Mariella Sandri

  • La questione donna incomincia a enunciarsi nel rinascimento, come questione dell’itinerario, dell’arte e della cultura: da qui l’irruzione delle donne sulla scena occidentale, quando s’instaura lo zero nella parola, ovvero il conto incomincia da zero, il racconto s’avvia per uno zero. Così il nome non è più nominabile e attribuibile.

    Lo zero è stato portato in Europa dagli arabi attorno all’anno mille, ma la sua funzione risultava molto inquietante, per cui è entrato nel conto, nel contare, nel racconto solo nel rinascimento. Ci sono voluti poi Gottlob Frege e, sopra tutto, Giuseppe

  • Ringrazio Armando Verdiglione di essere venuto a Ferrara per tenere questa conferenza (19 maggio 2005). È una conferenza importante per me, per l’equipe estense di cifrematica e, in particolare, per la città di Ferrara.

    Il titolo La cifrematica, la Villa San Carlo Borromeo, l’arte, i libri, il brainworking traccia il progetto e il programma degli anni a venire, instaurando nella vita un’altra aria e un altro tempo: tempo del fare, tempo della vendita, tempo in cui i cosiddetti prodotti culturali non trovano valore in quanto pensati

  • Quale direzione per il nostro viaggio, per il nostro itinerario? Qual è la via? E ancora, chi viaggia? Il viaggio di cui stiamo parlando è il viaggio intellettuale, è il viaggio della parola originaria. Non si tratta quindi del viaggio che gli umani vogliono o possono fare in giro per il mondo. Il viaggio della parola originaria è quello della parola che giunge a scriversi. Non nel senso della scrittura del giornale di bordo o del diario, ma scrittura dove le cose si dicono e si fanno, scrivendosi, giungono alla qualità, quella che la cifrematica chiama appunto la cifra. Il viaggio della

  • È di Ferrara il “Dante della prosa italiana”, come Giacomo Leopardi definisce Daniello Bartoli. Nato in questa città il 10 Febbraio 1608, Daniello Bartoli è molto giovane quando entra nell’ordine dei gesuiti, di cui diverrà lo storiografo ufficiale. Svolgerà tale incarico a Roma dove scriverà l’Historia della Compagnia di Gesù in ventisette libri, tra i quali Il Giappone, pubblicato da Spirali edizioni nel 1985. 

  • Da dove vengono le cose? Dove vanno? Da dove vengono le merci? Dove vanno? Le cose vengono da oriente e vanno verso occidente lungo un itinerario assolutamente artificiale, assolutamente intellettuale che viene dalla tradizione e va verso l’invenzione. Questo itinerario inaugurato dal va e vieni incessante delle merci, delle donne, degli uomini, è un viaggio nella parola, per questo non è spaziale, non è geometrico e non è visivo. È il viaggio temporale, non temporaneo: è l’itinerario delle cose che si fanno e che stanno tra l’avvenire e il divenire.

  • Il discorso occidentale insiste molto sulla salute con grandi investimenti per l’assistenza e la prevenzione, coadiuvati da campagne pubblicitarie e trasmissioni televisive per informare sul pericolo di malattia. La salute oggi, nelle società occidentali, è tra i problemi più importanti in assoluto, ma questi media e l’apparato sanitario stesso procedono veramente da una questione di vita o di morte, o pongono la questione nei termini della sopravvivenza? La salute è sopravvivenza alla malattia, o è istanza di qualità della vita?

  • Nelle famiglie, nelle scuole, nelle imprese gira aria di conciliazione, di pacificazione, che la guerra in Afghanistan fa invocare ancor più. Ma come interviene oggi la pace? È il contrario della guerra? È forse vero che se vuoi la pace devi preparare la guerra? La pace non è la calma che, tutto appianando, tutto collegando, toglie quel conflitto di cui si nutre. Il principio della pace è il principio della morte e il dialogo con cui si vuole portare la pace è, come mostra Platone, essenzialmente polemologico: vive di soggetti in conflitto fra loro. La fine della guerra come pacificazione

  • Vorrei partire dal titolo del libro di Padre Roberto Busa, Quodlibet, parola ostica, forse intraducibile. “Quodlibet”, dice Padre Busa nella presentazione, è il titolo di alcuni scritti di San Tommaso, raccolte di questioni del pubblico che poteva porre domande: Quodlibet ad volumtatem cuislibet, cioè cose di qualsiasi argomento, secondo la volontà di ciascuno. Cose qualsiasi dunque: primo esempio di libertà di interrogazione, di libertà di parola. Ben differente dal dialogo socratico. Ma subito una questione: qualsiasi cosa o una cosa qualsiasi? Questione di

  • La lettura del libro di Fontela Come divenire imprenditore nel ventesimo secolo, edito da Spirali, è un’occasione per indagare lo statuto dell’imprenditore e le prospettive delle imprese nel terzo millennio. Fontela nel suo libro ne dà una traccia e evidenzia le trasformazioni del sistema economico lungo il passaggio che sta avvenendo dalla società industriale a una società dell’informazione e del tempo libero.La società dell’informazione, con l’avvento delle nuove tecnologie, esige radicali trasformazioni, ha nuove esigenze, chiede nuovi servizi, tempo libero, qualità della vita.

  • Ho letto il libro di Giorgio Antonucci Le lezioni della mia vita, edito da Spirali, e l’ho trovato straordinario per il rigore della testimonianza e la portata del messaggio. Egli lotta per la dignità e la libertà di ciascuno, anche del cosiddetto malato. Amico e collaboratore di Thomas Szasz, ha sfatato il mito della malattia mentale e con umiltà si è posto in ascolto dei racconti e delle questioni enunciate di quelli che altri avrebbero qualificato come pazienti, per instaurare con loro dispositivi di comunicazione.
Oggi la cifrematica, la scienza della parola,