Sergio Dalla Val

  • Calmate il vostro cuore; purificate la vostra anima; liberatevi della vostra intelligenza”. Questo precetto tratto dallo Zhuangzi è uno dei tanti esempi della diffidenza nei confronti dell’intelligenza che pervade il pensiero orientale. L’autore, il maestro Zhuang (369-286 a.C.), riformatore del taoismo cinese, prosegue: “Correggete il vostro corpo e unificate i vostri sguardi, l’armonia celeste scenderà in voi; frenate la vostra intelligenza e rettificate il vostro atteggiamento, lo spirito trascendente vi visiterà.
    La virtù vi abbellirà; il Tao abiterà in voi”. Per il taoismo, l’

  • Agli inizi degli anni settanta, il termine “dispositivo” entra nel dibattito filosofico e ideologico a proposito dell’incidenza del potere politico e economico nella società attraverso le strutture linguistiche e discorsive. Jean-François Lyotard, nella sua analisi dell’“economia libidinale”, basata su una concezione del sociale come molteplicità di flussi di energie e di forze pulsionali, introduceva la nozione di dispositivo pulsionale come macchina che “ordina l’orientamento dei flussi energetici sul campo di iscrizione del linguaggio”. Lyotard giungeva a cogliere una contrapposizione

  • “E veramente accade che sempre dove manca la ragione suppliscono le grida”: così scrive Leonardo da Vinci nel Trattato della pittura, dove chiama “lingua de’ litiganti” quella che elude “l’esperienza” e poggia sulla “falsa e confusa scienza” perché “pasce di sogni i suoi investigatori”.
    Dai social network al governo, dai giornali di regime ai tribunali del popolo, questa assordante lingua dei litiganti, ipnotica e demagogica, percorre oggi la provincia Italia: è la lingua comune, lingua del nulla, fatta di appelli al popolo, di critiche al profitto industriale e finanziario, di

  • Quando qualcosa non va o non funziona, quando le cose precipitano o girano in tondo, quando sembra spalancarsi l’abisso, la tentazione di abbattersi, di colpevolizzarsi, di punirsi, di criminalizzarsi è comune, anzi è d’obbligo. La pena, la colpa, il crimine sono da sempre funzionali alla riuscita sociale, che deve passare attraverso un percorso e un cammino sacrificali, attraverso l’iniziazione, la purificazione, la redenzione. In Occidente come in Oriente: nella Cina del terzo secolo a.C., regnante la dinastia Qin, l’imperatore Shi Huang Di, che avviò i lavori della Muraglia cinese,

  • Chi conta di più? Quanto conta quel che facciamo? I conti tornano? L’idea comune di conto lo considera strumento per misurare o risparmiare il fare, per giustificarlo, per finalizzarlo.
    Nella formulazione “In fin dei conti” spetterebbe al conto sancire la fine per decidere il valore delle cose, del fare, del viaggio. Questo conto presunto obiettivo è conto sul tempo, conta sulla fine del tempo, per poterlo misurare e dunque risparmiare.
    Ma il risparmio di tempo non paga: il processo di valorizzazione esige l’investimento, non il risparmio. Il conto non è fondante: del conto

  • All’arcaismo che dilaga in Europa – dal terrorismo islamista ai nuovi totalitarismi (Cina, Russia, Turchia), dalla dittatura della burocrazia al ricatto ambientalista – c’è chi contrappone i valori illuministici, in particolare il laicismo, come depositari della modernità e, dunque, della civiltà. Ma la questione della modernità può limitarsi alla distinzione tra potere statale e potere religioso o alla democrazia rappresentativa o alla parità dei diritti? In che modo l’illuminismo, con il suo naturalismo e il suo cosmismo, non si oppone, bensì si concilia in realtà con il radicalismo e

  • A fine dicembre del 2017, con l’approvazione del decreto legge Lorenzin, la professione di psicologo ha ottenuto il pieno riconoscimento quale professione sanitaria, situandosi così, non senza qualche perplessità degli stessi interessati, in un ambito dominato dalle pratiche che vanno sotto il nome di medicina. Questa decisione, che potrebbe essere lasciata negli angusti limiti delle dispute sui privilegi professionali, è rilevante se considerata un ulteriore indizio della medicalizzazione sempre più imperante in materia di salute e di cura. Fin da Ippocrate (V-IV sec. a.

  • Le legislazioni permeate dall’ideologia illuministico-romantica sostengono il principio di uguaglianza per “gli uomini”, che “nascono e rimangono liberi e uguali”, secondo la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1789, o per “tutti i cittadini”, che “sono uguali davanti alla legge”, secondo la Costituzione italiana del 1947. Nel primo caso questa uguaglianza sociale dipende dalla nascita, nel secondo dalla legge, davanti a cui i cittadini diventano tutti e, in quanto tutti, sono uguali. La legge così doppia la natura, è la nuova nascita: l’homo

  • In questi giorni cade l’anniversario, trascurato dai media, di un evento essenziale per intendere l’importanza dell’arte per la civiltà e per l’impresa. Sono trascorsi due anni dall’agosto 2015, quando in Siria, a Palmira, riconosciuta dall’Unesco come patrimonio dell’umanità, l’Isis decapitò, dopo una settimana di torture, il capo della direzione generale delle antichità e dei musei, lo studioso d’arte Khaled al-Asaad, che si era rifiutato di confessare dove aveva nascosto centinaia di statue per sottrarle alla furia distruttrice delle milizie dello stato islamico. Dopo i soliti messaggi

  • L’etimo di realtà, il latino realitas, ci riporta a res, cosa. La cosa pubblica a Roma. La cosa in sé di Kant. L’esser-cosa della cosa di Heidegger. La cosa freudiana di Lacan. La cosa è l’essere? La cosa è il linguaggio o è nel linguaggio, dimora dell’essere? In Duns Scoto la realitas non era la realtà esteriore, era l’esse in re della cosa: già nel XIII secolo il Doctor Subtilis indicava che la realtà vincola la cosa all’essere, all’ontologia, non a quel che appare. Confermava così il discorso occidentale, secondo cui, fin da Aristotele (“Non tutto