Mariella Borraccino

  • L’arbitrarietà è virtù del principio della parola, che nessuno può attribuire a un soggetto. Anche le formule più comuni della soggettività – “io penso”, “io dico”, “io faccio” – non evitano lo sbaglio di conto, la svista, l’errore di calcolo. Le dottrine religiose, psicologiche, politiche si reggono sull’ipostasi di un soggetto che pensi le parole e le cose, le soppesi, le comprenda, le collochi al loro posto in un ordine funzionale alla loro padronanza. È questa volontà ideale, questa intenzionalità, quell’arbitrio del pensiero che gli umani attribuiscono alla divinità

  • L’occasione non si sceglie, perciò non è l’occasione ideale, l’occasione da cercare per fare o per ottenere ciò che si vuole. Quando non si raggiunge ciò che si pensa, quando non si ottiene ciò che si vuole: ecco, quella è l’occasione, l’occasione che arriva con il gerundio della vita, l’occasione che non si pensa, che non si sceglie.

  • Nella vita, nella parola, la famiglia è il regalo della sorte, della sorte ironica, da cui procede il viaggio, è la traccia intellettuale per ciascuno: non è la famiglia ideale di appartenenza, la famiglia chiamata umana.
    “Ognuno”, “ogni uno” che si pensi, s’immagini, si creda nel solco di questa appartenenza, ha un’idea di sé, un’idea genealogica. Questa idea compie l’economia del sangue (pensato come veicolo dei caratteri genetici o dei valori spirituali), che circola nella parentela, nella tribù, nel gruppo, lo distilla, lo tramuta da impuro a puro.

  • “Le stelle volano come lucciole secondo il loro numero”. Con questo annuncio esordisce il capitolo La costellazione, l’adiacenza, il caso del libro di Armando Verdiglione Urkommunismus.
    La paura della parola. Per l’autore, “numero” (il numero della vita, il numero che nessuno sceglie, il numero che non si pensa di avere o di essere) vale anche “particolarità”, “dissidenza”. Le stelle (le cose, le parole) entrano nei nostri sogni, negli incubi, nelle curiosità e nelle costruzioni a occhi aperti: volano. Le comprendiamo, le tocchiamo? Vanno di qua e di là, vanno e

  • Ci sono borghi, nella nostra Italia, nell’Italia della parola, che dimorano in un destino speciale, il destino della vita nel suo divenire salute, un destino di onestà. Anche Porretta Terme voi la trovate in questo destino.
    Non si tratta di un paese arroccato in una posizione di privilegio o su una strada a passaggio obbligato, non può vivere quindi di ricordi, di retaggi o di gabelle. Chi, tra voi, coglie la combinazione artistica e inventiva del suo paesaggio, i capricci della memoria dei millenni (da dove vengono le cose e dove vanno) ha la chance d’intendere la sua modernità e di

  • A capo di centinaia di ingegneri impegnati nel progetto di costruire un “cervello”, un computer che s’istruisca elaborando, una “mente” robotica, Google ha posto Ray Kurzweil, l’inventore del termine “singolarità”, che designa la macchina “transumana”, in grado di sostenere una conversazione con lo schema “domanda-risposta”. Il computer di Ray Kurzweil riconosce come correlate, quindi come significative, le parole che ricorrono nella costellazione linguistica attraverso relazioni di frequenza e di vicinanza spaziale. L’anomalia viene scartata. Si costituisce così un modello di risposta,

  • Nei libri di Armando Verdiglione usciti nel 2017, trovate una straordinaria analisi delle dottrine misteriche, cui viene, da sempre, affidata la “gestione” della società, degli stati, delle istituzioni, la “cura” del corpo, dell’anima, della mente. I libri sono sette e li trovate in libreria o nei negozi on line. Costituiscono una traversata, che non può essere sintetizzata o riassunta: leggendoli, si avverte la spinta a restituire qualcosa di questa scrittura con un contributo, anche solo per un granello o per una goccia.
    Verdiglione scrive che il “mistero” su cui si fondano queste

  • “Cannibalismo” ha un etimo che non risale a una radice latina, greca o a altre stratificazioni linguistiche indoeuropee, ma al termine “canibales”, utilizzato da Cristoforo Colombo per descrivere alcune tribù antropofaghe. I “canibi”, o “caribi”, abitavano le terre poi chiamate “Caraibi”. Gli antropologi, oggi, distinguono fra cannibalismo, che avrebbe alla base necessità sostanziali (la fame, le carestie) o mentali (la psicotizzazione), e l’antropofagia praticata per motivi rituali religiosi. Nei millenni, però, il carattere di sacrificio rituale ha riguardato il mangiare la carne in ogni

  • Il termine anoressia è costituito dal prefisso privativo a- e da un significante dotto, oressia, che i medici utilizzavano nell’Ottocento per definire l’appetito. Come si arriva all’appetito?