Anna Spadafora

  • Alcuni relatori dell’incontro In materia di restauro, di cui qui pubblichiamo gli interventi, hanno discusso il libro precedente di Roberto Cecchi I beni culturali. Testimonianza materiale di civiltà (Spirali), il 13 luglio 2007, in questa stessa bellissima sala con le opere del Guercino. Da quel primo libro è sorto un nuovo modo d’intendere il restauro, che ha avviato un dibattito in varie città d’Italia: oltre a Modena, Firenze, Venezia, Milano, Roma, Napoli, e molte altre. Niccolò Machiavelli diceva: “Di cosa nasce cosa, e il tempo la governa”. È proprio ciò

  • La psicanalisi è un’acquisizione imprescindibile del novecento. La cifrematica dà a essa uno statuto non disciplinare né corporativo, non medico né psicoterapeutico. Nessuno oggi può ignorare il contributo della psicanalisi al testo occidentale. Salvo imbottirsi di luoghi comuni distribuiti in varie forme – dagli psicofarmaci all’alcool alle droghe – e finalizzati al benessere a tutti i costi, da raggiungere con il minimo sforzo e possibilmente senza pensare. Ebbene, se c’è qualcosa che la cifrematica non accetta è proprio la delega del cervello, l’assenza di pensiero e di lucidità.

  • Se c’è qualcosa che contribuisce alla vita della città è il viaggio intellettuale proprio e dei propri cittadini. E il viaggio intellettuale è costituito dal percorso culturale e dal cammino artistico. Grazie al libro di Lorenzo Jurina, la città è in viaggio, come ciascuno di noi, come ciascuna cosa, persino i monumenti, gli edifici storici, nonostante si chiamino immobili. Tutt’altro che fermi, i monumenti sono testimonianza materiale di civiltà, “documento di se stessi”, come li definisce l’autore, ma, come per ciascun documento artistico o letterario, è la lettura a farlo vivere, una

  • Nell’era della mondializzazione dell’economia e della finanza, all’impresa non basta più definire la propria mission sul mercato, ma deve trovare una politica in direzione del valore assoluto, che vada al di là del luogo comune pronto a indicare il bene come principio e come fine della sua attività. Il discorso politico ha da sempre utilizzato l’idea di bene come strumento del consenso, mentre l’impresa, oggi più che mai, deve qualificarsi per il suo progetto e il suo programma internazionali e per il modo con cui giunge alla qualità. L’impresa non ha davanti a sé il bene come meta

  • Se c’è qualcosa che il libro Questione cancro (Spirali), di Georges Mathé, Elisabetta Pontiggia e Paolo Pontiggia, sottolinea fin dal suo titolo è che il cancro è una questione, più precisamente, una questione aperta, non una questione chiusa, un male incurabile rispetto a cui non c’è niente da fare. Non esiste, nella vita di ciascuno, una giornata in cui non ci sia niente da fare. Ne va della salute come istanza di qualità della vita che ci sia il fare ciascun giorno. Per questo la battaglia per la salute esige che ciascuno impari a gestire i problemi, compresi quelli che

  • Se consideriamo che oggi in Italia, come nota Roberto Cecchi nel suo libro I beni culturali. Testimonianza materiale di civiltà (Spirali), oltre il sessanta per cento dell’attività edilizia è finalizzato al restauro e al recupero del patrimonio architettonico esistente, non ci sorprende che il dibattito intorno ai beni culturali investa non soltanto i musei e le pinacoteche, ma anche un settore importante dell’impresa come quello edile, che deve seguire norme e regole complesse, che richiedono l’instaurazione di dispositivi con i vari attori di ciascun singolo progetto. Quando poi

  • La scommessa del forum internazionale Il valore dell’impresa è che ciascuno riesca a acquisire strumenti non solo per analizzare il valore di un’azienda, ma anche per giungervi, per giungere al valore intellettuale, oltre che economico e finanziario, il valore come ciò che resta delle cose che si fanno e della loro scrittura.
    Questo forum sorge anche per indagare dove esistono e quali sono i dispositivi che giungono al valore, i dispositivi di valorizzazione, e in che modo il progetto e il programma dell’impresa sono progetto e programma di vita, anziché essere ispirati all’

  • Ospedale civile di C., estate 1995: Giuseppe T., di sessantatre anni, è ricoverato da un mese per accertamenti in merito a una disfunzione della prostata. Il problema si accentua sempre di più, tanto che ormai riesce a urinare pochissimo e con gran dolore. Come se non bastasse, ha le gambe gonfie come due barili. Quando arriva da B. il nipote, Vittorio, appena laureato in medicina, interpella i medici: tumore alla prostata con metastasi disseminate in tutto il corpo, dichiara la diagnosi. Vittorio non vuole crederci, gli sembra strano che un tumore abbia proliferato tanto in fretta e

  • Chi redige oggi la carta della modernità, quella carta a cui la cifrematica, scienza della parola che diviene cifra, sta dando il suo contributo da oltre trent’anni? Come redigerla senza più l’idea di evoluzione e di progresso che per secoli ha contrapposto la modernità alla classicità?

  • L’irruzione delle donne nel primo rinascimento procede dall’oggetto della scienza, come scrive Armando Verdiglione nel Giardino dell’automa (Spirali). Con la sacra rappresentazione, con il carnevale sono aboliti la segregazione e i concetti di gregge, di popolo e di soggetto collettivo che avevano bisogno delle donne come segni della differenza sessuale e sociale.
    L’oggetto della scienza, da Leonardo da Vinci in poi, impedisce di chiedersi ontologicamente “Che cos’è?” e, quindi, “Che cos’è la donna?“.
    Chiedersi quale sia l’identità delle donne non s’inscrive nella