di strumenti di vario tipo e anche l’ambiente comunica?

  • Intervista di Anna Spadafora

    Come architetto e costruttore, che cosa può dirci della combinazione tra le esigenze dell’architettura, quindi dell’industria e della città, e quelle dell’ambiente?

  • Intervista di Anna Spadafora

    Possiamo intendere la città come ciò che si scrive e resta del viaggio della vita? E quali contributi può dare il corpo a tale scrittura?

  • Il poeta Borges in una milonga scrisse: “la gente ha l’abitudine di morire”; e parrebbe proprio che non ci sia modo di levargliela.
    Può sembrare strano che, interrogato sul tema “il viaggio e la città”, io inizi da quella che viene considerata la fine del viaggio di ogni uomo, cioè la Morte. L’evidenza della morte fa di noi dei pensatori. Da bambini ci crediamo immortali, pensiamo di essere onnipotenti e che tutto il mondo giri attorno a noi, ma poi, quando l’idea della morte cresce dentro di noi, cresciamo con essa, la certezza della morte personale ci umanizza, vale a dire

  • Intervista di Anna Spadafora

    Nel dibattito che si è tenuto a Bologna intorno al libro di Gianni Verga Come avere cura della città (Spirali ed.), è emersa da più parti l’esigenza che in Italia prenda slancio finalmente una spinta propulsiva, dopo anni in cui sembrava che dovesse essere conservato tutto. Lei ritiene che occorra maggiore flessibilità nel restauro o nella conversione di aree industriali dismesse, per esempio?

     

    La flessibilità intesa soprattutto in termini di adattabilità