Luigi Foschini

  • Sabine Hossenfelder, fisica teorica del Frankfurt Institute for Advanced Studies, nel 2019 ha scritto sul suo blog che la ricerca sui fondamenti della fisica è in una fase di stagnazione da quando è stato completato il modello standard della fisica delle particelle, cioè almeno da mezzo secolo. Altri esperimenti di rilievo hanno poi confermato questo modello, come, per esempio, l’osservazione nel 1983 dei bosoni W e Z dell’interazione debole, che è valsa il premio Nobel per la fisica a Carlo Rubbia; oppure, la più recente (2012) osservazione del bosone di Higgs.

  • Nel XX secolo, la fisica ha incontrato una radicale trasformazione. La teoria della relatività e la meccanica quantistica hanno costretto gli studiosi a interagire con un mondo di cui non hanno e non possono avere esperienza diretta. In fisica classica, una grandezza matematica era associata a un oggetto fisico visibile e tangibile: velocità e posizione di una mela che cade o di un pianeta che si muove. Effettuare una misura implicava che se ne trascurasse l’effetto perturbativo. Nella fisica quantistica questo non è più possibile, per via del principio di indeterminazione di

  • La scienza moderna affonda le sue radici nell’esperienza intellettuale del Rinascimento, quando la quantità divenne il perno della misura sperimentale e del progetto. Non che gli antichi greci o i romani non sapessero costruire navi o edifici. Mancava però la questione della quantità, con il risultato di avere dimensioni in eccedenza o in difetto, ovvero di evitare la qualità, o anche di mancare proprio l’idea di come fare. Si pensi alla cupola del Duomo di Firenze progettata da Brunelleschi: senza un progetto quantitativo e non spannometrico, non si sarebbe potuta costruire. Si può anche

  • La fisica oggi si può molto sommariamente suddividere in tre parti principali. La fisica classica, che tratta quello che noi possiamo dire a proposito del mondo su scala umana. Poi, c’è la fisica quantistica, cioè cosa possiamo dire a proposito della scala atomica e subatomica, e la fisica relativistica, che tratta quel che possiamo dire a proposito del velocissimo. Siamo nati in un mondo con certe dimensioni spaziali e temporali e le esperienze che facciamo costruiscono quello che noi chiamiamo “senso comune”, il “buon senso”. Di solito, capire qualche cosa vuol dire ridurre un concetto